Massimo Duranti, esperto di aeropittura futurista ed ex membro del comitato scientifico della mostra Il Tempo del Futurismo mai formalizzato, offre la sua versione dei fatti
La mostra Il Tempo del Futurismo, al centro di un vivace confronto tra curatori, collezionisti e rappresentanti del Ministero della Cultura, si proponeva di indagare il rapporto tra il Futurismo e le avanguardie internazionali, ma il suo percorso è stato tutt’altro che lineare. Massimo Duranti, esperto di aeropittura futurista, in questo video ripercorre le fasi preparatorie dell’evento, evidenziando come il progetto, frutto di anni di lavoro e della collaborazione con musei e collezionisti di fama internazionale, sia stato ostacolato da tensioni interne, rivalità professionali e pressioni esercitate da collezionisti privati.
A suo avviso, la mancata formalizzazione del comitato scientifico e l’estromissione di figure chiave hanno compromesso non solo la credibilità del progetto, ma anche l’immagine dell’Italia come punto di riferimento per la promozione del Futurismo in Europa.
L’approccio iniziale, fortemente voluto da Duranti, mirava a una narrazione innovativa e rigorosa. Tuttavia, scelte successive avrebbero, secondo l’esperto, reso il progetto più generico e meno focalizzato dal punto di vista scientifico. Questo scenario ha aperto un dibattito su temi centrali per il mondo dell’arte: la necessità di trasparenza, il riconoscimento delle competenze specialistiche e l’urgenza di salvaguardare l’immagine internazionale del patrimonio culturale italiano.
Mentre la mostra apre i battenti, Duranti invita a riflettere sull’importanza di una gestione più condivisa e rispettosa delle professionalità coinvolte, in nome della qualità e della credibilità dei progetti culturali italiani.