SITE Santa Fe rilancia la sua Biennale con la nomina di Cecilia Alemani come curatrice dell’evento. L’edizione 2025, la prima dal 2018, celebrerà il 30° anniversario dalla fondazione del Museo del New Mexico e dell’annessa biennale.
Il curriculum di Cecilia Alemani si arricchisce di un nuovo prestigioso incarico. Al contempo, per il rilancio della sua Biennale, il SITE Santa Fe ha ingaggiato una delle curatrici più cercate del momento. Alemani è infatti attualmente direttrice e curatrice capo della High Line Art di New York, dove ha collaborato con artisti come Simone Leigh, Meriem Bennani e Sam Durant. Ha inoltre curato la mostra principale della Biennale di Venezia del 2022, The Milk of Dreams, e più recentemente ha organizzato l’esposizione di Tetsuya Ishida per la galleria Gagosian a New York e una su Anu Põder al Muzeum Susch in Svizzera.
Ma è stata soprattutto The Milk of Dreams ha giocare un ruolo deciso nella scelta di Louis Grachos, direttore del SITE Santa Fe, che porta per la prima volta Alemani ha organizzare una biennale oltreoceano. Se le sue caratteristiche curatoriali rimarranno invariate (l’approccio storico, la spinta a relazionarsi e a far relazionare tra loro gli artisti), di certo dovrà calibrarli sull’identità di Santa Fe e sul suo contesto culturale.
Un’operazione che dovrebbe rilanciare la Biennale di SITE Santa Fe, nata nel 1995 ma interrotta dal 2018. Un lasso di tempo in cui si è imposta come una delle più importanti manifestazioni degli Stati Uniti, attirando negli anni curatori di calibro internazionale come Francesco Bonami, Rosa Martínez, Robert Storr, Dave Hickey, Candice Hopkins, José Luis Blondet e Ruba Katrib. Almeno fino a sette anni fa, quando in un panorama sempre più competitivo l’iniziativa si è presa una pausa per ripensare il proprio ruolo.
Determinante in tal senso è stato il ritorno al timone di Grachos nel 2021 (in precedenza direttore di SITE Santa Fe dal 1996 al 2003), che ha riorganizzato il Museo e riallacciato i rapporti internazionali, che hanno portato alla nomina di Alemani e alla rinascita della Biennale. Nonostante questo spirito globale, le prime indicazioni lasciano pensare che l’evento avrà un’attenzione specifica al contesto culturale locale, valorizzandone le eccellenze nell’ottica di allargarne l’orizzonte di influenza.