Print Friendly and PDF

L’osservatorio del presente. Luis Fratino a Prato

Nude on the rocks, 2024 Olio su tela / Oil on canvas 61 × 86.4 cm Courtesy l’artista / the artist e / and Sikkema Jenkins & Co., New York e / and Galerie Neu, Berlin
Large self-portrait with glasses, 2024, Olio su tela, 76.2 × 69.2 cm, Courtesy l’artista e Sikkema Jenkins & Co., New York e  Galerie Neu, Berlin
E se Picasso fosse stato gay? La domanda sorge spontanea davanti ai dipinti dell’artista statunitense Luis Fratino (1993), protagonista di Satura, la sua prima mostra istituzionale europea al Centro Pecci di Prato, curata da Stefano Collicelli Cagol e allestita in maniera impeccabile negli spazi, non facili, del museo toscano.

Le atmosfere domestiche e quasi casalinghe di un’omosessualità vissuta in maniera normale caratterizzano lo stile di Fratino, vicino alla cifra classica del Picasso del rappel à l’ordre degli anni Venti, ma anche alla definizione grafica dei ritratti di Max Beckmann, con alcuni riferimenti cromatici e compositivi sia a Matisse che a Derain del periodo fauve.

Nude on the rocks, 2024, Olio su tela, 61 × 86.4 cm, Courtesy l’artista e Sikkema Jenkins & Co., New York e Galerie Neu, Berlin

Perché Fratino a Prato?

Il giovane artista ha un rapporto sentimentale con l’Italia, dato che la sua famiglia ha origini molisane: un legame che ha voluto sottolineare all’interno di quadri, sculture e disegni – tutti rigorosamente figurativi – con una serie di riferimenti culturali al nostro paese, espliciti o suggeriti dalla presenza di libri o oggetti simbolici. In primis le letture di testi a tema, come le poesie di Sandro Penna, Patrizia Cavalli e Pier Paolo Pasolini, abbinati a reference alternative e lontane rispetto al mainstream attuale, come le tele di Filippo De Pisis e Guglielmo Janni.

Inoltre, Fratino ha trascorso l’estate del 2019 sull’isola del Giglio: giornate libere e spensierate alle quali ha dedicato i dipinti View of Monte Cristo (2020) e Ginone (2020). “Dalla nudità evocata, da quella gioiosa di gruppo fino alla più esplicita, Satura è un viaggio nel mondo omoerotico che tanto deve al contesto italiano nel quale si è mosso Fratino”, scrive il curatore nel bel catalogo, edito da Mousse Publishing e ricco di interessanti contributi.

View of Monte Cristo, 2020, Olio su tela, 91.4 × 50.8 cm, Greene-Christoffel Collection

Le riflessioni degli studiosi

Chiara Portesine puntualizza la derivazione dell’opera A Breeze (2017) da una scena del film Decameron di Pasolini, mentre Giorgio Di Domenico analizza il grande dipinto Arci bellezza (2023), ambientato nel circolo Arci di via Giovanni Bellezza a Milano, per delineare una serie di riferimenti ad opere di Renato Guttuso come Boogie-Woogie (1953) o Balera (1945). Molte opere hanno un sapore quasi sfrontato nella rappresentazione di momenti intimi di una coppia gay, come Blowjob and Moon (2019), Four poster bed (2021), Washing in the sink (2023), Kiss (2023) o The Pink and green light (2024).

YMCA, 2023 Olio su tela, 157.8 × 137.5 cm, Collección Fundación Calparsoro
The pink and green light, 2024 Olio su tela, 160 × 186.1 cm, Courtesy l’artista e Sikkema Jenkins & Co., New York e Galerie Neu, Berlin

Riferimenti storici e artistici

Per YMCA (2023) un possibile riferimento formale potrebbe essere l’opera di Ferruccio Ferrazzi Idolo del prisma (1931), capolavoro del Realismo Magico, una delle correnti alle quali Fratino si ispira, reinterpretando opere di Fausto Pirandello, Arturo Martini, Carlo Carrà e Mario Mafai. Memorie di capolavori, persone, luoghi, paesaggi e situazioni italiane che costituiscono lo sfondo di un’arte mescolata al quotidiano, dove la realtà assume connotati onirici e sognanti anche nella sua incandescente ma sempre gioiosa brutalità.

Commenta con Facebook