Sotheby’s presenta A love letter to Beirut, un’asta dedicata alle opere di artisti mediorientali dal 1960 ad oggi che a modo loro si sono ispirati a Beirut, la “Parigi del Medioriente”. Esposizione dal 26 all’1 marzo a Dubai, dal 19 al 22 aprile a Londra. Sempre a Londra, l’asta, il 23 aprile 2024.
Le opere di quasi 50 autori – una trentina libanesi, gli altri provenienti da Iraq, Egitto, Siria e Palestina – compongono il catalogo di un’asta davvero particolare, incentrata su Beirut e sul suo fascino artistico.
A raccontarlo sono i dipinti e le sculture di artisti del calibro di Etel Adnan, Huguete Caland, Ayman Baalbaki, Mona Saudi, Aref El Rayess e Saloua Raouda Choucair, solo per citarne alcuni. Insieme, le opere tracciano l’influenza del Libano nella storia dell’arte, locale e internazionale, dagli inizi del modernismo di metà secolo fino ai giorni nostri.
É stato proprio a metà del Novecento che ha inizio la storia dell’arte moderna libanese. Con l’indipendenza e la nascita di uno stato democratico, dal 1943 in poi lo status dell’artista iniziò gradualmente a mutare da a artigiano a intellettuale, stimolata dai progressi istituzionali e dalle attività culturali che sostenevano l’ecosistema artistico.
Tra i primi artisti a emergere in questo contesto ci fu Etel Adnan, nata a Beirut nel 1925 e oggi considerata uno degli artisti più importanti della regione. Di lei abbiamo di recente parlato per l’importante retrospettiva di cui è protagonista a Ithra, in Arabia Saudita. In asta un’astrazione tipica della pittrice, abile a suggerire paesaggi tratteggiando figure geometriche attraverso un raffinato uso del colore. La stima è di 150-250 mila euro.
Un’altra opera importante è Maisons à Aïtanit di Mahmoud Saïd. Considerato il fondatore dell’arte moderna egiziana, Mahmoud Saïd rappresenta un maestro della pittura di paesaggio, che fosse quello egiziano o quello dei luoghi che visitava in viaggio. Come accade negli anni ’50, in Libano, dove raffigura appunto il villaggio di Aïtanit, situato appena fuori Beirut sulle rive di un lago. Sul retro del dipinto c’è una dedica all’amico e mentore di Saïd, il dottor Joseph Elkayem, la cui famiglia metterà all’asta il dipinto per la prima volta.
Seguono due senza titolo: uno di Aref el Rayess (stima 60-80 mila sterline), che assorbì l’influenza di Fernand Léger e André Lhote, e l’altro di Huguete Caland (stima 40-60 mila sterline). In asta anche un dipinto di Helen Khal del 1982 (stima 30-50 mila sterline), che insieme con suo marito Yusuf Khal aprì la prima galleria d’arte commerciale di Beirut (Gallery One) nel 1963. Di Rothkiana memoria, poi, il Paesaggio marino di Saliba Douaihy (stima 50-70 mila sterline).
Sul fronte scultoreo spicca Madre e figlio (stima 60-80 mila sterline) dell’artista iracheno Mohammed Ghani Hikmat. Qui Hikmat esplora il tema tradizionale della maternità attraverso la lente della cultura irachena e della vita quotidiana di Baghdad, rappresentandola in modo essenziale, astratto e senza tempo.