Nella cornice medievale del Castel Baradello, a Como, Lorenza Morandotti presenta la sua mostra personale intitolata Cosmos’ Flags, che testimonia la performance che l’artista ha portato avanti negli ultimi anni. Dal 3 maggio al 30 giugno 2024.
La storia di Cosmos’ flags prende avvio nel 2019 nell’isola greca di Creta, durante l’allestimento dell’installazione site-specific Ombelichi e Cosmi che prevedeva oltre a una serie di Ombelichi, ovvero piccole sculture in argilla dalla forma rotonda, anche otto Cosmos’ Flags. Si tratta di una serie di bandiere realizzate in un tessuto finissimo per poter essere attraversate dallo sguardo, e presentano un archetipo universale, che accompagna l’uomo fin dalla preistoria: un cerchio dipinto con pigmenti, i cui colori sfumano verso l’interno, lasciando al centro un vuoto luminoso.
“La mia bandiera – afferma Lorenza Morandotti – è anche un’antibandiera, perché non vuole dire questo luogo è mio, quanto io sono qui in questo luogo, ho la mia identità, ho la mia nazionalità, ho la mia storia personale, individuale ma nella mia piccolezza so di essere parte di qualcosa di molto più grande…Le bandiere storicamente sono simbolo di appartenenza, in pace e in guerra. Le mie Cosmos’ Flags sono simbolo di un’appartenenza allargata che ci accomuna nella ricerca dell’essenziale. Fare proprio questo punto di vista può essere utile per gestire i confini del pensiero, da un’ottica di predominio, alla tutela condivisa”.
Dall’esperienza greca è poi nata l’idea di creare una performance: una bandiera, portata in viaggio dal suo alfiere, ovvero la stessa Lorenza Morandotti, fotografata mentre sventola in particolari siti, selezionati dall’artista milanese secondo un criterio d’importanza storica, culturale, sociale. Le bandiere, inizialmente pensate con otto temi diversi hanno quindi iniziato a viaggiare e a essere fotografate, a volte con l’ausilio di professionisti, a volte grazie all’aiuto di compagni di viaggio o di amici incontrati casualmente, a volte in autonomia con il proprio smartphone. In questo suo muoversi tra i vari siti si è instaurata con le persone una profonda empatia che è diventata parte integrante dell’azione e volàno del messaggio universale che queste bandiere vogliono trasmettere.
Da un museo al mondo e dal mondo, di nuovo, in un altro museo. A Castel Baradello espone quindi una selezione di Cosmos’ flags, oltre a fotografie e video che fanno rivivere la performance così come si è svolta nelle varie nazioni. A queste si affiancano altre serie di lavori di Morandotti: dalle Anime, figure sottili in porcellana, quasi fantasmi, che nascono per caso ma che diventano strumento di narrazione, alle opere tridimensionali dove l’autrice si sofferma sulla materia, sia essa ‘terra’, come nel caso di Omaggio alla Terra, sia essa ‘sasso’, come nelle Transformazioni dove dalla pesante pietra di fiume nasce un velo di porcellana che si libra nel cielo, sia ancora ‘sabbia’.
Presente anche la prima serie di acquerelli dell’artista, Infiniti infiniti, così come i bronzi Vuoto al centro e Graal, sculture nate dal calco di una coppella neolitica scavata in un masso erratico incontrato in Valle Intelvi, tracce di cui è ricco anche il Parco Spina Verde dove sorge il Castel Baradello.