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Michelangelo Consani ed Emanuele Becheri: scultura e generazioni

Michelangelo Consani, anarchico gesto di un occidentale, 2023, marmorina, gres porcellanato di Prospero Rasulo per Zanotta, 34x53x43 cm. Foto di Ernesto Mangone
Si è aperto, nella galleria di Pistoia ME Vannucci il progetto l Opere / Costellazioni di Michelangelo Consani ed Emanuele Becheri. Seconda mostra della serie di dialoghi A due, un progetto che mira a esplorare la ricerca artistica come mezzo per riflettere sul presente da diverse prospettive

È Michelangelo Consani (Livorno, 1971) – che collabora con la galleria ME Vannucci dal 2021 con la mostra “Attraversò il campo di patate senza farsi alcun male”, a cura di Pier Luigi Tazzi – a coinvolgere per questo dialogo l’artista Emanuele Becheri (Prato, 1973). Insieme i due artisti invitano l’amico e artista Francesco Carone che dedica al progetto un testo autobiografico e relazionale.
La luminosa e amplia galleria ME Vannucci accoglie in questa mostra l’invito a riflettere sulla scultura, tema già interno al dialogo avviato tra i due artisti negli incontri casuali in fonderia e poi in occasione delle esposizioni al Museo d’Inverno (un progetto di Francesco Carone e Eugenia Vanni nella sede della Contrada della Lupa di Siena dove gli artisti sono chiamati a esporre solo le proprie collezioni).

Emanuele Becheri, Testa, 2018, terracotta, ossidi, h27, misure variabili. Foto Emanuele Becheri

Le opere presentate da Michelangelo Consani, basate su una scelta rigorosa e ben scandita nelle forme, dimensioni e distribuzione nello spazio, costruiscono simbolicamente frammenti esplosi e ri-agganciati di un unico autoritratto, a partire da alcuni punti fermi che costituiscono momenti fondamentali della sua esistenza. Un percorso che ci stupisce per il suo rigore emotivo, dove la materia, che emerge e si racconta nelle sculture, fa riferimento ad una rilettura critica della scultura classica con l’utilizzo del bronzo, del marmo Nero del Belgio e della marmorina. Le basi delle opere, altro elemento concreto e simbolico che è partecipe della riflessione di Consani, sono parte integrante delle sculture e ne compiono la complessità ideativa e concettuale mediante efficaci contrasti e parallelismi.
Emanuele Becheri presenta, tra le altre, tre opere in terracotta che raccontano alcuni dei temi essenziali maturati nella ricerca dell’artista dal 2017, anno in cui inizia a rivolgersi verso il mondo della plastica. Una Testa, una Figura e una Coppia si inseguono con rimandi di forme in movimento che l’artista ha volutamente trattenuto e distanziato in teche di vetro su alti basamenti.
Nel percorso della mostra le opere di Consani e Becheri si osservano reciprocamente, quasi come se ciascuno raccontasse qualcosa all’altro.
Nella visione d’insieme, che non disperde l’energia delle singole opere ma al contrario ne evidenzia autonomia e distanza, emerge una tensione che ricorda la relazione tra tempo e lavoro, pensiero e pratica, tipica degli artisti del passato. La sensazione che emerge, addentrandosi nel grande spazio luminoso della galleria, è quella di partecipare ad un dialogo silente nel quale le forme si predispongono alla nostra osservazione per offrire prospettive personali dentro una storia comune, passata e presente.
La project room della galleria ospita invece due opere realizzate da Consani e Becheri in stretta relazione tanto da essere destinate a non separarsi mai, segno di una reciprocità e di una vicinanza che il progetto di dialoghi A Due ha costruito.

Opere/Costellazioni, veduta della mostra con le opere: Michelangelo Consani, il malatiello, 2023, marmo nero del Belgio, legno, 34x32x133 cm; Emanuele Becheri, Figura, 2020, terracotta, ossidi, 65x12x30cm; Emanuele Becheri,Testa, 2018, terracotta, ossidi, h27, misure variabili; Emanuele Becheri, Coppia, 2023, terracotta, ossidi, 32x18x31cm. Galleria ME Vannucci, Pistoia. Foto Ernesto Mangone

Più che una mostra, Opere / Costellazioni di Consani e Becheri è un progetto che permette di toccare e parlare di scultura e che trova nella Galleria ME Vannucci una casa ideativa e accogliente, come l’atmosfera che si registra partecipando alle attività della galleria che negli anni ha saputo rilanciare generazioni e ricerche. Nata nel 1959 con Ermanno Vannucci in locali del centro di Pistoia, la galleria è stata a lungo luogo di dibattiti fra artisti, politici e curiosi con esposizioni, fra gli altri, degli artisti Primo Conti, Renato Guttuso, Marino Marini, Giovanni Michelucci, Zoran Music, Concetto Pozzati, Bruno Saetti. Nel 1995 si assiste al cambio generazionale con i figli Enrico e Alessandro e l’apertura di una stagione con nuove attività come la presentazione di libri d’arte, concerti e reading di poesie accanto a mostre di artisti internazionali e la parallela attenzione al territorio (Carla Accardi, Roberto Barni, Umberto Buscioni, Mario Ceroli, Giuseppe Chiari, Bruno Munari, Gualtiero Nativi, Renato Ranaldi, Gianni Ruffi, Daniel Spoerri, Sanfilippo). Nel 2010 l’architetto Massimiliano Vannucci, figlio di Enrico e nipote di Ermanno, entra nella direzione artistica della galleria con il padre, scomparso nel 2023. E di nuovo si registra un cambio di sensibilità con il desiderio di costruire un luogo di riflessione e ideazione, produzione e presentazione in dialogo con il suo habitat. Le collaborazioni con gli artisti si allargano (Mohsen Baghernejad Moghanjooghi, Luca Caccioni, Michelangelo Consani, Fabrizio Corneli, Vittorio Corsini, Paolo Fabiani, Antonello Ghezzi, Lori Lako, Luigi Mainolfi, Erika Pellicci, Michelangelo Pistoletto, Gianni Ruffi, Pino Spagnulo, Giovanni Termini, Sandra Tomboloni, …). Nel 2018 cambia anche la sede e la galleria ME Vannucci si sposta in via Gorizia, alle porte di Pistoia, con la scelta di uno spazio post-industriale già sede delle officine elettromeccaniche e ferroviarie Storai. Qui gli ampi spazi espositivi si alternano a spazi di consultazione e spazi di incontro. Come la grande cucina dove, fra libri e vettovaglie, artisti e collezionisti amano ritrovarsi.

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