Il 28 marzo 2024 Cambi Casa d’Aste presenta a Genova un doppio appuntamento dedicato all’arte del XIX e XX secolo, diviso in un due appuntamenti: uno dedicato alla scultura (ore 14) e uno ai dipinti (ore 16).
Si parte dunque dalla scultura, con un catalogo di quasi 200 pezzi. Tra questi un’imponente scultura in bronzo fuso dal titolo Il lavoro, firmata nel 1895 da Benedetto Civiletti (1845-1899). L’artista ne realizzò due versioni: una collocata in piazza Castelnuovo a Palermo, l’altra commissionata dall’imprenditore e politico Ignazio Florio e posta nel giardino di Villa Florio a Favignana. É quest’ultima che passa ora in asta con una stima di 15-20 mila euro.
Si distingue poi il nucleo di sculture animalier in bronzo. Bisonti, tori, aquile, aironi, camosci, falchi, un cervo e vari esemplari canini stimati tra i 200 e i 1.200 euro. Così come una serie di sculture di Sirio Tofanari (1886-1969): come La Carezza, in bronzo fuso e patinato proveniente dalla Galleria Antonacci di Roma (stima 12-18 mila euro), Le Antilopi (madre e cucciolo) (stima 2-3 mila euro), la grande Antilope morente (base d’asta 15-2 mila euro) e l’elegante Babbuino in bronzo fuso e patinato su base in marmo (stima 8-10 mila euro).
Tra i top lot della sessione dipinti, spiccano invece i tre capolavori assoluti firmati dai Maestri del Divisionismo italiano Angelo Morbelli e Giuseppe Pellizza da Volpedo. Di Angelo Morbelli vengono presentati due dipinti: un olio su tela dal titolo Tetti sotto la neve del 1912, firmato e datato in basso a sinistra (base d’asta 200-300 mila euro; e Partita interessante, dipinto firmato e datato 1904, stimato 150-200 mila euro.
Di Pellizza da Volpedo la maison propone La Clementina, opera firmata e datata 1904, che raffigura una località vicino al paese natale dell’artista con una cascina sullo sfondo e un albero al centro. L’opera (base d’asta 80-120 mila euro) rappresenta un momento dei primi del Novecento in cui l’artista si dedica con particolare impegno allo studio del paesaggio, ispirato dal viaggio a Parigi per l’Esposizione Universale del 1900 e dalla visita alla Biennale di Venezia del 1901.
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