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“Relations of Care”: Artissima celebra i 30 anni con una costruttiva propulsione verso il futuro. Intervista a Luigi Fassi

Credits: FIONDA / Artissima
Credits: FIONDA / Artissima

Una fiera d’arte non deve essere un evento, ma un’istituzione che risponde alle domande del presente, per gli operatori e per i curiosi, con uno sguardo proteso verso il futuro. Questo, oltre a una costante attenzione alla qualità, è stato lo spirito che ha permesso ad Artissima di collocarsi sul piano internazionale come uno dei grandi momenti del panorama dell’arte contemporanea. Ed è con questa visione che Luigi Fassi, al suo secondo anno di direzione, vuole pensare al presente e al futuro di Artissima, che quest’anno si svolgerà a all’Oval di Torino dal 3 al 5 novembre.

Artissima 2023 avrà come tema “Relations of Care”, «ispirato a un recente saggio dell’antropologo brasiliano Renzo Taddei sul pensiero indigeno, il concetto individua e propone la cura come premessa e fine ultimo dell’avanzamento del sapere che dev’essere, innanzitutto, mirato a preservare la diversità e il valore di ogni forma di vita del mondo che abitiamo.
La cura attraverso l’arte nutre l’immaginazione individuale e sociale e diventa una matrice di tutte le relazioni che formano il tessuto delle nostre vite. Sono proprio tali relazioni di cura che Artissima è stata capace di generare – nei suoi 30 anni di esperienza – tra galleristi, artisti, collezionisti, professionisti e appassionati, aggregando storie, scrivendo nuove narrazioni e proponendo inedite chiavi di lettura del presente e del futuro per creare una vera comunità che ruota attorno all’arte», hanno spiegato gli organizzatori.

Abbiamo parlato con Luigi Fassi della prossima edizione di Artissima nell’intervista qui sotto.

Luigi Fassi, Artissima 2022 Director
© Giorgio Perottino / Artissima

Durante la conferenza stampa di presentazione di Artissima 2023 hai affermato che la fiera deve pensarsi come istituzione, non come evento. Come avviene questo ad Artissima?

«È una forma di pensiero che si traduce in una precisa operatività. Artissima è da diversi anni una fiera pubblica, la cui proprietà è condivisa dalla Regione Piemonte, dalla città Metropolitana di Torino e dal Comune di Torino, ed è incardinata in una Fondazione museale, la Fondazione Torino Musei, che gestisce la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, il Museo d’Arte Orientale e il Museo Civico d’arte Antica di Palazzo Madama. Dunque negli anni Artissima si è abituata a pensare in termini istituzionali e museali, ad esempio continuando a offrire un servizio essenziale nei confronti del Museo d’arte contemporanea del Castello di Rivoli e della Galleria d’Are Moderna e Contemporanea, due musei che incrementano una parte importante delle rispettive collezioni acquisendo ogni anno ad Artissima diverse opere e che dunque chiedono alla fiera una continua capacità di ricerca e attenzione alla qualità della propria offerta. Artissima ha il privilegio di poter investire molta della sua energia nella scoperta e nello scouting globale a favore di giovani gallerie e artisti in una fase primigenia del loro percorso creativo e si rivolge non solo ai collezionisti, ma anche e direttamente ai curatori e al mondo delle istituzioni, per offrire aggiornamento, scambi e relazioni incrociate. Tutto questo fa parte di una modalità istituzionale di riflessione e azione che è oggi parte dell’identità della fiera». 

Quest’anno cade il trentennale di Artissima. Lo affronterete non come celebrazione del passato, ma come ricerca di una propulsione per il futuro. Quali saranno i cardini di questo approccio per l’edizione 2023? Come si collegano all’edizione 2022?

«Sovente gli anniversari sono autocelebrazioni con lo sguardo rivolto al passato. Non è così quest’anno per Artissima che interpreta il suo trentennale come rinnovata volontà di saper essere un’istituzione votata a interpretare il proprio tempo e il proprio ruolo guardando con desiderio e attenzione a quanto accadrà, offrendo degli strumenti di analisi. In questi trent’anni Artissima ha costruito comunità e relazioni, attraverso più generazioni di professionisti, artisti e appassionati che hanno voluto privilegiarla e sono cresciuti grazie alla fiera, in uno scambio reciproco di idee e professionalità. A novembre particolare attenzione a gallerie di più giovane generazione con diverse progettualità dedicate e valorizzeremo il lavoro di tutte le gallerie con progetti in città». 

Hai citato la presenza di pluralità tra diverse geografie. Come darete spazio a questo?

«Come rimarcavo prima, Artissima vive di ricerche, di network, di scouting e di scoperte a livello globale. La volontà di Artissima è di incrociare differenti esigenze, quella dei collezionisti alla ricerca del nuovo, dei curatori e direttori di museo sulla cui agenda vi è la costruzione del programma espositivo del prossimo biennio delle loro istituzioni e degli appassionati. Tutto questo concorre a richiedere alla fiera capacità di aggiornamento e di attenzione alla scena artistica globale. È un processo che si concretizza nell’attenzione alle gallerie, italiane e internazionali, da quelle più giovani a quelle più consolidate. Sono loro le protagoniste della fiera, assieme agli artisti che propongono. Tra e gallerie e la fiera c’è oggi dopo trent’anni un rapporto di grande fiducia e di confidenza. A novembre avremo quest’anno gallerie da 4 continenti e 33 Paesi, includendo provenienze geografiche sin’ora inedite per Artissima, come ad esempio la Thailandia».

Hai citato la necessità di modelli di riflessione e di nuove visioni. In questo quale peso ha la visione di Taddei?

«Quest’anno abbiamo voluto ispirare il tema al lavoro di un pensatore contemporaneo vicino all’arte ma proveniente da altri territori disciplinari. L’anno scorso la voce fu quella di Laurie Anne Paul, quest’anno avremo quella di Renzo Taddei. Taddei è un antropologo brasiliano e ha nutrito il tema Relations of Care partendo dalla centralità di che cosa debba essere oggi cura e cioè una nuova priorità di azione che ispiri ogni forma di produzione di conoscenza dando attenzione a tutte le forma di vita. È un modello di pensiero che si ispira alle comunità indigene amazzoniche e vuole al tempo stesso sottolineare la capacità dell’arte di saper ispirare ad assumere questo necessario orizzonte di valori e di azioni dato dal prendersi cura».

Di quali fiere hanno bisogno oggi i galleristi?

«I galleristi oggi hanno bisogno di certezze, intese come network solidi con cui confrontarsi e che possano aprire prospettive di collezionismo e di contatti istituzionali. Artissima risponde a queste esigenze tenendo in armonia sinergica tra loro la sua anima commerciale e la sua identità culturale e costruendo per le gallerie internazionali – che sono numericamente in predominanza – un atterraggio morbido e privilegiato nel sistema museale e istituzionale italiano, grazie a una molteplicità di contatti. Le gallerie italiane trovano invece a Torino un affaccio concreto sulla scena internazionale, in ragione della presenza qualificata e importante di collezionisti e curatori che privilegiano la fiera come appuntamento fisso nelle loro agende annuali di viaggio».

Quest’anno Artissima propone due nuovi premi. Qual è l’importanza dei premi oggi?

«I due nuovi premi dell’edizione di quest’anno sono il Premio Diana Bracco – Imprenditrici ad arte promosso dalla Fondazione Bracco in collaborazione con la Fondazione Roberto De Silva e Diana Bracco e il Premio Pista 500, realizzato in collaborazione con la Pinacoteca Agnelli. Il primo è un progetto inedito e innovativo, dedicato a valorizzare la figura della gallerista come imprenditrice, premiando una gallerista donna emergente. Il secondo darà la possibilità a un artista di realizzare un’opera inedita per la Pista 500, il nuovo progetto di installazione artistiche sul tetto del Lingotto. Entrambi i premi trasmettono nella loro diversità un segno preciso, come cioè i protagonisti di Artissima siano le gallerie e gli artisti, i due soggetti da cui sorge nuova arte e a cui vogliamo dare tutto lo spazio di attenzione e valorizzazione».

Le anticipazioni su Artissima 2023

Riconfermate le quattro sezioni principali della fiera: Main Section, New Entries,Monologue/Dialogue e Art Spaces & Editions, e le tre sezioni curate: Disegni, Present Future e Back to the Future, ospitate anche sulla piattaforma digitale Artissima Voice Over.
Due nuovi membri per il comitato di selezione delle gallerie: Elsa Ravazzolo Botner, galleria A Gentil Carioca di Rio de Janeiro e San Paolo, a rappresentare territori mai presenti prima nel team, e Guido Costa, galleria Guido Costa Projects di Torino, che segna il ritorno di un protagonista della realtà torinese nel gruppo, mentre rimangono confermati Paola Capata, galleria Monitor di Roma, Lisbona e Pereto, Raffaella Cortese, galleria Raffaella Cortese di Milano, Philippe Charpentier, galleria mor charpentier di Parigi e Bogotá, Nikolaus Oberhuber, galleria KOW di Berlino, e Antoine Levi, galleria Ciaccia Levi di Parigi e Milano.

«Per il secondo anno consecutivo, la presenza dei Curatorial Advisors sottolinea l’elemento di valorizzazione dell’identità innovatrice e pionieristica della fiera nelle figure di Krist Gruijthuijsen, direttore del KW Institute for Contemporary Art di Berlino, e Jacopo Crivelli Visconti, curatore indipendente di San Paolo (Brasile), che insieme al comitato di selezione e al team di curatori contribuiranno a delineare e raccontare un’edizione che rimarchi il carattere sperimentale e di ricerca delle più interessanti realtà d’arte contemporanea presenti sulla scena internazionale», ha ricordato la fiera. Jacopo Crivelli Visconti è, inoltre, «il nuovo curatore della rassegna di opere video che Artissima organizza, per il secondo anno, in dialogo con il suo Main Partner Intesa Sanpaolo presso le Gallerie d’Italia – Torino. Il progetto presenta opere video di artisti rappresentati dalle gallerie partecipanti ad Artissima nella sala immersiva del museo in Piazza San Carlo».

Due nuovi premi per questa nuova edizione: uno dedicato all’imprenditoria femminile nel mondo delle galleri, ill Premio Diana Bracco – Imprenditrici ad arte promosso da Fondazione Bracco, e uno promosso da Pinacoteca Agnelli, il Premio Pista 500.
In occasione del trentennale della fiera lo storico 
Fondo Acquisizioni promosso da Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT, viene incrementato 200mila euro.

L’identità visiva dell’edizione 2023 è stata affidata allo studio grafico torinese FIONDA, diretto da Roberto Maria Clemente.

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