La compagnia Accademia Arte della Diversità ha presentato al Teatro Ribalta di Bolzano Lo Specchio della Regina, spettacolo che prende spunto dalla celebre fiaba di Biancaneve.
Il Teatro la Ribalta di Bolzano, sotto la direzione di Antonio Viganò, vuole rendere il confine tra realtà e finzione penetrabile, vuole che le fantasie e i desideri possano diventare materiali, che le materie e le pratiche di lavoro diventino occasione per vivere e sognare, vuole soprattutto che una persona in difficoltà possa diventare protagonista della propria vita.
Il Teatro la Ribalta, Akademie Kunst der Vielfalt, ovvero Accademia Arte della Diversità, infatti è una comunità di danzatori e attori-di-versi che vuole sviluppare la propria legittima stranezza. Lavoratori dello spettacolo dal vivo che sono stra-ordinari solo e unicamente nel loro modo di essere in scena e per la professionalità che hanno scelto di praticare. Ognuno di loro quotidianamente, con forza e passione, lavora per cercare e svelare “bellezza“ provando a restituirla, a chi li incontra, attraverso la poesia e l’arte del teatro.
Questo è senz’altro accaduto mercoledì 13 novembre al Teatro della Tosse di Genova, quando la compagnia ha presentato Lo Specchio della Regina, spettacolo che prende spunto dalla celebre fiaba di Biancaneve e che in questo caso vede protagonisti una Regina affaticata dal dover essere sempre “la più bella del Reame” e il suo Specchio, a sua volta stanco di dover ripetere sempre “quello che fanno gli altri” e in cerca di una via di fuga. La via di fuga la trova la notte, quando la sua Regina dorme e lui può contemplare e amare chi è bella davvero, Biancaneve, dalla pelle bianchissima e quelle labbra rosse che la Regina sua padrona non potrà mai eguagliare.
Ma Biancaneve in realtà altro non è che una fredda statua di gesso, immobile in una bellezza senza vita. A chi e a cosa serve quindi questa bellezza? Sta solo nell’immaginario di chi la idolatra volendo farne una persona viva facendole ascoltare i suoni della vita: il mare, il vento la pioggia…ma nulla di questo basta. Lei resta lì immobile e sorda a tutto. Questo però è sufficiente a destare gelosia nella Regina che si accanisce contro il suo specchio, l’amico fedele di sempre, colui che non dice mai “no” e che rimanda quello che vuole sentirsi dire. Gelosia che sceglie di allontanare la verità piuttosto che accettarla e che sceglie di mettere in vendita la fedeltà, rappresentata appunto dallo Specchio. Ma orfani di verità e di amore non può stare nessuno, neppure la Regina di Biancaneve, che deve trovare il modo per riconquistare la fiducia dello Specchio per trovarla poi in se stessa.
Il testo di Viganò è un appassionante racconto che smontando e rimontando una delle fiabe più celebri di tutti i tempi dona al pubblico una prospettiva del tutto nuova sulla bellezza della diversità. Niente nani, principi e cacciatori e neppure diafane principesse. Ne Lo Specchio della Regina, solo un narratore onnisciente (interpretato da Rocco Ventura). Un omone che muove i fili della storia con grazia e maestria, un omone che sa cantare il mare, il vento e la pioggia un omone che sostiene le cadute dei protagonisti avvicinando loro i cuscini perché non si facciano mai male e trovino invece sempre il “morbido” alle cadute della vita. Lo spettacolo è un continuo rimbalzo tra gioco e realtà, ragione e fantasia, portato avanti da due splendidi attori affetti dalla sindrome di Down, Jason Mattia De Majo e Maria Magdolna Johannes, che portano in scena una personale poetica.
Nessuno sguardo pietistico, amorevole o consolatorio, né alcuna rivendicazione da parte di una compagnia che ha scelto di superare i confini, cambiando il quotidiano, mettendo in luce le ombre e le ferite che nutrono l’arte e la vita. Cambiare i paradigmi fa riflettere ed emoziona. Lo Specchio della Regina, come tutti gli spettacoli del Teatro la Ribalta, più che rivendicare la diversità vuol essere moltiplicatore di differenze. Il linguaggio del corpo è senza dubbio quello che prevale ed è affascinante verificare lo splendido lavoro effettuato da Eleonora Chiocchini, che ha curato le coreografie fatte di movimenti semplici ma efficaci, gestiti con coordinazione perfetta, in cui tra note rock e mazurke esce fuori un lavoro minuzioso e importante ben metabolizzato da attori e danzatori.
Lo Specchio della Regina denuncia come narcisismo e competizione degenerino inevitabilmente nell’invidia, un’emozione che fa riferimento ai valori e all’immagine di sé e alla cui base si riscontrano sentimenti di mancanza e senso di inferiorità. Per questo la messa in scena invita a trovare il vero sé, indipendentemente da come gli altri ci vedono e ci vogliono. Messaggio importante soprattutto ai giorni nostri in cui il mondo effimero dell’apparire sembra essere diventato più importante di quello della verità. Smentiamo ogni genere di cliché, ricerchiamo verità, comunica lo spettacolo, perché solo all’interno di essa sta la vera bellezza.