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Come uno sguardo di Hitchcock. Marta Mez alla Galleria Vik di Milano

Marta Mez, Galleria Vik, Milano Marta Mez, Galleria Vik, Milano
Marta Mez, Galleria Vik, Milano
Marta Mez, Galleria Vik, Milano

Alla Galleria Vik in mostra 16 opere pittoriche dell’artista polacca naturalizzata italiana Marta Mezynska, in arte Marta Mez

Il quasi brutale raziocinio del tratto pittorico dell’artista, razionale e pungente quasi quanto lo sguardo del maestro Hitchcock cui è riferito il titolo della mostra, poiché proprio il suo capolavoro La finestra sul cortile (1954) presenta il titolo originale di Rear window, induce lo spettatore a osservare con occhi nuovi, non propri”. Così la curatrice Giuditta Elettra Lavinia Nidiaci introduce l’opera dell’artista polacca naturalizzata italiana Marta Mezynska, in arte Marta Mez, in occasione della personale Rear Windows che si inaugura oggi – alle 18,30 – presso la Galleria Vik di Milano. 16 opere pittoriche realizzate ad olio per l’occasione, prevalentemente di grandi dimensioni, che saranno visibili fino al 6 aprile prossimo.

 

Marta Mez, Galleria Vik, Milano
Marta Mez, Galleria Vik, Milano

Sono tanti gli spunti che le opere di Marta Mez forniscono, legati all’ambito cinematografico”, aggiunge Nidiaci. “L’apparente quiete celata dietro agli edifici rigorosi e le cui finestre sembrano scrutare lo spettatore non rimandano solo al sopracitato Hitchcock, ma anche a Polański, specie per il suo cult Rosemary’s Baby (1968) girato principalmente presso il Dakota Building (celebre edificio residenziale di New York, situato nell’esclusivo Upper West Side di Manhattan, nel quale abitavano Yoko Ono e John Lennon e nel cui ingresso Lennon venne assassinato), e per il più recente Carnage (2011), che si svolge quasi interamente all’interno di un appartamento”.

 

Marta Mez, Galleria Vik, Milano
Marta Mez, Galleria Vik, Milano

I dettagli architettonici degli edifici s’immergono dunque in atmosfere ora luminose ora lievemente cupe, richiamando l’hopperiana attitudine dell’uomo che da animale sociale cerca il suo spazio nel quotidiano, e ripiomba ogni volta, inevitabilmente, nella sua angosciosa solitudine.

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