Una selezione del tutto empirica di stand di cui consigliare la visita in questa edizione 2024 di Arte Fiera, che a Bologna celebra il suo mezzo secolo
Se le impressioni generali sull’edizione del cinquantenario di Arte Fiera sono positive, lo sono ancor di più per il settore “moderno”, da sempre punto di forza della rassegna bolognese. L’apprezzata gradevolezza degli allestimenti strutturali fa qui da sfondo a proposte spesso di carattere museale. Come con lo stand monografico dedicato dalla galleria Art D2 a Domenico Gnoli, con lo straordinario “Le canapé bleu” (1.300.000 euro per portarselo a casa, top price della fiera). O con l’altra monografia riservata da Lorenzelli a Piero Dorazio, probabilmente l’artista più rappresentato in assoluto (centrale anche nel booth Tornabuoni, con un pezzo degli anni ’70 da 560mila euro).
Si conferma il momento d’oro del Futurismo, protagonista con opere di prestigio in stand come Bottegantica, Campaiola e Cinquantasei. Riesce sempre ad emergere anche la galleria Verolino, con una straordinaria proposta di tappeti d’artista, specialità della casa. A Bologna illumina il visitatore con bellissime opere griffate Calder e Dalaunay, Robert e Sonia. Ronchini arriva da Londra con grandi e notevoli dipinti di Paul Jenkins, anch’egli ben presente in fiera. E non delude mai la milanese Dep Art, che fra l’altro riafferma anche qui la propria ricerca – di grande valenza culturale – sul formalismo tedesco, da Imi Knoebel a Wolfram Ullrich. Incuriositi? Ecco la nostra selezione di stand consigliati…