Il film di Pino Farinotti e Tiziano Sossi, Maria Cristina Carlini. Il coraggio della grandezza, è stato proiettato in anteprima venerdì 18 ottobre al MEET Digital Culture Center di Milano.
Il MEET è il primo centro di cultura digitale in Italia, nato da un’idea della fondatrice Maria Grazia Mattei, con l’obiettivo di divulgare la cultura digitale attraverso le nuove frontiere. Prima e dopo la visione del film, le spettacolari sculture monumentali della Carlini sono state proiettate in modo immersivo sulle pareti del Meet Theater.
Il docufilm esplora il percorso artistico e personale di Maria Cristina Carlini, scultrice di fama internazionale. Attraverso una combinazione dei suoi pensieri più intimi e dell’evoluzione del suo linguaggio visivo, l’artista viene presentata da diverse prospettive. Viene messa in luce la sua necessità di creare arte, che definisce come il suo unico modo di comunicare. Un’arte carica di emozioni, capace di suscitare profonde reazioni nel pubblico.
Pino Farinotti racconta cos’è per lui il coraggio della grandezza: Grandezza è il primo segnale che ha colui che, in epoca preistorica, si è messo davanti a una materia e ha creato. Un uomo piccolo che crea qualcosa di grande: piramidi, Colosseo, muraglia cinese. E poi l’altro grande momento è la fede, il divino. L’uomo che ha sempre intuito che sopra di lui ci fosse qualcosa di grande e diverso ha sempre provato a toccarlo, ha cercato di raggiungerlo. Il dolore è quello dell’artista, di non riuscire mai ad andare veramente oltre la dimensione terrena. Farinotti pensava che fosse impossibile non raccontare la storia di quest’artista, mossa da una volontà interiore così forte di comunicare e creare attraverso la materia, e ci invita ad assimilare la storia di Carlini dentro di noi.
L’artista racconta la sua storia a partire dal momento di svolta dopo aver concluso gli studi in giurisprudenza. Decide di seguire la sua profonda passione per l’arte e la scultura, che non ha mai più abbandonato. Negli anni Settanta, inizia a lavorare con la ceramica a Palo Alto, in California, creando opere di piccole dimensioni, per poi esplorare diversi materiali come grès, ferro, acciaio corten e legno riciclato. Nella sua maturità artistica produce opere monumentali, considerate da lei le più rappresentative. Alcune delle sue sculture sono oggi esposte in modo permanente in Europa, America e Asia. La determinazione di intraprendere questa strada, certamente più difficile e spesso poco compresa, rappresenta una scelta coraggiosa, ma quasi inevitabile per lei, che ha sempre provato un amore così intenso per l’arte da non poter far altro che questo, come lei stessa ha detto. Pur avendo un coraggio innato, non era scontato il suo impegno per questa forte passione, specialmente in un contesto artistico ancora dominato dagli uomini. Tuttavia, ha saputo farsi strada con determinazione, sostenuta da una forza interiore simile a quella di una madre. Come sottolineato dal figlio nel film, ogni sua opera era vissuta da lei quasi come un parto; ogni creazione era come un figlio. Questo è stato il suo coraggio della grandezza.