
Bottega di Donato di Niccolò di Betto Bardi detto Donatello, “Madonna del seggiolino” in stucco dipinto in policromia, 1450/1460 circa. (cm 62×43).
Stima € 60.000 – 70.000. Courtesy Il Ponte Casa d’Aste
Dalla Firenze di Donatello e Andrea della Robbia alla Roma dei Borghese. Il Ponte prepara un’asta (Arredi e Dipinti antichi, online il 25, 26, 27 marzo 2025) che è un viaggio nella storia dell’arte e dei suoi prestigiosi committenti, figure aristocratiche che nei secoli hanno contribuito a plasmare gusti e stimolare tendenze.
Catalogo alla mano, emerge su tutto la Madonna del seggiolino, realizzata in stucco dipinto in policromia dalla bottega di Donatello. Una rarità stimata 60-70 mila euro. Come anche le cinque porzioni di un monumentale fregio ad arco ornato da un festone vegetale composto da mazzi di frutta (cedri, agrumi, mele cotogne, pigne), realizzato in terracotta invetriata policroma nel 1480-1490 circa da Andrea della Robbia. La stima? 55-60 mila euro.
Dall’ambiente mediceo a quello romano, con i due tavoli appartenuti alla Collezione del principe Paolo Borghese (lotto 125, stima 22-24 mila euro e lotto 126, stima 20-22 mila euro). Di ambito capitolino anche la coppia di tavoli da parete con placca ovale in biscuit raffigurante il “Trionfo di Galatea” (lotto 131, stima 26-28 mila) e un elegante comodino bombato con piano in diaspro di Sicilia,
attribuito a Giovanni Ermans (lotto 120, stima 25-30 mila euro).
L’itinerario collezionistico europeo prosegue poi verso nord, dove troviamo una selezione di lotti da Wunderkammer, le stanze delle curiosità e delle meraviglie dove i nobili del XVI secolo riponevano le loro collezioni di oggetti fantastici ed esotici. In asta troviamo, per esempio, due manufatti dell’austriaco Hermann Böhm: il soprammobile Torre ‘Historismus, in argento e lapislazzuli (lotto 121, stima 16-18 mila euro) e una coppia di cornucopie (lotto 123, stima 11-12 mila euro). Spicca poi la scatola in agata realizzata dal “Principe degli orafi” Alfredo Ravasco (lotto 103, stima 6-7 mila euro), decorata da frutti e perle a rilievo in calcedonio.
Muoviamo poi ad est con una Collezione di icone russe del XVIII e XIX secolo, guidata dalla Resurrezione di Cristo e le Dodici Grandi Feste, con riza in argento e placche ovali in porcellana smaltata (lotto 93, stima 6.3-6.4 mila euro). E subito di nuovo ad ovest, dove L’arte spagnola del Seicento è magistralmente rappresentata nella Vanitas con ventilabro di Scuola castigliana della prima metà del XVII secolo (stima 25-35 mila euro), in cui si fondono mirabilmente simbolismo e qualità pittorica. Il realismo emozionale, intriso delle influenze di Ribera e Guercino, si condensa nell’immagina macabra ed evocativa del teschio, il cui significato non sfugge a nessuno e suggerisce a tutti una certa incombenza. La stessa che in modo meno drammatico coinvolge i buyers in asta, stimolati dalla competizione ad essere loro e nessun altro gli ultimi a sollevare la paletta.

Andrea della Robbia, Cinque porzioni di un monumentale fregio ad arco ornato da un festone vegetale composto da mazzi di frutta (cedri, agrumi, mele cotogne, pigne) serrati da nastri svolazzanti, in terracotta invetriata policroma, 1480-1490 circa. (ciascuna cm 54×32). Stima € 55.000 – 60.000. Courtesy Il Ponte Casa d’Aste

Giovanni Ermans (attr). Roma, secolo XVIII. Comodino di forma bombata, lastronato e intarsiato in palissandro, bois de rose e bois de violette. Piano in diaspro di Sicilia (cm 76x77x40; piano cm 78x40x4). Stima € 25.000 – 30.000. Courtesy Il Ponte Casa d’Aste

Coppia di tavoli da parete in legno intagliato. Piano in marmo cipollino mandolato. Roma, secolo XVIII (cm 193x94x72). Stima € 26.000 – 28.00. Courtesy Il Ponte Casa d’Aste