Il germe progettuale del centro per la cultura e l’arte contemporanea è celebrato da un’installazione luminosa di Michelangelo Pistoletto. Si tratta del recupero dell’ex IMARFA a opera della Fondazione San Domenico Onlus, con il patrocinio di Ministero della Cultura, Regione Puglia e Città di Fasano.
La Fondazione collabora da vent’anni con le istituzioni al fine di promuovere la ricerca e lo studio degli insediamenti rupestri del territorio pugliese e la salvaguardia dell’ambiente circostante, attraverso interventi di restauro, progetti editoriali, convegni e seminari.
Il credo ultimo e fondamentale è che l’arte e la cultura siano un patrimonio da tutelare, ma anche una risorsa essenziale da coltivare per la crescita del territorio. Dunque la Fondazione si propone come moltiplicatrice di occasioni culturali, avviando il recupero dell’ex marmeria IMARFA che diventerà, dopo i lavori di restauro su progetto di Mimmo Palladino, un centro dedicato alle arti contemporanee.
Il complesso industriale, situato lungo la litoranea tra Torre Canne e Savelletri, in passato adibito alla lavorazione di marmi e graniti, sarà soggetto a un progetto di recupero edilizio e urbanistico.
La struttura, attualmente inaccessibile, fa da traino per la riqualificazione dell’intera area limitrofa, implicando un importante intervento di risanamento degli edifici esistenti.
La metamorfosi si risolverà in uno spazio espositivo di 1250 mq, provvista di un dehor adibito a eventi dal vivo, come performance, concerti e spettacoli teatrali.
Apripista del percorso di valorizzazione di questo territorio attraverso l’arte è un lavoro di Michelangelo Pistoletto, installato in occasione del G7 e visibile fino al 20 ottobre 2024.
Un pioniere dell’Arte Povera, figura di spicco nel panorama artistico contemporaneo italiano, l’artista porta avanti dagli anni Cinquanta una ricerca che fonde estetica ed etica. Attraverso la sua pratica artistica, crea un dialogo attivo con il mondo esterno, con l’obiettivo di ispirare e promuovere una trasformazione responsabile della società.
L’iniziativa nasce da un coro di voci, tra cui si annoverano Vincenzo De Bellis e Bruna Roccasalva – che affiancano Marisa Melpignano nel lancio del progetto di recupero dell’IMARFA – Michelangelo Pistoletto e Lorenzo Fiaschi di Galleria Continua, con la volontà condivisa di comunicare, attraverso l’arte, equilibrio, armonia e pace tra i popoli, pilastri fondanti del recentissimo Summit dei grandi della terra.
Guarda a questi valori Love Difference, la monumentale e variopinta installazione luminosa composta da 20 scritte al neon, che si appella alla traduzione in lingue diverse per esprimere il concetto universalmente fondamentale di «amare le differenze». Questo lavoro, concepito per la prima volta nel 2005 a Torino come parte di Luci d’Artista, si manifesta nell’ambito del più ampio e articolato progetto del 2002 Love Difference – Movimento Artistico per una Politica InterMediterranea, nato proprio con lo scopo di promuovere il rispetto e la comprensione reciproca tra le diverse culture attraverso il linguaggio universale dell’arte. A distanza di vent’anni questo messaggio pare più attuale che mai.
Le differenze socio-politiche e culturali, gli usi e i costumi, così come l’intimissima spiritualità sono oggi fonti di dissapori sanguinari. Terribili conflitti si avvicendano ogni giorno in diverse parti del mondo, accomunati dalla mancata tolleranza e il dialogo assente. Alle fondamenta la credenza dell’impossibilità della coesistenza degli opposti e la fame umana di non avere mai abbastanza. Abuso di potere, eccedenza e supremazie devote all’uniformità livellano le differenze. Quelle peculiarità che fanno l’uomo libero, che ne evidenziano il pensiero critico e attivo.
«Uniformità e differenza sono i due termini antagonisti che rappresentano la massima tensione conflittuale nell’attuale realtà planetaria. Una politica che porti ad “amare le differenze” è vitale per lo sviluppo di nuove prospettive nell’intera compagine sociale».
È quanto Michelangelo Pistoletto scrive nel Manifesto Love Difference del 2002.
Affacciata sul Mediterraneo, dove culture si intrecciano e popoli si incontrano, si staglia un faro di speranza.
Come la cometa di Halley, essa richiama l’attenzione di tutti gli astanti, indirizzandone la strada. Non solo un’opera d’arte, ma un potente simbolo di pace e unione, eretto proprio nel luogo dove, poco prima, si sono riuniti i leader del mondo.
Il Mediterraneo, da sempre crocevia di civiltà e culla di scambi culturali, rappresenta il perfetto palcoscenico per un messaggio di fratellanza universale. Le sue acque, che bagnano terre diverse e collegano popoli lontani, diventano metafora del dialogo e della tolleranza che l’opera auspica.
Love Difference non è solo un’immagine, ma un monito, un’opera che ci scuote e interpella. Ci ricorda che, in un mondo spesso diviso da conflitti e incomprensioni, l’amore per le differenze è l’unica via per abbattere muri e costruire ponti.
Oltre all’installazione monumentale, Michelangelo Pistoletto ha voluto rafforzare il messaggio di Love Difference con un gesto simbolico di grande impatto. Ha infatti realizzato un’opera specchiante dal titolo «conTatto», ispirata alla celebre Creazione di Adamo della Cappella Sistina.
«conTatto» raffigura una mano che si riflette nello specchio, creando un’immagine virtuale di sé stessa. Questa immagine speculare rappresenta l’altro, il diverso, con cui è necessario entrare in contatto per creare un mondo più armonioso.
L’opera rimanda alla Genesi e alla creazione di Adamo da parte di Dio. La mano divina che tocca quella di Adamo infonde la vita all’uomo, creando un legame indissolubile tra creatore e creatura. Allo stesso modo, è l’uomo stesso il creatore dell’intelligenza artificiale, che si nutre di quella umana per affinarsi e agevolarne i processi in maniera servizievole.
L’opera, realizzata con materiali moderni, come l’acciaio inossidabile, con invita a riflettere sul precario equilibrio tra naturale e artificiale. Questo contrasto tra la mano umana e la superficie specchiata ci ricorda la necessità di trovare un equilibrio tra i due mondi.
Per approfondire il significato di «conTatto» l’artista ha scritto «La Formula della Creazione», in cui ripercorre l’evoluzione della sua pratica artistica e della sua riflessione teorica, svelando il significato religioso, politico e scientifico dell’opera.
Pistoletto definisce la sua arte «demopratica», perché non si limita a sovvertire l’ordine costituito, ma lo genera, lo armonizza e lo interconnette. Secondo lui l’arte è la forza promotrice della convivialità e dell’ascolto, arti in grado di unire le persone.