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Club GAMeC Prize 2024, vince l’artista cinese Shafei Xia

Shafei Xia, There are still two cute ones, 2024. Courtesy l’artista e P420. Foto Paolo Biava Shafei Xia, There are still two cute ones, 2024. Courtesy l’artista e P420. Foto Paolo Biava
Shafei Xia, There are still two cute ones, 2024. Courtesy l’artista e P420. Foto Paolo Biava
Shafei Xia, There are still two cute ones, 2024. Courtesy l’artista e P420. Foto Paolo Biava

Ottava edizione del premio istituito dalla GAMeC di Bergamo nel 2016, con l’obiettivo del sostegno dell’arte giovane

È l’artista cinese residente a Bologna Shafei Xia il vincitore del Club GAMeC Prize 2024, con il dipinto There are still two cute ones (2024). Il premio, istituito nel 2016, è giunto all’ottava edizione e prosegue nella sua missione che ha come principale obiettivo il sostegno dell’arte giovane, intercettando le tendenze in tema di linguaggio e tecnica. L’opera è stata acquisita dal Club GAMeC ed entrerà a far parte della Collezione GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo.

L’opera vincitrice è stata selezionata da un commissione composta da Lorenzo Giusti (Direttore GAMeC e presidente della giuria), Luigi Giordano (Fondatore di SPA Spazio Per Arte), Caterina Avataneo (Curatrice della VII edizione del premio), Pippo Traversi (Consigliere Club GAMeC) e Tullio Leggeri (Collezionista e sostenitore del Club GAMeC).

Matteo Binci, curatore del premio dell’edizione 2024, ha concepito la mostra Embracing the languages given to me presentando opere di Bekhbaatar Enkhtur, Cecilia Granara, Francesco Snote e Shafei Xia. Il progetto curatoriale ha riunito pratiche di traduzione di narrazioni collettive e microstorie personali e dinamiche di ibridazione culturale. Le opere di Bekhbaatar Enkhtur, Cecilia Granara, Francesco Snote e Shafei Xia si situano in zone fittizie di ibridazione e frizione linguistica. Generando nuove geografie e oltrepassando il monolinguismo visuale e identitario.

Alimentano un plurilinguismo che genera interstizi abitabili e soggettività intraducibili. Al fine di interrompere i processi di banalizzazione del presente a favore di strategie di narrazione adatte alla complessità politica e culturale del reale. Impiegando tecniche e materiali tradizionali quali la pittura e la scultura, i metalli, la carta e la ceramica, gli artisti invitati generano immagini simboliche e di autofiction. Dando vita a temporalità inattuali al fine di negoziare l’asincronia tra il tempo individuale e il periodo storico collettivo.

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