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Nuova sede a Düsseldorf per la RizzutoGallery. L’intervista

La nuova sede a Düsseldorf della RizzutoGallery La nuova sede a Düsseldorf della RizzutoGallery
La nuova sede a Düsseldorf della RizzutoGallery
La nuova sede a Düsseldorf della RizzutoGallery

La RizzutoGallery di Palermo apre a Düsseldorf la sua nuova sede tedesca. Obbiettivi e programmi nell’intervista a Giovanni Rizzuto

Il 30 agosto apre a Düsseldorf la sede tedesca della RizzutoGallery di Palermo, in Ackerstraße 34. Un progetto ambizioso che i galleristi siciliani Eva Oliveri e Giovanni Rizzuto hanno elaborato su una sperimentata linea d’intesa tra due città europee lontane geograficamente ma non culturalmente. Da anni Palermo e Düsseldorf sono unite in un gemellaggio concretizzato dallo spazio dell’Haus der Kunst, sito all’interno dei Cantieri Culturali della Zisa. Il dialogo tra i contesti dal 2013 ha determinato il confronto tra due prospettive differenti, in seguito la correlazione di elementi dinamici tra le due realtà culturali ha generato impulsi, campi di ricerca e nuove idee, sia per gli artisti che per gli operatori culturali.

Alessandro Bazan, Stefan Eßer, Serena Fanara, Daniele Franzella, Michael Kortländer, Katharina Maderthaner, il curatore Alessandro Pinto e Nino Vultaggio hanno dato forma e sostanza allo spazio espositivo con una serie di mostre che oramai si può dire rappresentino un appuntamento imprescindibile per l’arte contemporanea. L’attività di scambio non si limita, infatti, alla semplice attività espositiva ma s’estende in un programma di residenze che alimenta l’interscambio. Ecco allora che si configura l’attività di vere e proprie Kunstvereine. Sia a Palermo che a Düsseldorf è evidente la natura di questi luoghi espositivi vocati alla divulgazione dell’arte contemporanea quale intermediazione tra le gallerie private e i musei pubblici.

La RizzutoGallery, che nel marzo 2017, accanto alla chiesa medioevale di San Francesco d’Assisi nel centro di Palermo, aprì il suo nuovo spazio, già nel 2014 come animatore culturale aveva organizzato “Interieur” una mostra del ciclo “Düsseldorf-Palermo” con Francesco De Grandi e Andreas Thein. Curata da Alessandro Pinto, la mostra venne patrocinata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Palermo e organizzata insieme al Goethe-Institut. Ora, l’apertura della sede della RizzutoGallery in Ackerstraße 34 a Düsseldorf corona, perciò, una consolidata relazione tra ambiti professionali e raffina quell’attività di scouting che la RizzutoGallery ha praticato in ambedue i contesti culturali. Scambiamo, allora, con Giovanni Rizzuto due battute per saperne di più su questo progetto.

Marcello Carriero: Giovanni, innanzi tutto ti ringrazio per avermi concesso del tempo per una breve intervi-sta, so, infatti, che sei impegnatissimo in questa nuova avventura in Germania, sarò, quindi, agile e breve nelle domande. Sai raccontarci come matura questa idea di aprire una sede della RizzutoGallery a Düsseldorf?
Giovanni Rizzuto: L’apertura di una sede della Galleria a Düsseldorf era un progetto che custodivamo nei nostri cuori da molto tempo, aspettavamo solo le condizioni più adatte per avviarlo.
Düsseldorf è grande quasi quanto Palermo ma è una città dove l’interesse per l’arte contemporanea è fortissimo; ospita musei di rilievo mondiale, istituzioni artistiche e decine di gallerie riconosciute a livello internazionale. Molte di esse sono locate in un vero distretto dell’arte contemporanea: Flingern, un quartiere conosciuto per il suo ambiente creativo, con numerosi atelier, associazioni culturali, studi d’artista, caffè e negozi indipendenti. È una zona molto apprezzata dagli artisti, dagli appassionati dell’arte e dai collezionisti. E’ qui, in questo quartiere, che si trova la nuova sede della RizzutoGallery, in Ackerstraße 34.
Abbiamo visitato Düsseldorf per la prima volta nel 2014 in occasione del Rundgang, un importante evento annuale organizzato dall’Accademia d’Arte di Düsseldorf (Kunstakademie Düsseldorf). Durante questo evento, gli studenti aprono le porte dei loro studi al pubblico, mostrando le loro opere d’arte e i progetti su cui stanno lavorando. È un momento di grande rilievo per la scena artistica della città e attira sia appassionati d’arte che critici, curatori e collezionisti.
Durante la nostra prima visita alla città e ai musei, abbiamo notato l’attenzione e il rispetto della popolazione di Düsseldorf nei confronti dell’arte, ritenendola un aspetto importante nella loro vita. In Germania l’Arte contemporanea è sostenuta attivamente dalle Istituzioni perchè consapevoli di come essa possa essere un forte elemento di crescita culturale, volano di emancipazione ed espressione di libertà.
Un aspetto particolamente interessante della regione della Germania in cui si trova Düsseldorf – mi riferisco al Renania Settentrionale-Vestfalia, che comprende anche altre città tra cui Colonia, Bonn, Münster, Bielefeld, e altre – è la capacità che ha avuto di creare un sistema economico legato all’arte che è di primissimo piano a livello internazionale.
È affascinante come l’arte contemporanea abbia un ruolo così rilevante nella vita quotidiana di una comunità. Questi aspetti, oltre ai rapporti di amicizia con Katharina Maderthaner, Christian Schreckenberger, Michael Kortländer, Miriam Koch, ci hanno convinto che Düsseldorf poteva essere la città adatta alla nostra seconda sede.

 

Interno della sede a Düsseldorf della RizzutoGallery
Interno della sede a Düsseldorf della RizzutoGallery

Con quali artisti inaugurerai e quando?
Inaugureremo la nuova sede con la mostra “Laguna”, doppia personale di Francesco De Grandi e Katharina Maderthaner, il 30 Agosto. Il titolo “Laguna” è un riferimento al film Laguna blu del 1980, incentrato sulla scoperta e la crescita, sulla forza della natura, dei sentimenti, delle emozioni e dell’erotismo. Temi presenti, sebbene declinati in modo diverso, nei lavori dei due artisti.
Katharina presenterà lavori in ceramica e vetrate in stile Tiffany; di Francesco esporremo alcune tele di piccolo formato sul tema delle Vanitas, e Salomè, un grande dipinto che è certamente una delle opere recenti più rilevanti dell’artista.

Il contesto culturale è ovviamente diverso dalla Sicilia, così come diverse sono le dinamiche di sostegno dal punto di vista collezionistico privato e pubblico. Düsseldorf ha una storia culturale notevole per ciò che riguarda l’arte contemporanea, se penso agli ultimi Sessant’anni del Secolo Scorso mi saltano in mente giganti come Joseph Beyus e Bernd e Hilla Becher. Una galleria italiana d’arte contemporanea quale sfida raccoglie in questo contesto?
Düsseldorf ha una storia molto importante legata alla scultura, alla fotografia e all’arte concettuale. La RizzutoGallery si è definita nel nostro Paese come galleria legata fondamentalmente alla pittura e ha prestato attenzione ad artisti che si distinguono per l’originalità della ricerca e per la capacità di essere in posizione asincrona, di connettere l’arcaico e il moderno, l’attuale e l’intempestivo, creando una sfasatura che permette di individuare le luci e le ombre del nostro tempo.
Ci confronteremo e scambieremo energie su questo versante. Francesco De Grandi e altri artisti della galleria, Mattia Barbieri, Daniele Franzella, Luigi Presicce, da anni portano avanti una ricerca di cura e pratica dei linguaggi dove l’idea di presenza è il centro del loro percorso. Affrontano tematiche archetipiche legate alla religione, alla mitologia, al folklore, intrecciandole con istanze esistenziali e politiche del loro tempo. Affondano le loro mani nella storia dell’arte riprendendo modi e stili che riaccendono, rivitalizzandoli e mettendoli al centro del loro discorso. Sfideremo la tradizione con questi argomenti e con questi artisti, ma non esclusivamente.

In un’intervista che mi concedesti gentilmente al ridosso dell’apertura in via Maletto a Palermo, a una mia domanda sul carattere decentrato della galleria, in un riposizionamento della Sicilia da zona eccentrica a snodo di centralità geopolitica, mi rispondesti così: “Il centro di cui parli è un centro attenzionato, un centro del Mediterraneo, ma anche il centro di un’Europa che io spero di vedere presto e che sostengo fortemente. Nell’Europa “a due velocità” non credo che l’arte abbia la stessa velocità dell’economia. Non è un vantaggio che ci sia una stessa velocità per l’arte e per la finanza”. Sei ancora di questa opinione? Dopo la sospensione pandemica e la disarticolazione del sistema globale che ha generato conflitti vicini si può ancora, ad esempio, gestire l’arte secondo quella forma sistemica che conosciamo?
Sono ancora convinto che l’arte, per farsi e per farne esperienza vera, ha bisogno di un “suo tempo” che non può essere misurato da algoritmi anestetizzanti e legati a logiche di profitto. Il mercato dell’arte invece è un’altra cosa. Esistono “velocità” geografiche diverse e anche questo concorre a stare oppure a non stare nel “sistema”.
La sospensione pandemica e i conflitti vicini non sembrano, almeno così credo, aver cambiato la gestione dell’arte secondo una forma sistemica, anzi, ho l’impressione che l’abbiano regolata attraverso procedure più o meno ben definite. Ancora una volta si tratta di dover decidere se seguire il flusso oppure no, consapevoli che prenderne le distanze ha i suoi rischi.

 

Un'opera di Katharina Maderthaner
Un’opera di Katharina Maderthaner

Lo spazio di Düsseldorf, a mio avviso, più che uno spin off di Palermo sottintende una fiducia in un mondo di relazioni internazionali virtuose. In un certo senso mi pare stia riattivando un dialogo che l’arte contemporanea sembrava aver sospeso in favore della velocità delle transazioni che continuamente preannunciavano cambiamenti di produzione dell’arte. Con questa operazione, vuoi o non vuoi, ho l’impressione che l’opera d’arte reclami di nuovo un suo tempo, cioè un tempo che esula da queste dinamiche. Intendo dire, perciò, che un dialogo tra due realtà così lontane potrà solo annunciare delle sorprese invece di celebrare delle conferme. Cosa mi sai dire in merito?
La mia risposta precedente risponde in parte a questa domanda. Cambiare luogo, muoversi fisicamente da una città ad un’altra, aprire un nuovo spazio fisico intende creare nuovi rapporti umani, fisici appunto, e sottintende, come dici, la fiducia in relazioni internazionali virtuose. Le sorprese sicuramente non mancheranno.

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