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Beato Angelico, da Firenze a Milano: ultimi giorni per vedere la mostra al Diocesano

BEATO ANGELICO. Storie dell’infanzia di Cristo. Anta dell’Armadio degli Argenti, dal Museo di San Marco di Firenze
BEATO ANGELICO. Storie dell’infanzia di Cristo. Anta dell’Armadio degli Argenti, dal Museo di San Marco di Firenze

Si chiuderà il 28 gennaio la 15^ edizione di un “Capolavoro per Milano“,  evento che porta nel capoluogo lombardo, al Museo Diocesano Carlo Maria Martini, opere importanti per il periodo natalizio. Quest’anno il prescelto è stato Beato Angelico

Le passate edizioni hanno permesso ai milanesi di ammirare la Deposizione (Pinacoteca Vaticana) e La cattura di Cristo (Dublino, National Gallery) di Caravaggio, l’Annunciata (Palermo, Galleria Regionale) e l’Ecce Homo (Piacenza, collegio Alberoni) di Antonello da Messina, la Natività di Lorenzo Lotto (Brescia, Pinacoteca Tosio Martinengo), la Natività di Filippo Lippi (Prato, Musei Civici), la Giuditta di Botticelli (Firenze, Uffizi), la Sacra Famiglia di Mantegna (Fort Worth, Texas, Kimbell Art Museum), l’Adorazione dei Magi di Albrecht Dürer (Firenze, Uffizi), l’Adorazione dei Pastori di Perugino (Perugia, Galleria Nazionale), l’Adorazione dei Magi di Veronese (Vicenza, chiesa di Santa Corona), l’Adorazione dei Magi di Artemisia Gentileschi (Cattedrale di Pozzuoli), l’Annunciazione di Tiziano (Museo e Real Bosco di Capodimonte, Napoli), la Predella della Pala Oddi di Raffaello (Musei Vaticani).

L’opera di Beato Angelico è uno scomparto dell’Armadio degli Argenti dedicato alle Storie dell’Infanzia di Cristo, dall’Annunciazione alla Disputa fra i Dottori, introdotte dalla Visione di Ezechiele, proveniente dal Museo di San Marco a Firenze, che custodisce la più grande collezione di opere di Beato Angelico, tra i maggiori pittori del Rinascimento italiano.

Si tratta di una delle ante dell’Armadio degli Argenti, così chiamato in quanto i trentasei scomparti che lo componevano erano in origine gli sportelli esterni dell’armadio ligneo che raccoglieva le offerte votive destinate all’immagine miracolosa della Vergine nella chiesa fiorentina della SS. Annunziata, ancor oggi tra le più venerate a Firenze.

Commissionata nel 1448 da Piero Cosimo de’ Medici, la tavola (123×123 cm), composta da nove formelle quadrate, è stata dipinta tra il 1450 e il 1452, al culmine della carriera del Beato Angelico. L’opera presenta una ricchissima sequenza narrativa, una vera e propria Bibbia illustrata, in cui tutti gli otto episodi dell’infanzia di Cristo sono inquadrati, in alto, da un cartiglio con una profezia del Vecchio Testamento e, in basso, dalla citazione del Vangelo corrispondente.

I pannelli dell’Armadio degli Argenti condensano al loro interno la summa dell’Angelico. Alcune scene infatti ripropongono, mai in maniera ripetitiva, temi iconografici e soluzioni compositive o formali già adottate in precedenza dall’artista. L’Annunciazione, ad esempio, in cui il dialogo fra l’Angelo dalle ali variopinte e la Vergine in umile preghiera avviene in un loggiato umanistico, rinvia in primo luogo al veneratissimo affresco trecentesco dell’Annunziata a Firenze, ma soprattutto a quella all’inizio del corridoio dell’ex dormitorio del vicino convento di San Marco. L’impianto frontale dell’Adorazione dei Magi ripropone, inoltre, quello analogo nella predella dell’Annunciazione del Museo del Prado a Madrid e della cella numero 5 dell’ex dormitorio di San Marco.

Beato Angelico, Annunciazione, particolare del primo pannello dell’Armadio degli Argenti. Firenze, Museo di San Marco

Tra le altre formelle spiccano l’intima e intensa Natività, con uno straordinario effetto di luce artificiale, la Circoncisione, ambientata in un tempio che rivela anche l’aggiornamento del pittore sulle novità architettoniche del tempo e quella tra le più complesse, la Visione di Ezechiele, che ricalca uno schema a doppia ruota concentrica, con i quattro evangelisti e i quattro apostoli in quello interno, i dodici profeti in quello esterno, e le figure di Ezechiele e di San Gregorio Magno accovacciate negli angoli inferiori.

La mostra è curata da Angelo Tartuferi, direttore del Museo di San Marco di Firenze, Nadia Righi, direttrice del Museo Diocesano di Milano, Gerardo De Simone, storico dell’arte, e vede il patrocinio del Comune di Milano e il sostegno di Fondazione Bracco, in qualità di main sponsor.

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