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Ospitalità ad arte: i dieci anni di mostre all’NH torinese di piazza Carlina

NH Carlina, Torino, vista delle mostre
L’NH Hotel di Piazza Carlo Emanuele II, a Torino (ma i torinesi la chiamano tradizionalmente Piazza Carlina) ormai da tempo svolge un’interessante attività culturale e artistica aperta al pubblico, tra incontri letterari, mostre ed eventi musicali, che lo rende sempre più un punto di riferimento per esperti del settore, art lovers, ma anche semplici visitatori e clienti.

Questo dicembre, per celebrare i dieci anni di intensa attività culturale sono inaugurate alcune mostre particolarmente interessanti. Per la precisione, per l’occasione sono state aperte al pubblico ben cinque nuove project room dedicate a progetti artistici di altissimo livello, realizzati grazie alla collaborazione con alcune tra le gallerie e gli spazi espositivi più interessanti ed affermati della città (e dintorni).
La project room intitolata Galleria della corte, che come un piccolo chiostro circonda il cortile interno del palazzo, ospita una doppia personale di Nils Udo (Lauf, 1937) e Thomas Wrede (Iserlohn, 1963) curata dalla galleria Photo & Contemporary. Il percorso espositivo si snoda attraverso i lavori di due tra i più interessanti fotografi del panorama tedesco contemporaneo, entrambi impegnati ad esplorare il tema dell’ambiente e quello della nostra percezione di spazio e proporzioni, lavorando sulle illusioni e le aberrazioni visive. Così, in modo senz’altro diverso, ma in certo senso quasi complementare, Wrede e Udo giocano sapientemente su voluti inganni dei sensi, che inducono lo spettatore a un benefico senso di spaesamento, che incoraggia la riflessione.

NH Carlina, Torino, fotografie di Maїmouna Guerresi

Nella Corte Interna è invece possibile ammirare due opere di Mark Handforth (Hong Kong, 1969). Anche qui risulta centrale la riflessione intorno al tema della percezione, che risulta alterata al mutare in scala dei soggetti, così come dei materiali e delle loro forme. La mostra, di piccole dimensioni ma di grande interesse, è realizzata in collaborazione con – un nome, una garanzia – la Galleria Franco Noero.
La Sala Rossa e la Sala Merz ospitano invece ancora una volta un lavoro fotografico, questa volta opera di Paolo Pellion di Persano, storico fotografo dell’arte povera torinese, mentre negli spazi del bar trovano posto le opere di due designers, Maria de Ambrogio e Stella Tosco, sotto il nome di Serienumerica.
Per finire, nella Sala Blu sono esposte le opere di Maїmouna Guerresi (Pove del Grappa, 1951), per la curatela di Marzia Capannolo. Si tratta di una serie di opere nate da stampe fotografiche riprodotte attraverso una particolare tecnica di pressione, e poi operate con colori e interventi mirati da parte dell’artista. Il tema è quello attualissimo della questione femminile e la parità di genere; lo sguardo quello molto particolare e intenso di un’artista italo-senegalese di grande sensibilità, che legge e invita a leggere il tema da un punto di vista ed un vissuto molto personale, cogliendo aspetti che potrebbero forse sfuggire a un occhio abituato alla sola cultura occidentale. Echeggiando una nota canzone dei Radiohead, la mostra s’intitola “Breath, keep breathing/ Noyyi, Wéyal Noyyi” ed è realizzata in collaborazione con La Crescentina (Fubine Monferrato, Alessandria).
Nel complesso il percorso tra opere e mostre appare variegato e ricco di sorprese. Una conferma, se mai ce ne fosse bisogno, che l’arte trasforma l’ambiente in profondità, rendendolo vivo, abitabile, insieme ancor più accogliente e stimolante.

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