CONNEXXION è un festival che si prende le sue responsabilità come luogo partecipativo, vissuto e popolato dalla comunità. Un luogo attivo che non deve trascurarsi. La pazienza, l’impegno, la perseveranza e la visione sono i valori di quest’intervista alla curatrice Livia Savorelli
CONNEXXION è il festival che mette al centro l’arte contemporanea e le voci di tanti artisti. Come è nata l’idea di realizzarlo e quali difficoltà avete riscontrato?
CONNEXXION, sin dalla sua prima edizione, nasce con l’intento di riportare nuova luce sui luoghi iconici della città di Savona, delineando nuove narrazioni attraverso uno “sguardo altro”: quello degli artisti contemporanei. Rileggere la storia e le tradizioni di un luogo implica uno studio approfondito, sopralluoghi, un processo – orizzontale e duraturo nel tempo – di relazione e dialogo con il territorio, con le Istituzioni e con la comunità.
Assecondando il potere trasformativo dell’arte contemporanea, ho pensato che il modo più autentico per riflettere sul significato e il valore della città fosse attraverso un evento diffuso basato sulla relazione, sulla connessione tra le persone, su un processo attivo e partecipativo a partire dal territorio.
Ogni progetto complesso e stratificato presenta difficoltà. Una delle principali, per me come curatrice, è di essere il fulcro generatore di ogni incontro e di ogni relazione, in altri termini la miccia che accende il fuoco, e ti assicuro che è una bella responsabilità… Non a caso è stata inserita quest’anno la figura di un Guest Curator, Matteo Galbiati, che mi ha affiancato in alcuni momenti fondamentali del Festival.
Un’altra non trascurabile difficoltà è che ci interfacciamo per la stragrande maggioranza con luoghi e musei in cui non sono mai state realizzate mostre temporanee. Il lavoro da fare per valorizzare i musei e le relative collezioni è quindi doppiamente impegnativo.
CONNEXXION 2022 ha visto una significativa risposta e interesse da parte della comunità. Prima o poi questo progetto potrà essere esportato oltre la città di Savona?
Lo scorso anno abbiamo avuto un ottimo seguito da parte di tutta la comunità savonese e notevole visibilità sulla stampa di settore. Questo ci ha spinto a voler sviluppare la nuova edizione con una temporalità molto più lunga – dal 25 novembre 2023 al 27 aprile 2024 – partendo da due mostre istituzionali, rispettivamente al Civico Museo Archeologico e al Museo Sandro Pertini e Renata Cuneo, dal titolo Frammenti. Atti di conservazione per un futuro di libertà e Dialoghi intorno alla libertà. Due esposizioni molto diverse per taglio, unite da una visione che considera la salvaguardia del passato e della memoria indispensabile per un nostro futuro libero. La mostra al Civico Museo Archeologico – con protagonisti cinque artisti: Roberto Ghezzi, Alberto Gianfreda, Laura Pugno, Attilio Tono e Ivano Troisi – trova il suo fulcro nella funzione del Museo di conservazione e tutela di “frammenti di storia” che continuino a raccontare il nostro tempo. Quella al Museo Pertini e Renata Cuneo, con altri cinque artisti (Elena Bellantoni, Davide Dormino, Rocco Dubbini, Armida Gandini, Gianni Moretti), essendo in primis un omaggio alla figura di Sandro Pertini come uomo e come politico, ai suoi incrollabili valori democratici, è un viaggio che parla di rapporto con la monumentalità – soprattutto nel dialogo con la scultrice Cuneo – di fragilità che diviene forza. Con un monito: occorre preservare la luce della democrazia perché le tenebre della dittatura sono sempre dietro l’angolo.
Ovviamente, il format CONNEXXION può essere calibrato per altre città, e ci auguriamo di poterlo ampliare in futuro, ma al momento il nostro interesse è far crescere il Festival all’interno di Savona, ovvero della città che lo ha visto nascere.
“…per essere liberi. Tra identità e memoria”. Nel titolo dell’edizione 2023 vorrei soffermarmi su una parola: “liberi”. Un concetto sempre meno rispettato nella nostra attuale società. Quanto questo festival, e in generale i progetti d’arte, possono farci riflettere sull’idea che ognuno di noi ha di libertà?
Il titolo di questa edizione del Festival trae spunto dalla celebre frase di Sandro Pertini “…gli uomini per essere liberi è necessario che siano liberati dall’incubo del bisogno… è nella solidarietà con gli altri membri della collettività che si eleva la personalità del singolo…”.
L’apertura all’altro da sé, declinata in una visione al plurale, in opposizione al forte individualismo della nostra società, è modalità per calarsi nel vivere civile ed elevarsi come singoli.
La libertà per noi è “un valore, un ideale eterno”, ma in realtà è un concetto portato a subire cambiamenti in base a fattori di carattere personale e alle condizioni storiche in cui si vive. Credo che l’arte possa aiutare ad evolverci, non in quanto portatrice di messaggi quanto piuttosto di domande, che possano attivare in noi un forte pensiero critico, in opposizione alla semplificazione cui tutti noi siamo costantemente assoggettati. Dobbiamo cercare di rifuggire dalle verità uniche e preconfezionate, essere attivatori di un nostro pensiero critico.
Parallelamente a CONNEXXION, al Palazzo del Commissario è stata allestita fino al 6 gennaio 2024 la mostra dei finalisti di Arteam Cup 2023, evento anch’esso promosso dall’Associazione Culturale Arteam. Mi ha molto incuriosito il lavoro realizzato insieme a Matteo Galbiati. Un racconto unitario, dove opere all’apparenza inavvicinabili per materia, colore e grandezza, si sono ritrovate somiglianti. Ci racconti qualche “dietro le quinte”?
Dopo otto edizioni curate insieme, Matteo Galbiati ed io abbiamo sviluppato una complice sensibilità che ci fa trovare affinità stilistiche o di concetto a partire da opere che, ricordiamo, derivano da una candidatura a tema libero. In generale, il luogo che ospita il Premio guida le nostre scelte allestitive. Il Palazzo del Commissario ha saputo, per il secondo anno consecutivo, accogliere con magia nelle sue splendide sale le opere degli artisti finalisti.
Il progetto ha dato agli under 30 la possibilità di partecipare gratuitamente alle selezioni. Una novità di Arteam Cup 2023. Un luogo così antico e monumentale (la Fortezza del Priamar) costituisce un’importante occasione di visibilità per i giovani…
Quest’anno la scelta di aprire gratuitamente le porte agli Under 30 è stata foriera di candidature di elevata qualità. Per la mostra finale, sono stati selezionati 15 giovani su un totale di 70 artisti, che sono stati inseriti nel percorso di mostra insieme agli Over 30, indubbiamente un’importante occasione di visibilità per questi giovani. La giuria, in ragione della maturità ed originalità delle candidature ricevute, ha voluto identificare un Premio Speciale Under 30 che è stato assegnato a quattro giovani particolarmente meritevoli: Federica Gottardello, Camilla Gurgone, Simone Scardino e Giuliano Vaccai.
Questo premio si aggiunge agli altri premi speciali e ai premi di categoria che hanno visto trionfare Alice Padovani nella sezione Scultura, Giovanni Lombardini nella sezione Pittura e Marco Tagliafico nella sezione Fotografia e quale vincitore assoluto di Arteam Cup 2023.