In occasione di Museocity Milano (1-5 marzo 2024), Dep Art Gallery presenta la mostra Emilio Scanavino, Dare Forma, che riunisce 15 opere rappresentative della carriera dell’artista.
Ci sono amori la cui intensità è certificata dall’estensione della loro durata, per altri bastano cinque giorni a trasmetterne ambizione e portata. É il caso di Dep Art Gallery che, in occasione di Museocity Milano (1-5 marzo 2024), ha dedicato una mostra a Emilio Scanavino che non dura nemmeno una settimana, ma che proprio per questo si fa simbolo di un rapporto di profonda stima con l’artista.
La pluriennale attenzione dedicata da Dep Art Gallery al lavoro di Scanavino è il segno del costante interesse e dell’importanza che l’opera dell’artista ha avuto per il collezionismo milanese e nazionale. Fondata nel 2006, la galleria ha infatti dimostrato precocemente la consapevolezza dell’importanza di Scanavino, organizzando una mostra dedicata all’artista già nel 2008.
Antonio Addamiano, direttore di Dep Art, ha inoltre affiancato Giorgina Scanavino nel lavoro di Archivio per alcuni anni, fino alla sua scomparsa. Da quel momento la galleria ha prodotto, nel corso di 16 anni, ben tre cataloghi personali. L’ultima pubblicazione è quella che accompagna questa esposizione:: in italiano e inglese, il catalogo è comprensivo delle immagini dell’esposizione e di alcune immagini storiche, apparati bio-bibliografici aggiornati e un testo critico dedicato.
La mostra di oggi è dunque l’ennesimo importante tributo che la galleria milanese dedica all’artista genoano. 15 opere, tra dipinti e sculture, che raccontano l’evoluzione artistica e stilistica di uno dei protagonisti del secondo Novecento italiano. Attraversate le le principali correnti artistiche del suo periodo, dal post cubismo alle esperienze informali dell’Espressionismo Astratto, Scanavino è riuscito ad interpretarle a modo suo, sviluppando un linguaggio personalissimo, inconfondibile.
Di questa ricerca dà conto l’esposizione, che non a caso si chiama Dare Forma. Come si traduce una visione interiore in un’opera definita? Come riuscire a trasmettere l’intensità emotiva che si porta dietro? E a immetterci teorie tematiche esistenziali e filosofiche? A queste (e altre domande) prova a rispondere l’esposizione, che gode in particolare di due prestiti dell’Archivio Scanavino di due lavori Pane (ceramica, 1976) e Il cavalletto (olio su tela, 1980). Opere che sono state selezionate per arricchire, idealmente, la mostra A Milano. Emilio Scanavino. Opere e documenti degli anni ‘50, esposta alla sede dell’archivio e incentrata sull’attività dell’artista a Milano durante quel periodo.