Alla marina bastianello gallery di Venezia Mestre Paula Sunday, Beatrice Gelmetti e Giacomo Bolzani si confrontano con l’approccio al tema della morte
Entrare in una galleria e trovare una mostra che parla esplicitamente di morte – come accade fino all’11 novembre con La ballata della vita presso marina bastianello gallery di Venezia Mestre – è piuttosto inusuale. La morte è una condizione che conosciamo e, francamente, non c’è niente di più umano di morire. Viviamo in un tempo che però la vuole ignorare, quando non proprio dimenticare. Come scrive il curatore della mostra Francesco Liggieri, “la parola ‘morte’ nel nostro quotidiano è sempre meno visibile; i giornali, la tv, le persone non la utilizzano quasi più […], come ad esorcizzare il fatto che la morte non ci riguarda più come società”. Perché?
Ovviamente non c’è risposta, ma si può cogliere la perseguita inconsapevolezza della morte come effetto di un vitalismo esteriore, giovanilista, consumista e puramente cosmetico cui il pensiero dominante ci ha abituato. È ad esempio quello che si coglie nelle opere di Paula Sunday (Napoli, 1981), autoscatti fotografici in cui l’artista si ritrae seducente mentre è disposta sopra un banchetto, pronta ironicamente anch’essa a essere edibile, oppure nell’intimità del proprio bagno, alle prese con una maschera di bellezza che ne vela il viso, ma pronta a sottostare all’imperativo del corpo perfetto cui la società vorrebbe a tutti i costi conformarci.
Domande
Nei dipinti di Beatrice Gelmetti (Verona, 1991) si avverte invece una tensione tra astrazione e figura umana, in parte censurata e nascosta da aree di colore. È una lotta tra il corpo e la materia indistinta, in cui risulta difficile dare un’identità alle cose e un nome alle persone. Nel corto Caravaggio era un maiale il documentarista Giacomo Bolzani (Mantova, 1988) racconta invece il lato più oscuro e intimo del confronto con la vita e con le proprie aspettative, narrato attraverso la storia di una persona eccentrica che ha smesso di fare un lavoro creativo per allevare animali in campagna. Come a dire che la morte è sempre troppo vicina, e che non vale la pena di vivere una vita che non si vuole…
Si esce così un po’ frastornati e un po’ più insicuri da La ballata della vita, che soffre forse il fatto di non essere un progetto più ampio ospitato in un’istituzione e argomentato da ulteriori contributi. Ma le domande che ci pone, mai come ora, sono ineludibili.
La ballata della vita
Opere di Giacomo Bolzani, Beatrice Gelmetti e Paula Sunday
A cura di Francesco Liggieri
Fino all’11 novembre 2023
marina bastianello gallery
Via Pascoli 9c
30171 Venezia Mestre
news@marinabastianellogallery.com
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