Mecenatismo, contaminazione, narrazioni simboliche per interpretare la complessitá ed esperienze trasformative sono alcune delle intuizioni che riemergono costantemente nel corso della Storia, ogni qualvolta un’epoca si fa portatrice di innovazione e interprete dello zeitgeist che la anima. Dal Rinascimento agli anni 60 del Novecento, da duchi illuminati come Federico da Montefeltro all’ingegnere poeta Leonardo Sinisgalli: quando si ha l’ardire di portare vicino ciò che è lontano e di ricercare l’unità nelle cose, emergono delle modalità che, seppur antiche, hanno la potenza di attivare energie moderne e di proiettarle nel futuro. È possibile pensare che questo tipo di strumenti possano essere applicati alla nostra epoca di iperspecializzazione e estrema settorializzazione?
Una delle risposte possibili è Spazio Taverna (ST) il progetto curatoriale fondato nel 2020, basato sull’ipotesi che l’artista possa acquisire il ruolo sociale necessario per poter essere portatore di visioni trasformative per la società italiana.
Per questo Spazio Taverna propone agli artisti di confrontarsi con mondi, storie e personaggi lontani dalla loro realtá quotidiana, per costruire opere e narrazioni in grado di ricucire ció che è analitico e ció che è intuitivo, ció che è passato con ció che è presente.
L’oggetto simbolico che incarna questa filosofia è il Talismano Taverna: una medaglia in palladio, che in antichitá aveva la funzione di difendere le cittá ed oggi viene realizzato da artisti contemporanei , che hanno partecipato alla realizzazione delle Esperienze di Spazio Taverna.
Ogni anno il Talismano viene progettato dall’artista vincitore del premio EIIS-Taverna, premiato per la vicinanza che la sua poetica ha con la filosofia dell’ European Institute of Innovation for Sustainability: nel 2021 Gian Maria Tosatti, nel 2022 Numero Cromatico. Quest’anno è stato disegnato da Francesco Arena e realizzato da CodiceDS, grazie al supporto di Giovanni Izzo, presidente del Club Taverna.
Un talismano che racchiude in sé mecenatismo e contaminazione, rapporto con il passato ed esperienze trasformative: una lettura da parte di un artista contemporaneo di un simbolo che sembra antico ma ha la potenza di affascinare, grazie al suo potere di sintesi.
Arena ha voluto che il Talismano potesse proteggerci dalle nostre solitudini e moltitudini, e ha deciso di incidere su uno dei due lati della medaglia la frase “Solitudine è moltitudine”.
Come mai? Dice l’artista che “solitudine è moltitudine è solitudine”…. un mantra, una litania, un invocazione che si rincorre su una faccia del talismano/moneta, due parole che descrivono due stati dell’esistenza umana opposti uno all’altro che spesso invece si mischiano confondendosi uno nell’altro, rendendosi uno verbo dell’altro dove l’apparenza sostituisce la sostanza e la realtà dei rapporti è una rapida scrollata alla ricerca di altre solitudini e moltitudini”.
Il Talismano Taverna sintetizza in un unico oggetto la filosofia di un progetto che ha l’ambizione di unire territori, concetti e campi professionali non affini per elaborare azioni e progetti comuni, creando relazioni concettuali, mentali , simboliche o funzionali in grado di riattivare le energie del passato per trasferirle nel presente.
Attraverso la contaminazione tra istinto e intelletto, emozione e ragione, azione e contemplazione, Spazio Taverna trasferisce potenze del passato nel mondo attuale, caricandole di nuovi significati che si rivelano utili -se non necessari- per comprendere e gestire con consapevolezza la complessità del presente, riallacciando antichi legami tra arte, scienza, tecnologia, alchimia, magia , poesia e altri campi del sapere.
Superando l’iper specializzazione, ST crea uno spazio di pausa dove ogni individuo può scoprire la propria componente creativa, attraverso momenti di approfondimento interiore e secondo percorsi simbolici e riti quotidiani capaci di risvegliare la capacità umana di produrre e coltivare la “meraviglia”. Dopo aver prodotto il talismano, ST intende realizzare nel prossimo futuro altri oggetti-amuleti, in grado di riportare nel presente le energie del passato, attraverso un immaginario evocativo, magico e misterioso, da riferire ad un tempo “sospeso”, in bilico tra forma e pensiero.
Le contaminazioni fra saperi sprigionano la loro potenza anche quando vengono applicate ai luoghi e alle storie che giacciono sopite da tempo nelle pietre del nostro territorio nazionale.
Un Genius Loci che viene risvegliato per sprigionare quelle energie necessarie a livello collettivo per riappropriarsi del proprio presente. Il Parco dell’Appia Antica, la città di Gubbio, il palazzo Ducale di Tagliacozzo e il Forte Malatestiano di Ascoli Piceno sono alcuni spazi monumentali riletti dagli artisti contemporanei secondo un linguaggio che ne proietta l’identità simbolica nel XXI secolo, attraverso chiavi di lettura che uniscono suggestioni antiche con concetti innovativi, al fine di rendere l’arte contemporanea un metro necessario per orientarsi nell’attualità ed interpretarla in maniera efficace, oltre che a curare i traumi storici delle città italiane, come per “Le Ferite di Roma”.
La stessa natura di Spazio Taverna, ubicato nella sede degli Incontri Internazionali d’Arte all’interno del palazzo Taverna, costruito nel medioevo dalla famiglia dei principi Orsini su un piccolo monticello artificiale dovuto alla stratificazione secolare di marmi e pietre provenienti dall’attività di marmorari e tagliapietre in epoca romana, è una combinazione di storia, architettura, arte e personaggi storici.
Tradizione e innovazione, visione e pensiero alternativo, genius loci e riletture storiche: il mondo di Spazio Taverna offre possibili chiavi di lettura del mondo contemporaneo attraverso sorgenti di energia trasformativa che agisce sui luoghi, sui personaggi storici ma anche sulle persone, che partecipano alle Esperienze, serate uniche dove viene abolita la distanza tra pubblico e opera d’arte.
Nel 2024 le esperienze di Spazio Taverna avranno luogo al Castello Aragonese di Reggio Calabria, nell’ambito della mostra 1908, all’interno di Casa Lana nel palazzo della Triennale a Milano, nella Rocca Malatestiana di Ascoli Piceno e infine al Centro Culturale Vallone a Parigi.