Il governo britannico ha vietato l’esportazione di un dipinto del primo Rinascimento fiorentino raffigurante “La Crocifissione con la Vergine, San Giovanni Battista e la Maddalena ai piedi della Croce” un’opera pionieristica del Beato Angelico venduta da Christie’s la scorsa estate a 5.001.000 sterline (6.351.270 dollari), realizzando il nuovo record d’asta per l’artista.
Il divieto di esportazione è stato apposto sul dipinto dal Dipartimento della Cultura, dei Media e dello Sport nella speranza che una galleria o un’istituzione britannica lo acquisisca. In una nota Stephen Parkinson, ministro delle arti e del patrimonio, ha detto che il dipinto si trova nel Regno Unito da due secoli e ora rischia di finire all’estero. Da qui la decisione di emettere il divieto di esportazione perché il potrebbe “costituire un’importante aggiunta” a una collezione pubblica e “dovrebbe essere fatto ogni sforzo” per acquisirlo.
Adam Schrader di Artnet riferisce che la decisione sull’accoglimento della richiesta di licenza di esportazione per l’opera è stata rinviata al 7 aprile per dare tempo ai potenziali acquirenti di farsi avanti. A quel punto, i proprietari dell’opera avranno 15 giorni lavorativi per considerare eventuali offerte.
Già nel giugno 2022 Christie’s aveva venduto un’opera del frate pittore durante l’asta “Antichi Maestri | Nuove prospettive: capolavori della Collezione Alana” che offriva un importante gruppo di opere del Rinascimento italiano tra le quali il “San Domenico e la Stigmatizzazione di San Francesco” di Beato Angelico (che era parte di un dittico del quale l’altra tavola si trova a Detroit) che era stato venduto per 4,740,000 dollari (poco al di sopra della stima più bassa).
Questa crocifissione è stata scoperta e pubblicata da Francis Russell (Christie’s UK Deputy Chairman) nel Burlington Magazine nel maggio 1996 (numero CXXXVIII, pp. 315-7). La scoperta ha suscitato un interesse diffuso tra gli studiosi. Beato Angelico è stato uno dei primi pittori ad apprendere le lezioni della scultura contemporanea e quest’opera illustra appieno la sua significativa evoluzione nel dipingere la prospettiva: raffigurare la croce dritta in una prospettiva corretta e logica, senza la falsa aggiunta di mostrare la profondità del palo destro della croce che era standard all’epoca.
Si pensa che l’opera sia stata acquisita dal 2° Lord Ashburton morto nel 1864 e successivamente passato per discendenza alla sua famiglia. Opere di questo calibro arrivano molto raramente sul mercato.
Russell ha commentato: «La tenerezza con cui Cristo è raffigurato trova riscontro nella cruda commozione della Vergine e nel pathos della Maddalena inginocchiata e aggrappata alla Croce. La delicatezza dell’uso del colore da parte del pittore è evidente nel modo in cui il sangue sia di Cristo che del pellicano in alto si mischia alla veste della Maddalena. Con Beato Angelico nulla è casuale».
Dopo aver preso i voti come frate domenicano nella cittadina di Fiesole fuori Firenze, Guido di Piero adottò il nome di Fra Giovanni da Fiesole. Come pittore, non aveva rivali. Giorgio Vasari lo ha descritto come dotato di “un talento raro e perfetto” e il suo impatto sulla pittura rinascimentale fiorentina, e in effetti sulla storia dell’arte, è innegabile. La sua pietà e modestia gli valsero il nome postumo di “Fra Angelico” o “Beato Angelico” e nel 1982 Papa Giovanni Paolo II ne proclamò la beatificazione, riconoscendo formalmente la dedizione del pittore a Dio durante la sua vita.
Originariamente al centro di un trittico devozionale commissionato da un ignoto committente, non si conosce la data esatta di questa tavola, ma è stata collocata nel periodo compreso tra il 1419 e il 1424 circa dai sei studiosi che ne hanno scritto. Ha un posto significativo nello sviluppo della pittura quattrocentesca fiorentina. Non è noto se il mecenate che commissionò quest’opera fosse consapevole del carattere pionieristico del progetto.
Il trattamento “frontale” della Croce dimostra, come detto, che l’artista era profondamente consapevole del lavoro dei rivoluzionari scultori toscani del primo Quattrocento, come Ghiberti e Brunelleschi. Ciò è ulteriormente dimostrato nel mantello di San Giovanni Battista che sembra essere stato “modellato” in termini scultorei. La storica dell’arte Diane Cole Ahl ha anche notato che i lineamenti e la posizione del Santo sono stati probabilmente ispirati dalla prova per la formella bronzea del Ghiberti del 1401-3 “Il sacrificio di Isacco”.
Con una sola eccezione (l’intimo tondo a doppia faccia nel Museo do San Marco), tutte le numerose successive raffigurazioni della Crocifissione del Beato Angelico, compresi i venti affreschi eseguiti da lui o sotto la sua supervisione nelle celle di San Marco, dovevano mostrare la Croce nella giusta prospettiva. Molti pittori, tuttavia, continuarono per qualche tempo ad aderire al modello precedente, in particolare nelle regioni più remote.