Tra opere rivisitate (Rubens) e altre riattribuite (Botticelli), nell’asta Old Masters di Sotheby’s spiccano due vedute di Canaletto. Appuntamento a Londra il 3 luglio 2024.
Proprio quando Art Basel con i suoi fuochi d’artificio sembrava andare a chiudere in bellezza la stagione artistica e dare appuntamento a settembre a collezionisti e appassionati, ecco che Sotheby’s si va a prendere l’ultima parola sulla scena europea con l’asta londinese di old masters. Uno dei grandi appuntamenti del calendario, come sempre ricco di lotti sorprendenti.
Come La Sacra Famiglia con San Giovanni Battista bambino in un vasto paesaggio con viaggiatori, un paesaggio di Herri met de Bles (1510-1540), considerato uno dei primi pittori paesaggisti europei, noto per la complessità e qualità dei dettagli con cui inscena le sue opere. Oltre che per il suo peculiare segno distintivo, una firma, posta sotto forma di civetta (tanto da diventare un soprannome), presente anche in questo dipinto sul bagaglio di uno dei viaggiatori in basso a destra.
A rendere ancora più notevole il paesaggio, concorre il fatto che sia appartenuto a Sir Peter Paul Rubens. E che il pittore sia intervenuto modificandolo. L’abitudine di Rubens di collezionare e talvolta modificare opere di altri maestri non è certo un episodio isolato, ma solitamente si limitava a disegni o modelli grafici noti. In questo caso il maestro fiammingo si è invece cimentato nel rifacimento della Sacra Famiglia, probabilmente realizzata da un artista della bottega di Met de Bles. Rubens ha così modificato la disposizione dei personaggi principali, lasciando invece inalterato il paesaggio complessivo, realizzato da Met de Bles con finezze e dettagli notevoli. La stima è di 600-800 mila sterline.
Tra gli altri highlight spiccano le ali di una pala d’altare di Bartholomäus Zeitblom dove sono raffigurati Wilhelm von Schwendi († 1522) e Barbara Krafft von Dellmensingen (morta nel 1538). Dipinti intorno al 1500, i due pannelli servivano originariamente come ali esterne fisse di una pala d’altare intagliata e dipinta, donata dalla coppia alla Cappella di Sant’Anna nel villaggio di Schwendi, nel sud della Germania, vicino a Ulm (dove la famiglia era governante locale). Nel 1758 la famiglia della donatrice rimosse i pannelli dalla pala d’altare e da allora sono rimasti nella collezione della famiglia. Le opere di Zeitblom sono molto rare sul mercato, con la maggior parte delle sue commissioni conservate in edifici ecclesiastici o nei più importanti musei del mondo. Stima 400-600 mila sterline.
Notevole anche La Madonna col Bambino, un paesaggio attraverso una finestra di Sandro Botticelli e Studio, stimato 3-5 milioni di sterline. Un’opera tarda del pittore, databile agli anni Novanta del Quattrocento, quando il supporto di allievi e collaboratori, nella realizzazione delle opere, divenne fondamentale. Se fino al 2012, nell’opera in questione, tale supporto era considerato addirittura preponderante, un’analisi del Met di New York ha invece stabilito che il ruolo principale nella progettazione ed esecuzione spetta a Botticelli stesso. La riflettografia a infrarossi, in particolare, ha rivelato ampie aree di disegno reso con grande libertà, creatività e destrezza e con numerose modifiche ai dettagli all’interno del disegno complessivo. Ovvero il modus operandi di Botticelli, confermato anche dall’utilizzo del pigmento di carbonio, anche questo caro al pittore.
Il filone italiano prosegue con Canaletto, di cui è in asta una coppia di vedete veneziane: Le Chiese del Redentore e San Giacomo e Le Prigioni e il Ponte dei Sospiri. Dalle condizione sostanzialmente perfette, i due dipinti raffigurano alcuni dei simboli della città nella tonalità chiara caratteristica del Canaletto, con la consueta attenzione ai dettagli. Ma c’è di più: delle Prigioni, infatti, sono conosciute pochissime versioni, che rendono quella presente particolarmente preziosa. La stima della coppia, difatti, è di 2.5-3.5 milioni di sterline. I due dipinti, inoltre, si fanno compagnia dal 1746, quando all’età di quasi cinquant’anni, Canaletto, dopo aver vissuto gran parte della sua carriera a Venezia, si trasferì a Londra. Qui cedette le opere a Sir Richard Neave (direttore della Banca d’Inghilterra), che le tramandò ai suoi eredi senza mai scinderle.