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Newsha Tavakolian, scatti di dolore e libertà: l’Iran contemporaneo in mostra al Mudec di Milano

Newsha Tavakolian, And they laughed at me, Portrait of a journalist in Tehran Newsha Tavakolian, And they laughed at me, Portrait of a journalist in TehranPortrait of a journalist in Tehran. During student protests in Tehran in 2017 many students were arrested and making recognizable images of people became almost impossible. From this moment on I began hiding the faces of people i'd photograph.
Newsha Tavakolian, And they laughed at me, Portrait of a journalist in Tehran
Newsha Tavakolian, And they laughed at me, Portrait of a journalist in TehranPortrait of a journalist in Tehran.
During student protests in Tehran in 2017 many students were arrested and making recognizable images of people became almost impossible.
From this moment on I began hiding the faces of people i’d photograph.
Dopo la conquista del Photo Grant di Deloitte, la fotografa iraniana Newsha Tavakolian (Teheran, 1981) arriva al Mudec – Museo delle Culture di Milano. Con il suo progetto vincitore, And they laughed at me, l’artista è in mostra dal 13 dicembre 2023 al 28 gennaio 2024.

L’artista iraniana Newsha Tavakolian (Teheran, 1981), con il progetto And they laughed at me, ha vinto la prima edizione del Photo Grant di Deloitte. La fotografa si è così assicurata l’opportunità di organizzare una mostra al Mudec – Museo delle Culture di Milano, curata da Denis Curti, direttore del premio.

And they laughed at me ruota attorno a una strategia di repressione militare finalizzata ad accecare le persone con proiettili di gomma. Una misura distopica, spesso utilizzata dalla polizia per impedire che le cose vengano letteralmente viste: in altre parole, per impedire alla popolazione di essere coscienti di ciò che accade nella contemporaneità.

Attraverso immagini d’archivio, scatti inediti e fotogrammi, Newsha Tavakolian è riuscita testimoniare visivamente il volto drammatico dell’oppressione in Iran e a “sostituirsi agli occhi seviziati” dei suoi connazionali. Le sue immagini, pregnanti di carica umana, riescono ad amplificare la voce, a lungo soffocata, di tutti coloro che hanno subito questa repressione e violenza.

Il lavoro di Newsha Tavakolian, presentato negli spazi del Mudec attraverso un allestimento immersivo, rappresenta una testimonianza vivida di una società in continua evoluzione e delle lotte di coloro che la compongono, oltre che un manifesto utile a ricordare i sacrifici compiuti fino ad oggi dalla popolazione libera.

A lato della mostra di Newsha Tavakolian, viene presentata anche l’idea progettuale del progetto Dust From Home di Fernanda Liberti., vincitrice della Open Call del Photo Grant di Deloitte. La fotografa brasiliana si concentra sulla diversità delle migrazioni, prendendo spunto dalla storia della sua famiglia di origine siriana, italiana e albanese, che ha attraversato l’oceano per stabilirsi in Brasile, cercando un nuovo inizio. Fernanda ha iniziato il suo percorso utilizzando l’archivio fotografico di famiglia, con l’obiettivo di creare un legame visuale tra paesaggio, tempo, nostalgia, eredità e politica. 

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