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Perdersi e ritrovarsi con le opere di Mirko Baricchi, da Atipografia

Mirko Baricchi, Babel #5, 2022, tecnica mista su tela, cm 80 x 60, Photo Courtesy @Luca Peruzzi
Arzignano, centro della provincia vicentina, ospita Atipografia, luogo di mostre di spessore voluto da Elena Dal Molin. Stavolta lo spettacolo ipnotico è la nuova mostra personale di Mirko Baricchi, dal titolo “Babel”.

Fino al 18 maggio 2024 da Atipografia si potranno conoscere oltre due decenni di lavoro di Baricchi, che con “Babel” fa accomodare lo spettatore in un’odissea visiva, narrando le complessità dell’evoluzione artistica che negli ultimi dieci anni l’hanno accompagnato.Venti opere sono presentate in mostra, di diversa natura: su tela e carta, molte delle quali create appositamente per questa occasione, con il grande supporto della scenografia architettonica di Atipografia che fornisce uno sfondo adatto alle creazioni di Baricchi.

che transita senza soluzione di continuità tra cicli distinti, attraversando i territori della pittura, della grafica e dell’illustrazione.
Il titolo stesso, “Babel”, trae ispirazione dalla leggendaria Torre di Babele, di cui tutto si è raccontato e detto nei secoli, e qui non solo funge da immagine evocativa ma anche da ponte tra tutto il lavoro presentato dall’artista.
Il viaggio in questa odissea visiva inizia con la serie Selva, inaugurata nel 2018: qui Baricchi, ispirandosi a Giorgio Morandi e ai fondali rinascimentali, crea paesaggi mentali dominati da tonalità di verde e da una gestualità pittorica robusta. Mentre la narrazione si sviluppa, “Selva” si fonde e si confonde con i primi esperimenti della successiva serie “Babel”, che introduce sfondi bianchi adornati da venature e trasparenze, evolvendosi gradualmente in elementi inaspettati come la calligrafia e gli interventi spray, evocando il mondo dell’illustrazione.
A Baricchi non piace dipingere o disegnare soggetti convenzionali, non ne fa un segreto, poiché pone i riflettori sull’autentico protagonista della sua contemplazione: l’atto di dipingere stesso.

Mirko Baricchi, Babel #2, 2024, tecnica mista su tela, cm 150 x 120, Photo Courtesy @Luca Peruzzi

“La motivazione che mi ha sempre mosso non è mai stata quella della mera rappresentazione lirica o narrativa. Dipingere la pittura, questo è il punto: la pittura è sia il soggetto che l’oggetto”, è quello che l’artista ci racconta. Del resto la pittura è così forte che basta ed avanza come motivazione, no? A pensarci bene mi sono ricordato di quando un grand pittore dello scorso tempo diceva che la pittura è una cosa assai seria, lo è per davvero e questa personale ne è un remainder niente male.
“Babel” è un delicato equilibrio tra un’immagine che oscilla tra paesaggi tangibili e i regni eterei della mente, una fusione accattivante che tiene lo spettatore attento al panorama delle opere, con una capacità di racconto pittorico per nulla banale: un invito a immergersi nel cosmo artistico di Mirko Baricchi, in una personale curata con passione e professionalità, in dialogo con la poesia che è l’atto del dipingere che ci accompagna nelle creazioni talvolta enigmatiche di Baricchi che risuonano al di là della tela, offrendo un’esperienza unica che trascende la normalità, offrendo uno sguardo nella profonda essenza della sua arte.

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