Forte presenza di gallerie straniere alla fiera torinese Artissima che torna alla sua trentunesima edizione negli spazi dell’Oval Lingotto
Se per qualche edizione Artissima, le fiera torinese che agli albori si presentava come giovane e sperimentale, pareva per certi versi essersi “normalizzata”, occhieggiando al mainstream, da qualche anno pare recuperare gli stimoli iniziali. E questa edizione 2024 forse completa la riformulazione: non abbiamo memoria di aver visto alle pareti opere di fontana, o di Manzoni, per capirci. Abbiamo invece scoperto proposte fresche, in qualche caso anche azzardate, specie presentate da galleria straniere. Citiamo su tutte la lituana Meno Parkas Gallery, con un booth di grande qualità, dominato dall’installazione “Mushroom Power Plant”, del duo Nomeda & Gediminas Urbonas.
Arriva dall’altra parte dell’Atlantico, New York, un’altra galleria da segnare nel proprio carnet, Spazio Amanita, che si presenta con un gruppetto di brillanti giovani artisti italiani, e con gli elegantissimi velluti di Leonardo Meoni. Arriva da Londra invece la galleria Alice Amati, che porta a Torino una serie di struggenti dipinti dell’artista polacco Rafal Topolewski. E ancora da Londra merita una segnalazione lo stand monografico di Alice Baber, proposto da Ronchini Gallery.
Revival
Non che le gallerie italiane stiano a guardare, eh: fra gli stand più belli di Artissima c’è sicuramente quello di Tucci Russo, che mixa Giuseppe Penone (un bronzo da 600mila euro), Richard Long e Tony Cragg. E il revival dell’Arte Povera, spinto dalla grande mostra in corso a Parigi, trova spazio anche da Biasutti & Biasutti, che allinea Giovanni Anselmo con il più giovane amico Andrea Nisbet. E ancora da Repetto, con lo stand dominato da un enorme Zorio.
Giampaolo Abbondio scommette ancora sul nicaraguense Elyla, artista fra i più ammirati alla Biennale di Venezia in corso fino a fine novembre. Non delude mai Dep Art, che rinnova il proprio sostegno all’area astratto-minimal europea, da Imi Knoebel a Regine Schumann, mentre Simondi punta sull’eleganza con la scultura di Flaminia Veronesi e le foto di Mohau Modisakeng.