Musei Capitolini, Galleria Borghese, Uffizi, musei diffusi e, infine, il viaggio di Piero della Francesca: le doti di divulgatore di Antonio Paolucci spiccano nella serie Museo Italia. In omaggio al grande storico dell’arte appena scomparso, il programma va in onda ogni giorno sino a venerdì 9 febbraio, alle 19.15 su Rai 5.
Possiamo apprezzare la profondità delle conoscenze di Antonio Paolucci, ma, al tempo stesso, la levità del suo eloquio, nella serie di documentari Museo Italia. Ideato e realizzato per la Rai dallo storico dell’arte, il programma si propone come una vera guida museale, tanto che la sigla iniziale riproduce l’audio delle guide in alcune lingue europee.
Museo Italia, l’omaggio di Rai 5 ad Antonio Paolucci
La prima puntata in onda su Rai 5 è incentrata sui Musei Capitolini a Roma, primo museo pubblico d’Italia, come sottolinea Paolucci. La seconda puntata prosegue nella capitale con la collezione seicentesca del Cardinale Scipione, ovvero la Galleria Borghese. Nella terza puntata, Paolucci ci guida alla scoperta degli Uffizi e di altre meraviglie fiorentine. Giovedì 8 febbraio, Museo Italia prosegue con il museo che esce dai confini tradizionali, con esempi come la Collegiata di S. Andrea a Empoli, o il museo-santuario del Duomo di Orvieto. Infine, venerdì 9, Antonio Paolucci ci guida alla scoperta del “Viaggio di Piero”, che Piero della Francesca compie idealmente, a partire dalla sua Sansepolcro fino a Urbino.
I cinque episodi di Museo Italia possono essere visti anche su Rai Play.
Nella sua vita, Antonio Paolucci sembra aver percorso l’itinerario di Dante Alighieri al contrario: nato a Rimini (a pochi chilometri, a Ravenna, è sepolto il Sommo Poeta) nel 1939, è morto domenica 4 febbraio a Firenze, sua città d’elezione. E, come Dante, Paolucci è amato e apprezzato in tanti luoghi d’Italia, nei quali lo storico dell’arte ha lasciato buona traccia di sé. Per citarne alcuni, ad Assisi, dove curò il restauro della Basilica di San Francesco dopo il terremoto del 1997; e poi a Venezia, Verona, Mantova, l’amata Firenze. E a Roma. Nella capitale, oltre a ricoprire l’incarico di ministro per i Beni Culturali (1995-96), fu papa Benedetto XVI a chiamarlo a dirigere i Musei Vaticani nel 2007, carica che ricoprì fino al 2016.