Ogni art week porta con sé grandi mostre in musei e gallerie: ecco che cosa potrete vedere nei quattro grandi musei di Basilea e nella nuova sede – la diciottesima – di Hauser & Wirth.
“Dan Flavin. Dedications in Lights” al Kunstmuseum Basel
Fino al 18 agosto
La mostra antologica, «con cinquantotto opere, alcune delle quali mai esposte in Svizzera, presenta un’indagine tematica e cronologica della singolare opera di Flavin, con particolare attenzione alle opere dedicate a persone o eventi. Si tratta della prima grande mostra dell’artista in Svizzera dopo dodici anni», ha spiegato il museo.
Nel percorso espositivo – ha proseguito – «sono riunite trentacinque installazioni luminose, ventuno opere su carta, due dipinti giovanili di Flavin raramente esposti e una selezione delle opere di Urs Graf che Flavin scelse per la sua presentazione al Kunstmuseum Basel nel 1975». «La presentazione comprende, inoltre, numerosi disegni: ritratti e rappresentazioni della natura che hanno ricevuto relativamente poca attenzione da parte del pubblico, nonché schizzi per opere e diagrammi. I piccoli taccuini che teneva erano uno strumento fondamentale per Flavin e costituiscono una sorta di archivio della sua opera, che abbraccia oltre tre decenni. Infine, ma non meno importante, la mostra mette a fuoco il contesto sociale e storico in cui sono nate le prime opere seminali di Flavin con la luce». Ve ne avevamo parlato qui.
Nelle sale del musoe anche la mostra “When They See Us“, fino al 17 ottobre. La mostra parte le mosse da un questito: «in che modo gli artisti del continente africano e della sua diaspora hanno vissuto ed elaborato artisticamente la vita quotidiana negli ultimi 100 anni? Per rispondere a questa domanda, il team guidato da Koyo Kouoh, direttore e curatore capo dello Zeitz MOCAA di Città del Capo, in Sudafrica, ha intrapreso un’intensa attività di ricerca. Il risultato è una mostra completa che riunisce 150 opere di circa 120 artisti: un caleidoscopio dedicato alla pittura figurativa africana degli ultimi 100 anni», ha spiegato il museo.
“Vilhelm Hammershøi. Silence.’ da Hauser & Wirth Basilea
Fino al 13 luglio
L’antologica di Vilhelm Hammershøi inuagura la diciottesimo sede della mega-galleria, ve ne avevamo parlato qui.
«Nati nel 1864, i dipinti senza tempo di Hammershøi sfidano le categorizzazioni, creando un ponte visivo tra l’arte degli antichi maestri e quella dell’era moderna. “Vilhelm Hammershøi. Silenzio” mostra l’ampiezza e la profondità della pratica dell’artista attraverso opere che vanno dal 1883 al 1914. Accanto ai dipinti di interni per i quali Hammershøi è molto conosciuto, la mostra da Hauser & Wirth presenta alcuni dei primi dipinti di fattorie e paesaggi urbani di Copenaghen e Londra, oltre a un raro autoritratto.
Curata dallo storico dell’arte Felix Krämer, uno dei maggiori esperti di Hammershøi, la presentazione riunisce 16 opere provenienti da collezioni private, tra cui numerosi dipinti raramente esposti prima.
Hammershøi rimase fedele alla sua città natale, Copenaghen. Grazie ai suoi viaggi nei centri europei di Parigi e Londra, si familiarizzò con la rapida evoluzione dell’arte internazionale del suo tempo. Tuttavia, la sua pittura e il suo disegno trovano ispirazione nella pittura di genere olandese del XVII secolo, in particolare nei misteriosi interni domestici di Jan Vermeer, e nel Secolo d’oro danese del XIX secolo, creando un linguaggio artistico altamente individuale. Il mondo interno degli appartamenti che lui e la moglie Ida Ilsted occupavano a Copenaghen, ogni rappresentazione impregnata di una quiete contemplativa, rimarrà il fascino duraturo dell’artista», ha raccontato la galleria.
Alla Kunsthalle un doppio appuntamento con le personali di Toyin Ojih Odutolae e Ghislaine Leung
«Per la sua prima mostra personale istituzionale in Svizzera “Ilé Oriaku“, dal 7 giugno al primo settembre 2024, l’artista di origine nigeriana Toyin Ojih Odutola (1985) presenta un gruppo di lavori composto esclusivamente da nuovi disegni. Le opere create dall’artista suggeriscono che l’artista sia in parte narratrice e in parte creatrice di teatro, utilizzando matita, carboncino e pastello per creare narrazioni pittoriche ispirate. Queste splendide opere su carta, lino spalmato e pannelli di tela dimostrano la sua eccezionale pratica artistica, che esplora gli effetti e le diverse forme del linguaggio. Nei momenti in cui le parole sembrano inadeguate, altre forme di espressione vengono alla ribalta, consentendo una potente connessione che l’artista ritrae nelle sue immagini ammalianti.
«Si tratta della prima mostra istituzionale in Svizzera, visitabile fino all’11 agosto, anche per l’artista britannica Ghislaine Leung (1980), che in “Commitments” presenta una nuova serie di opere basate su partiture (istruzioni). La pratica artistica di Leung è caratterizzata da un approccio rigoroso, concettuale e personale che spesso segue i cicli fisici ed economici e i meccanismi istituzionali e sociali. I risultati sono opere d’arte che emergono dal suo interesse per le varie strutture che sono alla base delle merci, dei luoghi e delle relazioni umane.