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La nuova (magica) scala elicoidale di Carsten Höller per Palazzo Diedo

Carsten Höller, Venice Inclined Oval Staircase, installation view, ph. Massimo Pistore, courtesy Berggruen Arts & Culture
Carsten Höller, Venice Inclined Oval Staircase, installation view, ph. Massimo Pistore, courtesy Berggruen Arts & Culture
É stato inaugurato sabato 22 giugno a Palazzo Diedo, «Scala del dubbio 2024», il nuovo progetto di Carsten Höller per Berggruen Arts & Culture. L’opera d’arte permanente è stata ricavata dalla trasformazione di una scala originale incompiuta del palazzo del XVIII secolo, ottenendo una scala a chiocciola con balaustre in metallo, marmo di Vicenza e marmorino, uniti da cornici metalliche. L’opera funzionale servirà da pratico collegamento tra il primo e il secondo piano nobile di Palazzo Diedo, da poco restaurato dallo studio di architettura di Silvio Fassi.

La struttura della scala, inclinata di soli cinque gradi, si manifesta e nasconde a un tempo, creando un senso di incertezza quando viene calpestata, una caratteristica ricorrente nel lavoro di Carsten.

Noto all’opinione pubblica per i suoi scivoli, Höller si cimenta ora nella costruzione di una scala ovale.
Si ispira probabilmente alle scale veneziane di Palazzo Contarini del Bovolo e di Palladio, ma al contempo se ne discosta, inclinando il parallelo.

Lo studio di architettura Silvio Fassi, con Maddalena Gallamini e Sebastiano Roveroni, impegnato nella ristrutturazione del Palazzo settecentesco, si è trovato ad affrontare una sfida inaspettata: l’assenza di un collegamento adeguato tra il primo e il secondo piano nobile. Da questa esigenza pratica nasce l’idea di Carsten Höller di realizzare una nuova scala elicoidale, un elemento architettonico non solo funzionale ma anche simbolico.
Ispirandosi alle scale palladiane della Rotonda di Vicenza e delle Gallerie dell’Accademia di Venezia, Höller ha creato una scala che si inserisce perfettamente nel contesto storico del palazzo, pur introducendo un tocco di modernità e dinamismo. La sua forma sinuosa e il gioco di vuoti e pieni creano un movimento visivo che cattura l’attenzione e invita all’esplorazione.
La scala elicoidale di Höller non è solo un collegamento fisico tra due piani, ma anche una metafora del legame tra passato e futuro. Rappresenta la volontà di preservare la storia e la bellezza del palazzo settecentesco, pur aprendolo a nuove interpretazioni e utilizzi.

L’artista tedesco vive e lavora a Stoccolma, in Svezia, e a Biriwa, in Ghana. Il suo approccio al metodo scientifico è funzionale al sovvertimento delle regole base della tradizionale pratica artistica. Per lui l’arte è strumento cognitivo atto a disorientare e provocare lo spettatore, alterando i meccanismi percettivi tradizionali, attraverso l’insinuazione del dubbio.

In occasione di Art Night a Venezia, la Fondazione Berggruen Arts Culture ha scelto di inaugurare la scala site-specific di Carsten Höller con una maratona collaterale di conversazioni e performance condotte da due figure di spicco nel panorama artistico internazionale: Hans Ulrich Obrist, considerato uno dei curatori d’arte più influenti al mondo, e Lorenzo Marsili, Direttore del Berggruen Institute Venezia.
Nell’ambito del programma «What is Universalism?», curato dall’Istituto Berggruen Europa, Obrist e Marsili hanno guidato il pubblico in un’affascinante riflessione sul tema dell’universalismo nell’arte e nella società.

Palazzo Diedo, istituito dalla fondazione benefica Berggruen Arts & Culture, creata dal collezionista e filantropo Nicolas Berggruen, si configura come un nuovo spazio dedicato all’arte contemporanea a Venezia. «Janus», la mostra inaugurale curata dal direttore Mario Codognato e dalla curatrice Adriana Rispoli, presenta commissioni site-specific di 11 artisti di fama internazionale. L’obiettivo è approfondire il legame tra l’arte contemporanea e il passato, ospitando residenze d’artista, mostre, eventi, film e performance su cinque livelli e una superficie totale di 4.000 metri quadrati.

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