La cinquecentesca Galleria degli Antichi di Palazzo Giardino di Sabbioneta apre le sue porte alla Belle Haleine di Georg Baselitz. Sotto i soffitti lignei e lungo le ventisei arcate della Galleria di Palazzo Giardino, la seconda più lunga galleria affrescata d’Italia dopo quella degli Uffizi, sono esposti imponenti sculture, grandi dipinti su tela e, per la prima volta in Italia tutte insieme, dieci provocatorie incisioni di Georg Baselitz, artista che il pubblico di tutto il mondo ha imparato a conoscere e apprezzare per il proprio tratto vigoroso e spietato e per la consuetudine di rappresentare le figure capovolte, vero e proprio cantore dello struggimento e delle angosce del ‘900. Sino al 24 novembre. E’ la prima volta che le dieci colossali e provocatorie linoleografie stampate a mano e intitolate collettivamente Belle Haleine vengono esposte insieme da quando furono realizzate e presentate oltre 20 anni fa. Il nome è tratto da un’opera d’arte di Marcel Duchamp, artista a cui Baselitz fa spesso riferimento, con risentimento per la tesi da questi proposta, all’inizio del XX secolo: la pittura è morta. Baselitz continua a minare questa affermazione attraverso pastiche dipinti delle parole e delle opere di Duchamp, in una sorta di “elaborazione attraverso un avversario”
Di fondamentale importanza per capire l’opera di Georg Baselitz è la forte connessione che lo lega all’arte di Marcel Duchamp: il titolo stesso della mostra, infatti, è un riferimento diretto all’opera omonima Belle Haleine, Eau de Voilette (Bel respiro, acqua di velo), realizzata da Marcel Duchamp e Man Ray nel 1920. Insieme con sculture mastodontiche e grandi dipinti su tela, saranno esposte in mostra dieci incisioni, linoleografie stampate a mano di grandi dimensioni, ognuna di oltre due metri di altezza, che raffigurano scene tratte da litografie erotiche del XIX secolo, in cui compaiono coppie amoreggianti parzialmente vestite. Le incisioni furono esposte per la prima volta da Baselitz nel 2003 al Musée des Beaux-Arts di Caen (Francia). L’aggiunta di buchi bianchi a coprire i genitali di ogni coppia di amanti, variazione inserita nell’ambito dell’edizione di ciascuna immagine, può essere quindi interpretata come un atto di autocensura, ma sarebbe una spiegazione solo parziale: “un buco nel quadro permette all’immaginazione di girare intorno, come il buco in un disco, attorno al quale suona la musica”. Tutte le incisioni sono state realizzate utilizzando il linoleum, un materiale malleabile che ha permesso all’artista di lavorare con facilità su scala monumentale per quanto riguarda l’uso dello spazio negativo, la leggerezza della linea di taglio e l’eleganza dei tratti ripetuti, brevi e dinamici.