La Promenade di Renoir arriva alla Fondazione Magnani-Rocca di Mamiano di Traversetolo (Parma) dal J. Paul Getty Museum di Los Angeles. Una prima assoluta in Italia per uno dei quadri più affascinanti dell’artista francese e di tutto l’Impressionismo, affiancato in mostra da altre due sue opere e da dipinti di Cezanne e Monet. Dal 1° settembre al 15 dicembre 2024.
Eseguito nel 1870, La Promenade è considerato uno degli esiti più alti della produzione di Renoir e anticipa quella rivoluzione che cambierà il corso della storia dell’arte: l’Impressionismo, movimento che nasce ufficialmente il 15 aprile 1874 con la prima mostra di un gruppo di giovani artisti – Monet, Degas, Pissarro, Morisot e Renoir – pronti a trasgredire le regole dell’arte accademica, che già da alcuni anni stavano sperimentando la nuova pittura fatta di luce e natura en plein air.
Quanto a La Promenade, la scena raffigura due figure, un uomo e una donna, immerse in una lussureggiante radura boschiva su cui gioca screziata la luce del sole. Il canotier si presenta come un piccolo borghese, appartenente alla classe medio-bassa e la sua compagna come una delle famose grisettes, le ragazze di buon cuore comuni nella mitologia della vita bohémien parigina, interessate ai bei giovani per il loro fascino, non per i loro soldi. Lei, probabilmente, è Lise Tréhot, modella prediletta e compagna di Renoir durante gli anni Sessanta del XIX secolo.
I due compongono una classica coppia di Parigini in gita romantica ed evocano un mondo rilassato di piaceri fugaci, dove le restrizioni sociali sono allentate nel contesto di una natura libera. Stilisticamente La Promenade è un omaggio agli artisti precedenti che Renoir ammirava molto come Watteau e Fragonard. Ma a differenza delle scene spesso languide create dai suoi predecessori, quella di Renoir è un’immagine istantanea catturata con spontaneità.
In Promenade l’artista conserva anche un po’ della tavolozza verde e marrone di Courbet e usa una miscela di colore sottile e oleosa, dove le sue tinte smaltate fluttuano a macchie l’una nell’altra per creare profondità; allo stesso tempo fa pienamente suoi i consigli di Monet, che al tempo lo incoraggiava a orientarsi verso una tavolozza più chiara e luminosa e a indulgere nella sua predilezione per una pennellata lussureggiante e piumosa. Il risultato è una pietra miliare dell’intero movimento impressionista.