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Crisa incontra Maria Lai. Nuova acquisizione al MUSMA di Matera

Maria Lai, Sa domo de su dolo, 2002, terracotta, cm 35 x 40 x 40 Donazione Maria Lai, Cardedu, NU Maria Lai, Sa domo de su dolo, 2002, terracotta, cm 35 x 40 x 40 Donazione Maria Lai, Cardedu, NU
Maria Lai, Sa domo de su dolo, 2002, terracotta, cm 35 x 40 x 40 Donazione Maria Lai, Cardedu, NU
Maria Lai, Sa domo de su dolo, 2002, terracotta, cm 35 x 40 x 40 Donazione Maria Lai, Cardedu, NU

Al Museo della Scultura Contemporanea l’installazione di Crisa in dialogo con le opere della grande artista sarda

Una geografia immaginaria composta da sezioni o frammenti di mondo che racconteranno un territorio con il suo paesaggio e il suo cambiamento urbanistico e lo spopolamento”. Così l’artista Crisa (nome d’arte di Federico Carta) contestualizza la sua opera Cartogramma, che entra a far parte della collezione del MUSMA di Matera. Museo che continua ad ampliare la propria collezione accogliendo nuove donazioni e facendole dialogare con opere già in collezione. E il giovane artista sardo trova ad “accoglierlo” una conterranea di grande prestigio, Maria Lai, rappresentata appunto da tre opere già presenti nella collezione del Museo della Scultura Contemporanea.

 

Veduta dell'installazione Cartogramma con le sculture di Maria Lai, ph. Luca Centola
Veduta dell’installazione Cartogramma con le sculture di Maria Lai, ph. Luca Centola

Spazi cosmici

La nuova opera del quarantenne Crisa è costituita da un dipinto al quale si sovrappongono inserti scultorei in ceramica, dipinti e incisi. “Veri e propri focus sulla memoria dell’umanità”, puntualizza l’autore. “Un reperto di memorie che sono venute a definirci, tali concetti sono i flussi migratori, i cambiamenti, gli assestamenti e lo spostamento”. Le opere di Maria Lai esposte in dialogo con la nuova acquisizione sono “Cuore mio 2002”, “La torre, 1971-2002” e “Sa domu de su dolu, 2002”. Un incontro capace di generare nuove “geografie”, come anticipato dalla stessa Lai: “Cerco spazi cosmici, cieli, spazi lontanissimi però tattili. Gli spazi che cerco non sono tanto in una superficie, quanto al di là di essa…Le mappe astrali rispondevano all’esigenza di un rapporto con l’infinito, di una dilatazione e proiezione sulla lontananza… Sono un invito al viaggio”.

 

Maria Lai, Cuore mio, 2002. Dimensioni- 105 X 74 cm_©MUSMA
Maria Lai, Cuore mio, 2002. Dimensioni- 105 X 74 cm_©MUSMA

Il museo materano si caratterizza per due differenti registri: al piano superiore la linea temporale parte dal 1883 con il Birichino, del maestro della scultura italiana Medardo Rosso, sino ad arrivare alla stretta contemporaneità. È qui che si incontrano artisti quali Martini, Cambellotti, Fazzini, i Basaldella, Melotti, Uncini, Perilli, Cerone, Strazza, Rocco Orlando. Nella parte ipogea si predilige il binomio contenuto-contenitore che mette in rapporto l’architettura per sottrazione degli ipogei con i vari materiali e linguaggi della scultura. E si ritrovano opere quali Calcio di rigore di Emilio Isgrò, opere prodotte attraverso esperienze di residenza quali Amazon di Saverio Todaro, o opere che sembrano essere nate per gli spazi ipogei, quali il Vortice di Eliseo Mattiacci, la Croce di Alberto Timossi, o il Codice progressivo di Carlo Bernardini.

 

Particolare Cartogramma, ph. Luca Centola

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