
ALIGHIERO BOETTI [Torino 1940 – Roma 24/04/1994], Il silenzio è d’oro, 1988. Base d’asta: 35.000 €
Ecco i lotti più interessanti dell’asta di arte moderna e contemporanea che Meeting Art esiterà a Vercelli l’8, 9, 15 e 16 marzo
L’arte si fa pensiero, il pensiero si fa arte. Doppio binario sempre valido nella storia dell’arte, ma ancora di più mano a mano che il Novecento avanzava insieme alle avanguardie prima e all’arte concettuale poi. E che ritroviamo cristallizzato nel ricamo di Alighiero Boetti, Il silenzio è d’oro (base d’asta 35 mila euro), tra i lotti più interessanti dell’asta di arte moderna e contemporanea che Meeting Art esiterà l’8, 9, 15 e 16 marzo. L’opera, realizzata nel 1988 con il consueto supporto delle ricamatrici di Peshawar, pone l’attenzione sulla sacralità dell’atto artigianale e artistico, sulla riflessione che ne deriva e su quella che ne consegue, racchiusa nel lungo tempo impiegato per realizzare l’opera e in quello infinito a disposizione per interpretarla, assecondandone le mutevoli interpretazioni.
Mutevoli e dinamici come gli equilibri instabili che Julio Le Parc allestisce in Modulation 956 (base d’asta 28 mila euro), esempio limpido del cinestismo che negli anni Ottanta si diffuse tra Italia e Francia. Qui vediamo, in uno spazio ideale, forme cilindriche e sferiche il cui movimento suggerito gioca con la percezione di chi lo osserva.
D’arte cinetica si nutre anche Gocce d’arcobaleno lunare n.6, titolo lirico che Alberto Biasi ha affibbiato alla sua tecnica mista e lamelle di tela su tavola realizzata nel 2010. La base d’asta, per un lavoro completo di timbro dell’artista con numero d’archivio al retro, è di 25 mila euro.
Dopo una serie di opere fondate sul pensiero, proprio come accaduto nel secolo scorso, anche le nostre segnalazioni “ritornano” a un contesto dove è l’arte, in particolare la pittura, a prendersi la scena. Emblematico in tal senso il percorso di Salvo, che dopo gli esordi poveristi recupera lo strumento pittura, interpretandolo in modo assolutamente personale. Ne è un esempio Aprile, in vendita a partire da 15 mila euro. Si tratta in un paesaggio marino, al tramonto, reso nei volumi paffuti e nei colori accesi che caratterizzano lo stile del pittore.
Altrettanto acceso cromaticamente il Senza titolo (base d’asta 20 mila euro) di Sandro Chia, esponenente della Transavanguardia, movimento sviluppatosi nella seconda metà degli anni Settanta, che riportò la pittura al centro del discorso artistico. Proprio come lo era nel 1928, quando Alberto Magnelli dipinse Il veliero dell’Estuario (base d’asta 30 mila euro), che nel 1930 sarebbe stato esposto alla XVII Biennale di Venezia. L’artista sceglie di rappresentare l’imbarcazione dalla città, mentre passa tra due edifici che ne incorniciano le vele rosa. In fondo, nemmeno qui si può dire mancasse il concetto, un pensiero che maneggiasse la realtà per renderla arte.



IL CATALOGO COMPLETO
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