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Mostre interessanti e atmosfera di relax al MA*GA di Gallarate

Bruno Munari, Quadrato a tre dimensioni. Variazione Prima, 1985
Bruno Munari, Quadrato a tre dimensioni. Variazione Prima, 1985

Un piacevole pomeriggio al Museo MA.GA di Gallarate, a due passi dall’aeroporto di Malpensa e 20 minuti da Milano.  Tra progetti di arte contemporanea, mostre di artisti storici, spazi relax e biblioteca con sala lettura 

Fino al 16 giugno Alfabeto del Contemporaneo. La voce degli artisti è esposta -attingendo a opere della collezione permanente- al MA*GA di Gallarate (Va), con un progetto realizzato in collaborazione con Sky Art e STORYVILLE, curato da Alessandro Castiglioni ed Emma Zanella, in onda su SkyArte da ieri, sabato 27 aprile fino a sabato 4 maggio alle ore 21.05, anche in streaming su NOW o sulla pagina web arte.sky.tv.

L’obiettivo è quello di spiegare in otto parole chiave dell’arte contemporanea, ciascuna scelta a partire da una delle opere della collezione permanente del museo: Soglia, Città, Geografia, Economia, Dedalo, Archeologia, Parola e Luce, e in questo gli artisti locali hanno saputo valorizzare al meglio sia l’ambiente nella sua genuinità che afflitto dalle problematiche del secolo dell’industria.

L’Arno è un torrente molto inquinato; la qualità delle acque è stata giudicata pessima fino a circa il 2000.

A Gallarate invece la presenza di gallinelle d’acqua, rane e pesci testimonia una migliore qualità delle acque. Non va però sottovalutato il problema degli scarichi abusivi, talvolta evidente: nel gennaio 2013 l’Arnetta si è colorata di grigio nella zona Nord di Gallarate proprio a causa di uno scarico abusivo. 

Luca Bertolo ha osservato alcuni aspetti microscopici dell’ecosistema della città, raccogliendo, lungo il greto del torrente Arno, frammenti di materiali di scarto, reperti organici, foglie e conchiglie. Tali risibili scarti divengono i soggetti di una serie di disegni raffinati ed evocativi.

Luca Bertolo, 2016 – Tecnica: Disegno, Materiale: Matite colorate su carta, Misure : 16 elementi, 28×20 cm

Questo fiume è una caratteristica della città, e come tale è rimasto vivo nei ricordi di tutti i cittadini, molti dei quali sono stati inclusi in un progetto che li ha visitati nella casa di riposo locale, andando a spolverare la memoria di alcuni anziani malati di Alzheimer, che con fatica e parole raffazzonate hanno descritto le loro memorie più vivide delle avventure nell’Arnetta. 

L’opera è composta da brevi testi, frutto di una rielaborazione fatta da Cesare Pietroiusti a partire da una serie di registrazioni raccolte presso le Residenze Sanitarie Assistite di Gallarate, battuti poi a macchina su carte ingiallite, per evocare la difficoltà nel far riemergere questi ricordi e la loro fragile inconsistenza logorata dal tempo.

FLUSSI (ININTERROTTI) DI PAROLE Cesare Pietroiusti 2016 Tecnica Installazione Materiale Carta e inchiostro.jpeg

Un gruppo di studenti dei licei artistici nel 2016 ha deciso di amplificare il lavoro di Pietroiusti trascrivendo frasi dei racconti con gessetti per le vie di Gallarate, tenendo alta la memoria e lasciando spazio alla vacuità di un ricordo instabile che è destinato a cancellarsi.

 

PRIVATE VIEW Ettore Favini 2016 Tecnica Installazione Materiale Vetro, led, legno, cuoio.jpeg

Private View e’ invece un progetto nato per avviare un processo di scoperta, conoscenza e visione del paesaggio naturale in relazione a quello urbanizzato, un dialogo tra il torrente Arno (piccolo corso d’acqua cittadino) e Gallarate. Ha infatti progettato un percorso lungo il torrente, il tratto cittadino del corso fluviale, che costituisce l’ipotesi di una passeggiata fruibile attraverso una mappa ed una serie di sedute portatili, ritirabili gratuitamente presso la biglietteria del Museo MA*GA.
Con mappa e sgabelli il pubblico può percorrere il fiume, scoprire le visioni e le prospettive segnalate dall’artista e aggiungere le proprie personali Private View da consegnare assieme alle sedute.

 

UN PAESAGGIO DA LONTANO Massimo Bartolini 2009 Tecnica Installazione Materiale Acciaio e ferro

Massimo Bartolini interviene invece – come afferma Laura Cherubini – “celando e sublimando gli sforzi della progettazione e della preparazione”. Rende leggero e tendente all’infinito il classico simbolo di un confine, la cancellata d’ingresso. Bartolini riesce davvero a sublimare quel che può considerarsi una barriera, fino al momento in cui non si aprono i cancelli, e la stessa installazione fa largo ai visitatori, lasciando spaziare la vista sulla linea architettonica del museo e del paesaggio circostante, dove si scorgono le piante di pioppo e le prime sculture, tra cui un delicato Munari (Foto in apertura)

 

Un’esposizione imperdibile è la personale di Davide Maria Coltro (Verona, 1967; vive tra Milano e il Lago Maggiore) intitolata Astrazione mediale, in programma fino al 1° settembre 2024 è inserita nelle attività del  Museo nell’Era Past-Digitale, ricerca promossa dal MA*GA e dal Ministero della Cultura per l’arte digitale.

La rassegna presenta stupefacenti installazioni in cui il linguaggio mediale tra pixels e bits viene lasciato armonicamente danzare in strutture separate ma comunicanti fra loro, come mosse dalla stessa “forza d’onda” che sembra una, ma è l’insieme della contaminazione di tecniche digitali e artistiche. 

I Quadri Mediali  si caratterizzano per un flusso generativo astratto in costante mutamento e progettato (e rielaborato) dall’artista da remoto, realizzando una pittura “oltre la materia”, ovvero elettronica.

Davide Maria Coltro – Inter mirifica 2.0, 2022 Media module MD-System19 series Hardware and software designed by the artist 16 1/10 × 13 × 5 9/10 in | 41 × 33 × 15 cm – Frame included

Ad arricchire di storia e tradizione troviamo poi i neo acquisiti dell’Archivio, della Biblioteca e di alcune opere di Vittorio Tavernari, uno dei più significativi scultori italiani e locali. La mostra intitola Vorrei scolpire l’universo e presenta una raccolta di documenti e corrispondenze dell’artista, e delle tele inaspettate dal forte richiamo spirituale, che completano senza dubbio il suo operato di artista visivo contemporaneo.

Usciti dal MA*GA potete recarvi in piazza della Libertà, dove La fontana dei mestieri” di Vittorio Tavernari, realizzata nel 1955, è una delle opere che più connota il centro storico di Gallarate.

Voluta inizialmente per regolare il traffico delle auto, è divenuta nel tempo l’immagine artistica dell’operosità gallaratese.

Una giornata imperdibile per ricordare tutti gli artisti locali che hanno saputo valorizzare il luogo di origine, a due passi dal torrente Arno. Buona visita!

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