In un’ottica di denuncia sociale nasce il progetto NoWay!, che vede la collaborazione tra il fotografo Fabrizio Spucches, Mediterranea Saving Humans e Still Fotografia, con il supporto del Comune di Milano e il Comune di Rimini.
L’idea del progetto è scaturita dal naufragio del 15 marzo 2024 al largo delle coste libiche, che ha causato oltre 50 vittime, tra cui un neonato. I naufraghi, nonostante le richieste di aiuto, sono stati abbandonati in mare con l’imbarcazione in avaria per una settimana. Questo tragico evento è solo uno dei tanti casi di mancata assistenza che sporcano di sangue le mani dell’Unione Europea.
Dall’inizio del 2024 il Mediterraneo centrale è stato palcoscenico di numerose tragedie. Secondo i dati dell’UNHCR al 2 maggio, 474 persone sono state dichiarate morte o disperse. La cosiddetta guardia costiera libica, sostenuta dall’UE, ha intercettato e riportato in Libia 4.492 persone. Nel frattempo, 16.065 persone sono arrivate in Italia e 68 a Malta via mare, la maggior parte autonomamente. Inoltre, 2.701 persone a bordo di oltre 45 imbarcazioni in pericolo sono state soccorse dalle organizzazioni del soccorso civile in mare.
NoWay! è un compendio di oltre 100 fotografie accompagnate da un testo di Enrico Dal Buono. Le immagini di Spucches, in cui il confine tra realtà e verosimile è rarefatto, mirano a scuotere la coscienza pubblica anestetizzata alla tragica condizione dei migranti, che continuano a morire in mare nell’indifferenza generale.
Per il lancio della campagna, è stata realizzata una performance: una barca priva di equipaggio è stata lasciata alla deriva, circondata da gigantografie galleggianti raffiguranti primi piani di giovani migranti. Queste immagini, riprese dall’alto con un drone, rappresentano il trauma profondo e irrisolto delle persone ritratte. Successivamente, le fotografie sono state recuperate e trasportate a Milano per essere esposte nella galleria Still.
Denis Curti ha sottolineato la determinazione di Fabrizio Spucches e l’importanza del progetto NoWay! come memoria visiva che obbliga a prendere atto della tragedia migratoria che riguarda tutti. Fabrizio Spucches ha paragonato la situazione dei migranti al gioco dell’oca, dove, dopo mille peripezie, ci si può ritrovare al punto di partenza.
Successivamente alla performance, è stata lanciata una campagna di comunicazione multimediale su diversi canali, digitali e out of home. La campagna ha come protagonista un ragazzo migrante su uno scoglio, avvolto in una coperta termica e con in mano una bandiera europea lacerata, simbolo dell’incapacità delle istituzioni di affrontare efficacemente la questione migratoria. Contestualmente, è stata attivata una raccolta fondi a favore di Mediterranea Saving Humans, l’unica nave di soccorso civile battente bandiera italiana.
Laura Marmorale, presidente di Mediterranea Saving Humans, ha dichiarato che ciò che accade nel Mediterraneo è evidente a tutti da anni. Tuttavia, gli Stati e l’Unione Europea continuano a vedere i migranti come una minaccia, costruendo muri di filo spinato e lasciando morire in mare chi non ha avuto il privilegio di nascere nella «Fortezza Europa». L’arte come denuncia è quindi fondamentale per costruire un mondo migliore.
Tommaso Sacchi ha concluso sottolineando che NoWay! non è solo una mostra, ma un grido di dolore e un invito a non distogliere lo sguardo dalla tragica realtà delle migrazioni.
NoWay! racconta il percorso che molte persone intraprendono per raggiungere l’Italia via mare, offrendo una testimonianza diretta di chi ha affrontato o non è riuscito ad affrontare questo «viaggio della speranza». Il progetto si articola in tre sezioni: Inferno, Purgatorio e Paradiso. Le prime due, ambientate in Tunisia, riflettono la fase di attesa e la partenza, mentre la terza sezione, ambientata in Italia, rappresenta l’arrivo e la speranza, spesso vana, di un futuro migliore.