Il mercato dell’arte mondiale, al giro di boa dell’anno d’aste 2024, ci restituisce un’impressione di moderato ottimismo per il suo stato di salute. Trasversalmente, operando dovute proporzioni tra le dimensioni delle maison, si è riscontrata una tenacia costante nel proseguire sul solco di un eccezionale 2022 e un resiliente 2023, pur senza raggiungere i picchi, obiettivamente troppo elevati, toccati nei mesi post Covid. Se comparti storici, come quello old masters, sta fisiologicamente stillando sempre meno aggiudicazioni clamorose, nuovi dipartimenti legati al mondo del lusso (orologi e gioielli su tutti) portano nuova linfa a un sistema che non può fare a meno di migliorarsi costantemente, o almeno tenersi in pari con quanto fatto in precedenza. Se in molti segnalano l’instabilità politica globale come fattore sfiduciante per i collezionisti, parallelamente sembra emergere la necessità di investire in arte come bene rifugio, un asset le cui oscillazioni dipendono da criteri – come quello estetico, per esempio – che esulano dalle dinamiche economiche classiche a cui altri acquisti sono legati.
Vediamo nel dettaglio come sono andate le singole realtà. Ecco in sintesi il primo semestre 2024 de Il Ponte Case d’Asta attraverso le parole della Dott.ssa Rossella Novarini, direttrice della maison.
“I primi sei mesi del 2024 sono stati estremamente positivi e incoraggianti in prospettiva dell’andamento dell’anno: oltre € 17 milioni di fatturato e una media del 92% di lotti venduti. Nell’anno del Cinquantesimo della fondazione della Casa d’Aste, questi numeri ratificano un saldo posizionamento nazionale ed evidenziano l’ottimo lavoro dei nostri dipartimenti, il cui obiettivo non è solo offrire un servizio preminente, ma anche distinguersi attraverso proposte sempre nuove e allo stesso tempo perfettamente in linea con l’interesse storico-collezionistico.
Conserva il primato l’Arte moderna e contemporanea, forte del suo fatturato di oltre € 6,3 milioni e con picchi di 25mila utenti connessi da tutto il mondo. Motivo di orgoglio sono i risultati prestigiosi per opere come “Forze Ascensionali” di Gerardo Dottori (€ 81.900), per artisti stranieri come Lynn Chadwick (€ 107.100) e William Scott (€ 100.800), e per autentici capolavori come il Tancredi del ’59 (€ 252.000) e i “Gatti Futuristi” di Giacomo Balla (€ 252.000).
Sempre più in accelerazione la corsa dei Gioielli, il cui fatturato supera i € 4,2 milioni e risplende di ottime performance, come la vendita dell’anello di Marina B con diamante da ct. 14,67 (€ 302.400) e alcuni esemplari Bulgari degli anni Sessanta, tra cui un bracciale (€ 252.000) e due spille (€ 220.500) impreziositi da diamanti e rubini birmani.
Il settore dell’Antico, con i ragguardevoli € 2,8 milioni raggiunti, dimostra una matura capacità nel saper tenere il passo, nonostante da anni debba confrontarsi con un mercato difficile e complesso. Il “Ritratto di Bartolomeo Concini”, attribuito a un seguace di Agnolo Bronzino (€ 69.300), la raffinatissima “Barbara Campanini” attribuita a Rosalba Carriera (€ 50.400), la pendola con angelo musicante della manifattura francese di Dieppe (€ 25.200), finanche dei frammenti di un tappeto Ushak datato 1500-1600 ca. capaci di realizzare € 27.720 sono la testimonianza di come si possa ottenere il massimo quando a scendere in campo è la qualità.
Una giovanile vitalità e un grande potenziale tra le nuove generazioni di acquirenti sono il segno distintivo delle Arti decorative del ’900 e Design (oltre € 1,3 milioni), il cui interesse si indirizza particolarmente sui grandi nomi del design italiano e su opere rare e iconiche come il pannello “The Annunciation” di Margaret Macdonald Mackintosh, capolavoro del Glasgow Style (€ 176.400), il tavolino di Osvaldo Borsani decorato da Lucio Fontana (€ 75.600) e la “Testa di Centauro”, eseguita da Egidio Costantini su disegno di Pablo Picasso, record per l’artista a € 41.580.
In ascesa anche l’arte figurativa e la produzione di maestri storicizzati del XIX e XX secolo, nell’ambito dei Dipinti e delle Sculture, un dipartimento che nel semestre appena concluso ha sfiorato il milione di fatturato, con ottime vendite per “La principessa Ada Troubetzkoy col figlio Gigi” di Daniele Ranzoni (€ 44.100) e il più datato “Plenilunio al Colosseo” di Ippolito Caffi (€ 41.580).
Il ramo dei Libri e Manoscritti si distingue ad ogni asta per la proposta di altissimo livello nel mercato nazionale e internazionale. Il recente conferimento del Codice Santini, autentico gioiello del Rinascimento urbinate, ha ottenuto un riscontro mediatico amplissimo e ha evidenziato come può esistere una profonda sinergia tra mercato e cultura.
Il comune denominatore di questo excursus sul semestre d’aste appena concluso è l’affidabilità con cui Il Ponte Casa d’Aste si propone al mercato; l’obiettivo e il desiderio che ci muove è quello di essere riconosciuti come autorevoli e professionali. In un periodo storico in cui si insegue l’iperbole o il sorprendente, l’azienda si affida convintamente alla tradizione e all’innovazione sotto l’egida dell’attendibilità; puntando a una performance sostenibile e trasparente, in cui economia e conoscenza dialogano costantemente.
Non mancheranno altri importanti exploit nel semestre a venire e quanto mi auguro si verifichi nei prossimi mesi è un’ulteriore affermazione del nostro settore, in cui sia protagonista ogni attore del sistema dell’arte italiano, con l’obiettivo comune di rivitalizzare e valorizzare il nostro mercato, portandolo finalmente a competere in modo paritario con quello mondiale”.