New York. Nel cuore dell’Upper East side, al 18 East 79th Street, tra Madison e Fifth Avenue, dal 7 novembre al 13 dicembre 2024, Acquavella presenta la mostra Bronze di Tom Sachs (1966), che promette di essere una delle esperienze più intriganti della stagione.
La storica galleria newyorkese, fondata nel 1919 da Nicholas Acquavella, continua sotto l’amministrazione della famiglia a essere ancora oggi punto di riferimento nel mercato dell’arte grazie alla particolare attenzione per maestri moderni e contemporanei. L’ennesima conferma arriva dalla quinta personale che la galleria dedica a Tom Sachs, tra i più affascinanti artisti del panorama contemporaneo.
“Gli oggetti, come le idee, hanno un’energia, una vitalità che rispecchia chi li ha creati” è la frase che, presa in prestito da Calvino, ben si collega alla visione artistica di Sachs. L’artista americano trasforma oggetti di uso quotidiano – come mobili, attrezzature tecnologiche o vestiti – in sculture e installazioni, riuscendo a infondere in essi una nuova “vitalità” che riflette non solo la sua visione artistica e la critica sociale che pervade il suo lavoro, ma anche l’indagine che da anni porta avanti sui maestri del Novecento.
Con Bronze, Sachs continua la sua esplorazione del modernismo, ispirato dallo spirito iconoclasta dei “readymade” di Marcel Duchamp. Utilizzando la tecnica del bricolage, Sachs reimmagina sculture di Picasso e Brâncuși, combinando materiali quotidiani e il suo intervento tecnico per sfidare le concezioni tradizionali dell’arte. 12 di queste sculture, realizzate con un bricolage di oggetti di uso quotidiano trovati/riciclati, fusi in bronzo e dipinti con smalto, compongono l’esposizione.
Al suo centro il dialogo con Picasso, figura chiave nello sviluppo dell’arte novecentesca. In particolare, Sachs approfondisce lo studio delle sculture che l’artista spagnolo ha realizzato tra gli anni ’30 e i primi anni ’50, molte delle quali assemblaggi di materiali trovati, e le trasforma attraverso la sua visione contemporanea. Sachs, esplorando la figura di Picasso, esamina inoltre il legame tra quest’ultimo e Duchamp; per Sachs, i due artisti sono “i grandi titani” dell’arte moderna: “È l’impulso dionisiaco contro l’intellettualismo apollineo. È pittura pura e arte concettuale non retinica“.
Significativa la rielaborazione della Testa di Morte di Pablo Picasso, una scultura che l’artista realizzò nel 1941 durante l’occupazione nazista di Parigi. In quel periodo, Picasso, come molti artisti modernisti, era accusato di far “degenerare” l’arte, ma in una straordinaria manifestazione di coraggio e resistenza, decise di fondere la sua scultura in bronzo, nonostante il metallo fosse stato quasi completamente razziato dai nazisti per gli sforzi bellici. Sachs riprende dunque quest’opera, e con la sua motosega e il suo tocco tecnico ricostruisce questa figura inquietante, ma lo fa con una sensibilità unica, portando il teschio e il simbolismo della morte nel presente.
Ogni scultura di Bronze non è solo una replica o un omaggio, ma un’opera che nasce dalla fusione tra il passato e il contemporaneo. Sachs esplora la transmutazionedel materiale, in cui oggetti di uso quotidiano, come vecchi pezzi di legno, attrezzi o materiali vengono fusi in bronzo trasformandosi in opere di alta scultura, creano un paradosso che cattura lo spettatore.
Tramite le sue opere, Sachs indaga e esplora la distinzione tra arte concettuale e arte “retinica”, e i confini tra “alto” e “basso”, il sublimato e il quotidiano. L’artista non solo guarda al passato, ma lo ridefinisce ricontestualizzando le icone del modernismo e mostrando come questi leggendari riferimenti siano ancora vivi, vibranti e rilevanti. La mostra è un’imperdibile opportunità dove passato e presente si incontrano in un’esplosione di creatività, trasformazione e provocazione.