Camerunense di nascita cresciuta in Svizzera, 57 anni, Kouoh avrà lo specifico incarico di curare la 61esima Esposizione Internazionale d’Arte nel 2026
“È la cognizione di un orizzonte ampio di visione nel sorgere di un giorno prodigo di parole e occhi nuovi”. Con queste parole il presidente Pietrangelo Buttafuoco della Biennale di Venezia annuncia la nomina di Koyo Kouoh, camerunense di nascita cresciuta in Svizzera, 57 anni, a nuova direttrice del Settore Arti Visive. Con lo specifico incarico di curare la 61esima Esposizione Internazionale d’Arte nel 2026. “Il suo sguardo di curatrice, studiosa e protagonista nella scena pubblica incontra, infatti, le intelligenze più raffinate, giovani e dirompenti. Con lei qui a Venezia, la Biennale conferma quel che da oltre un secolo offre al mondo: essere la casa del futuro“.
Kouoh è dal 2019 direttrice esecutiva e Chief Curator dello Zeitz Museum of Contemporary Art Africa (Zeitz MOCAA) a Città del Capo, in Sudafrica. È stata direttrice artistica fondatrice di RAW Material Company, un centro per l’arte, la conoscenza e la società a Dakar, in Senegal. Ha fatto parte del team curatoriale di Documenta 12 (2007) e Documenta 13 (2012) a Kassel, in Germania. Nel 2020 ha ricevuto il Grand Prix Meret Oppenheim, prestigioso premio svizzero che riconosce successi nei campi dell’arte, dell’architettura, della critica e delle esposizioni. Vive e lavora tra Città del Capo (Sudafrica), Dakar (Senegal) e Basilea (Svizzera).
Zeitgeist
“L’Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia è da oltre un secolo il centro di gravità dell’arte”, ha commentato Koyo Kouoh. “Artisti, professionisti dell’arte e dei musei, collezionisti, galleristi, filantropi e un pubblico in continua crescita si riuniscono in questo luogo mitico ogni due anni per cogliere il battito dello Zeitgeist. È un onore e un privilegio unici seguire le orme degli illustri predecessori nel ruolo di direttore artistico e creare una mostra che spero possa avere un significato per il mondo in cui viviamo attualmente e, cosa più importante, per il mondo che vogliamo costruire”.