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FAB Paris, tra rarità antiche e chicche contemporanee, va in scena al Grand Palais di Parigi

© Matthieu Salvaing Grand Palais, Parigi © Matthieu Salvaing
© Matthieu Salvaing
Grand Palais, Parigi © Matthieu Salvaing

Torna agibile lo storico Grand Palais di Parigi e con esso tornano i grandi appuntamenti che lo animano. Tra questi c’è FAB Paris, che ha in programma la sua terza edizione dal 22 al 27 novembre 2024. In fiera previste oltre 100 gallerie.

Mentre in città è arrivato un colosso fieristico e la competizione culturale si fa sempre più aspra, FAB Paris prepara una terza edizione in grande stile. Sotto le volte in ferro battuto del Grand Palais la fiera punta su quella che può essere la sua identità distintiva, un grande valore aggiunto: l’eterogeneità della proposta. Sono infatti circa venti, secondo gli organizzatori, le discipline artistiche rintracciabili tra gli stand che le oltre 100 gallerie proporranno in fiera. Dalle belle arti all’arredamento, dalle antichità alla gioielleria. Non pone e non si pone limiti FAB Paris, che scivola via da un ottobre congestionato di eventi e prova a ritagliarsi il suo spazio personale.

A definire il successo dell’evento, e a godere del suo successo, in un circolo in cui è difficile individuare un inizio, saranno inevitabilmente gli espositori. I nomi più blasonati, in tal senso, si rintracciano probabilmente nel campo della pittura e arte antica, Old Masters per intendersi. Nell’elenco scorgiamo infatti, solo per citarne alcuni, Didier Aaron, De Bayser, De Jonckheere, Descours, Laocoon Gallery/W. Apolloni, Ary Jan, Terrades, Leegenhoek e Florence de Voldère. Segue a ruota l’intero comparto dell’antiquariato, dove spiccano lllustri antiquari parigini come Steinitz, Léage, Pascal Izarn e Michel Giraud. Al debutto Röbbig München, galleria tedesca esperta dell’arte di corte europea del XVIII secolo e di porcellana di Meissen.

Si rinforza il comparto moderno e contemporaneo con gli arrivi di Wienerroither & Kohlbacher, esperti viennesi di modernismo austriaco e classico; Jean-François Cazeau, galleria parigina che si concentra su arte impressionista e moderna; Maurice Verbaet, nota per la sua straordinaria collezione di arte belga del dopoguerra; e due gallerie d’arte contemporanea francese, 8+4 e David Pluskwa. Ampio spazio anche al design contemporaneo, dove segnaliamo la presenza dell’italiana Robertaebasta, presenza costante di tante delle migliori fiere nel mondo. Sul confine con l’arte della gioielleria, Maison Rapin presenterà alcuni pezzi storici di Robert Goossens (1927-2016), l’orafo famoso per aver disegnato gioielli per Coco Chanel, Balenciaga e Yves Saint Laurent negli anni ’50.

Torna Coco Chanel, questa volta come ex proprietaria di una testa scolpita risalente all’antico Egitto. Nutrita, infatti, la presenza di gallerie che propongono opere che esulano dal contesto occidentale. Tra questi lo specialista dell’Antico Egitto Cybèle, il mercante parigino Antoine Tarantino e del nuovo arrivato David Ghezelbash, tutti esperti di reperti archeologici di area mediterranea. Non mancano specialisti di arte africana, orientale, islamica e indiana, come Tenzing Asian Art, un pioniere dell’arte himalayana. Quanto al Giappone, spicca la galleria d’arte contemporanea di Tokyo A Lighthouse called Kanata, che debutterà insieme a Jean-Christophe Charbonnier, leader nella vendita di armature da samurai.

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