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Parlare delle mutazioni sociali con la Videoarte? Si può, al MAST

Paulien Oltheten, Kapitalism, 2016
La mostra “Vertigo – Video Scenarios of Rapid Changes” presso la Fondazione MAST di Bologna curata da Urs Stahel, coinvolge 29 artisti internazionali nell’esplorare il tema delle mutazioni della società attraverso il potente medium della videoarte

“Vertigo” si distingue per essere composta esclusivamente da 34 opere video di durata variegata, alcune delle quali estese per diverse ore, fruibili attraverso dispositivi mobili e cuffie, sfruttando QR code accanto alle installazioni, ma anche attraverso schermi giganti alla vecchia maniera.
Divisa in sei sezioni tematiche, ciascuna accompagnata da una serie di Intermezzi – videoinstallazioni disseminate lungo il percorso espositivo, queste sezioni affrontano questioni cruciali come il lavoro e i processi produttivi, il commercio e i traffici, i nuovi comportamenti, la comunicazione, l’ambiente naturale e il contratto sociale.
Raccontandovene brevemente qualcuna: Friend Watan di Chen Chieh-jen e 15 hours di Wang Bing esplorano il lato malinconico e suggestivo delle fabbriche, mentre altre, come quelle di Simon Gush, affrontano le complessità delle condizioni lavorative.
Cao Fei ci porta in un grande deposito di merci attraverso AsiaOne, mentre il duo Kaya & Blank esplora i porti commerciali globali in Intermodal, qualcosa di incredibile. The Rise di Nina Fischer & Maroan el Sani e Performance di Gabriela Löffel esplorano il mistero e l’imprevedibilità sottostanti al presente (Cosa sarà di noi? potrebbe essere una buona domanda che nasce guardando queste opere).
Ariane Loze analizza l’intrusione costante nella vita di una donna dinamica in If you didn’t choose A, you will probably choose B, mentre Profitability di Lauren Huret ironizza il mondo dell’arte contemporanea.

Julika Rudelius, The only reason…, 2019

Ultime opere che vi consiglio di vedere sono: Contaminated Home ancora di Fischer & el Sani che affronta le conseguenze dell’incidente nucleare di Fukushima, mentre Broken Spectre di Richard Mosse è immersa nella deforestazione amazzonica.
Negli spazi della Fondazione MAST è possibile perdersi per l’altissima qualità delle opere in mostra e, anche, per la loro durata, pertanto il consiglio che mi permetto di darvi è prendetevi il tempo necessario: ne varrà la pena, perché ad ogni angolo è praticamente impossibile non riflettere attraverso queste immagini e non sentirle così vicine alla vita di tutti i giorni.
“Vertigo – Video Scenarios of Rapid Changes” offre una riflessione provocatoria e profonda sui rapidi mutamenti della società moderna, e gli artisti internazionali coinvolti portano prospettive uniche e stimolanti: un invito allo spettatore per esplorare, riflettere e confrontarsi con la vertigine della trasformazione continua, che ora definisce la nostra nuova normalità. Fino al 30 giugno 2024, non perdetevela.

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