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Per “il popolo di città e contado”. Riapre a Firenze il Museo della Specola

Il Museo della Specola, a Firenze Il Museo della Specola, a Firenze
Il Museo della Specola, a Firenze
Il Museo della Specola, a Firenze

A Palazzo Torrigiani di via Romana, a Firenze, torna visitabile il Museo di Fisica e Storia Naturale a 250 anni dall’inaugurazione

Uno dei musei più cari ai fiorentini (e non soltanto), torna ad aprire le sue porte presso Palazzo Torrigiani in una veste rinnovata. “La Specola” sarà di nuovo visitabile in tutta la sua bellezza dopo un consistente intervento di riqualificazione realizzato principalmente grazie alla Regione Toscana e l’Università di Firenze. Nuovi percorsi espositivi si affiancano al percorso storico, per celebrare l’anniversario di questo luogo straordinario. Inaugurato il 21 febbraio del 1775 con il nome di “Imperiale e Reale Museo di Fisica e Storia Naturale” sotto l’egida dell’illuminato Pietro Leopoldo.

 

Il Museo della Specola, a Firenze
Il Museo della Specola, a Firenze

Sin dal principio l’istituzione scientifica venne pensata come museo inclusivo e accessibile a chiunquepurché pulitamente vestito” (recitava il biglietto un tempo). Gli oggetti presenti al suo interno dovevano essere “resi parlanti da per loro”, vale a dire in modo che ciascuno potesse “conoscere tutto da se solo, senza professore”, secondo il principio illuminista che la conoscenza dovesse essere fruibile a tutti indipendentemente dalla conoscenza pregressa del visitatore, e messa al servizio del miglioramento delle condizioni di vita della popolazione del Granducato di Toscana.

 

Il Museo della Specola, a Firenze
Il Museo della Specola, a Firenze

Dalla terra al cielo

La Natura veniva presentata nella sua completezza, in un percorso che andasse dalla Terra (come si ammira nella meravigliosa sezione di mineralogia al primo piano), sino al cielo (si veda il Torrino della Specola), passando per la botanica, l’anatomia e la zoologia. Dopo cinque anni di lavori finalmente tutti potranno rimanere a bocca aperta di fronte alla collezione medicea di pietre lavorate. E di campioni di minerali unici al mondo. Ammirando inoltre al secondo piano la genesi della ceroplastica fiorentina, con i teatrini allegorici del siciliano Gaetano Zumbo (1656-1701). Sino alla eccezionale “Venere Smontabile” di Clemente Susini (1754-1814).

 

Il Museo della, a Firenze
Il Museo della Specola, a Firenze

Dopo oltre un secolo torna anche ad essere visibile la spettacolare collezione delle cere botaniche di piante e frutti. In un singolare connubio tra Arte e Scienza il visitatore potrà godere di un’esperienza a tutto tondo camminando per le sale dell’eccellenza appartenente al patrimonio del Sistema Museale dell’Ateneo di Firenze. Sino a contemplare persino alcuni dipinti di Bartolomeo Bimbi (1648-1729), realizzati con un intento di catalogazione scientifica per la famiglia medicea.

 

 

Il Museo de La Specola si offre dunque in tutto il suo splendore a partire da fine febbraio, così come aveva fatto per ben 250 anni (perchè non ricordare alcuni numeri provenienti dal passato: tra il 1784 e l’ottobre del 1785 furono oltre 7.000 i visitatori, di cui circa il 30% donne, con orario 8-13 per “il popolo di città e contado”, e dalle ricerche pare che l’83,7% dei visitatori appartenesse al “terzo stato”).

 

Il Museo della, a Firenze
Il Museo della Specola, a Firenze

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