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Fidesarte, dai maestri alle riscoperte dell’arte moderna: in asta a Venezia un catalogo senza confini

UMBERTO MOGGIOLI (TRENTO, 1886 - VENEZIA, 1919) San Francesco del deserto, 1912 UMBERTO MOGGIOLI (TRENTO, 1886 - VENEZIA, 1919) San Francesco del deserto, 1912
JULIO LE PARC (MENDOZA, 1928) Modulation 1104, 2003
JULIO LE PARC (MENDOZA, 1928), Modulation 1104, 2003

Opere di artisti consolidati e curiose riscoperte, dall’Italia e dal mondo, compongono il catalogo di Arte Moderna e Contemporanea che Fidesarte esita in due sessioni a Venezia l’8 e 9 maggio 2024.

Niente di meglio della optical art per allenare l’occhio a muoversi in un catalogo sfaccettato ed eterogeneo come quello che la casa d’aste veneziana Fidesarte si appresta a esitare in laguna. Tra i primi lotti, come detto, spiccano proprio le opere dei maestri del genere cinetico, da Alberto Biasi e Marcello Morandini, che sfidano continuamente l’occhio a ritrovare le coordinate visive costantemente messe alla prova. Tra questi, spicca Julio Le Parc con il suo Modulation (base d’asta 15 mila euro), che immerge le sue geometrie solide in una penombra che aggiunge mistero e tono emotivo alla composizione.

In questa penombra vivono molti dei quadri più apprezzati di Salvo, pittore che nell’ultimo anno ha vissuto una crescita enorme sul mercato, e che ora troviamo nelle aste di prima fascia di tutto il mondo. Qui è in asta con La prima stella (base d’asta 20 mila euro) del 1995, un notturno ambientato in un contesto isolato, forse di campagna, dove si scorge però l’inconfondibile volume stilizzato dei suoi edifici. Atmosfera simile per un Senza titolo di Tino Stefanoni (base d’asta 5 mila euro), che tra forme sintetiche e contesto serale ha più di un’attinenza con il pittore siciliano. 

SALVO (LEONFORTE (EN), 1947 - TORINO, 2015) La prima stella, 1995
SALVO (LEONFORTE (EN), 1947 – TORINO, 2015), La prima stella, 1995

Si cambia registro con Edmondo Bacci, artista che ha ricercato la leggerezza dell’astrattismo agognando all’esuberanza cromatica dell’informale. Trovandola. Come in Avvenimento, dipinto che reca l’etichetta della IX Quadriennale d’arte di Roma del 1965 ed è proposta in asta a partire da 10 mila euro. É stata esposta alla Biennale d’Arte del 1956, invece, Immagine n. 21 di Gino Morandis, per cui la contesa parte da 4.8 mila euro.

Da non perdere, anche a causa delle basi d’asta allettanti e per l’importanza storica di un movimento artistico ancora tutto da scoprire nel mercato, sono le opere degli artisti della Poesia Visiva: Michele Perfetti, Luciano Ori,  Lamberto Pignotti, Juliane Blaine, Ugo Carrega, Sarenco. A spiccare in modo particolare è Ex Libris di Eugenio Miccini, una libreria di notevoli dimensioni esposta anch’essa alla XI Quadriennale Nazionale d’Arte di Roma. Base d’asta 6 mila euro.

La poliedricità del catalogo esplode definitivamente in una sequenza che suggerisce in modo chiaro l’irriducibilità dell’arte a un’interpretazione univoca: prima le opere di Fluxus, poi un assemblaggio di oggetti di Ben Patterson (See better look better, base d’asta 500 euro), seguito da una scultura sonora di Peter Vogel (base d’asta 2.8 mila euro) e uno sgabello (base d’asta 8 mila euro) di Ben Vautier del 1970, appena rientrato dalla mostra Parade tenutasi al Museo d’Arte Contemporanea di Marsiglia.

BEN VAUTIER (NAPOLI, 1935) Ayez pitié d'un pauvre con qui se prend pour un génie, 1970
BEN VAUTIER (NAPOLI, 1935), Ayez pitié d’un pauvre con qui se prend pour un génie, 1970

Risale al 1977, invece, l’esposizione alla Galleria Ferranti di Roma di 9 fotografie di Alberto Garutti, oggi in asta con una base di 5 mila euro. 12 mila la valutazione di partenza di Progetto per Amleto politico del 1973 di Vincenzo Agnetti. Continuando sulla linea dei grandi nomi del panorama italiano ed internazionale troviamo Mario Schifano, Carla Accardi, Bice Lazzari e una pittura di Emilio Vedova del 1977, la cui base d’asta è di 27 mila euro.

In ambito contemporaneo spicca indubbiamente l’opera di Tadashi Kawamata (base d’asta 17 mila euro), noto per le installazioni realizzate per lo più con materiali prodotti in serie come pallet di legno, legno di balsa, lamiera ondulata e cartone. Il lavoro suggerisce il legame tra status socioeconomico e stili architettonici, una connessione tra ciò che è permanente e ciò che è provvisorio. 

TADASHI KAWAMATA (MIKASA, HOKKAIDŌ, 1953) Installation for Hara Museum Arc (A-3), 1990
TADASHI KAWAMATA (MIKASA, HOKKAIDŌ, 1953), Installation for Hara Museum Arc (A-3), 1990

La seconda sessione si concentra sui più grandi nomi italiani della pittura del XIX e XX secolo, anche andando a recuperare movimenti fino a questo momento meno valorizzati. Come i Pittori dell’Ordine della Valigia – Seibezzi, Scarpacroce, Dalla Zorza, Neno Mori, Bergamini, Varagnolo, Carena – abili nel ritrarre poetici scorci di Venezia e provincia, nature morte e ritratti. Viene poi una sezione di opere degl’artisti della Scuola di Burano. Tra questi, spicca fra tutti un’opera di Umberto Moggioli, una splendida veduta di San Francesco del deserto (base d’asta 16 mila euro) del 1912. Infine è la volta degli allievi della Scuola di Ettore Tito e Giacomo Favretto, come Lino Selvatico e Alessandro Milesi

Chiudono le segnalazioni due opere di Filippo De Pisis (Vaso di fiori, base d’asta 6 mila euro) e Giorgio De Chirico (Natura morta, base d’asta 25 mila euro).

IL CATALOGO COMPLETO

UMBERTO MOGGIOLI(TRENTO, 1886 - VENEZIA, 1919) San Francesco del deserto, 1912
UMBERTO MOGGIOLI (TRENTO, 1886 – VENEZIA, 1919), San Francesco del deserto, 1912
EMILIO VEDOVA (VENEZIA, 1919 - 2006) senza titolo, 1977
EMILIO VEDOVA (VENEZIA, 1919 – 2006), senza titolo, 1977

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