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Musei delle Lacrime: A Venezia una preziosa indagine sulle lacrime perdute nella storia dell’arte

Francesco Vezzoli
Portrait of Paulina Porizkova as a Renaissance Madonna with Holy Child Crying Salvador Dalí’s Jewels (After Lorenzo Lotto), 2011
Stampa inkjet su tela, ricamo metallico e in cotone, stoffa, bigiotteria, acquerello, cornice d’artista, 115 x 80 cm
Collezione privata
© Foto Alessandro Ciampi

Musei delle Lacrime è un progetto ideato da Francesco Vezzoli (Brescia, 1971) in maniera site-specific per le sale del Museo Correr di Venezia dal 17 aprile al 24 novembre. La mostra, curata da Donatien Grau, si basa sulla continua ricerca di Francesco Vezzoli dedicata al dialogo con il patrimonio artistico e portata avanti in modo radicale e innovativo. Quasi trent’anni fa, l’artista iniziò a ricamare lacrime su immagini di capolavori, creando così un proprio museo e sfidando l’idea stessa del museo come affermazione di potere. Nel Museo Correr, dove l’allestimento Moderno risalta la collezione, l’artista cala la propria ricerca in una nuova visione con opere che abbracciano oltre vent’anni di produzione artistica, da pezzi storici a quasi una dozzina di opere di nuova creazione, realizzate appositamente. Musei delle Lacrime attinge al rapporto di Francesco Vezzoli con la storia dell’arte: amplia, mette in discussione e sfida i vari modi in cui il patrimonio viene raccontato al pubblico e come la nostra epoca  vi si relazioni attraverso le premesse ideologiche di ogni allestimento per esplorare i temi universali delle esperienze umane.

Musei delle Lacrime è concepita come un’indagine sulle lacrime perdute nella storia dell’arte. Dagli affreschi romani fino alle Avanguardie del XX secolo – entrambe presenti nella storia dell’arte veneziana – il corpo umano è stato rappresentato e studiato in tutti i modi possibili. Dopo un’approfondita ricerca, mi sono reso conto che si possono trovare qualsiasi tipo di attività ed espressioni di sentimenti, eccetto l’atto di piangere. Le lacrime sono notevolmente assenti dall’universo visivo dell’arte, sono un segno di debolezza che non vogliamo condividere pubblicamente tramite l’arte. L’arte può essere intima, come il mio gesto di ricamo, può cambiare la nostra vita. Questo è ciò che i musei mostrano, e sono entusiasta di continuare questo viaggio a Venezia, al Museo Correr”

Francesco Vezzoli
Crying Portrait of Stephanie Seymour as a Renaissance Madonna with Holy Child (After Benozzo Gozzoli), 2010
Stampa inkjet su tela, ricamo metallico e in cotone, stoffa, bigiotteria, acquerello, cornice d’artista, 252 x 135 cm
Collezione privata
© Foto Alessandro Ciampi

Il progetto espositivo, concepito su invito di Venice International Foundation, trova le sue radici nella sede stessa del Museo Correr, dove l’architetto e designer Carlo Scarpa ha concepito l’allestimento in chiave modernista per ospitare dipinti e sculture dal XIII al XVII secolo. Scarpa inventò nuovi modi di teatralizzare i dipinti, creando così un nuovo santuario per il patrimonio veneziano. Affrontando questa ambivalenza tra contemporaneo e storico, Francesco Vezzoli si inserisce nel contesto espositivo del Museo Correr nel massimo rispetto dell’impostazione scarpiana, rendendo omaggio alla doppia storia di Venezia come testimonianza di un patrimonio storico e manifestazione della modernità; come tale, collega la collezione del museo creando ideali parallelismi con altri allestimenti di Carlo Scarpa. Gli elementi allestitivi della mostra sono stati ideati da Filippo Bisagni. Francesco Vezzoli ricama i suoi quadri da sé, in un’esperienza privata e intima che capovolge le categorie di maschile e femminile, sovvertimento qui in dialogo con una storia dell’arte definita dalle regole della mascolinità dall’ideazione all’esposizione. L’intervento dell’artista aprendo apre a una diversa esperienza del patrimonio e del nostro tempo.

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