
Fino al 25 maggio 2025 la Galleria Société Interludio di Cambiano (TO) presenta Il demone sulle spalle, mostra personale di Andrea Barzaghi (Monza, 1988). L’esposizione a cura di Stefania Margiacchi raccoglie un corpus di opere inedite realizzate dall’artista tra il 2022 e il 2025.
Il Demone sulle spalle di Andrea Barzaghi non è una mostra riferita a un aneddoto, né a quel concetto di arte che supera l’arte stessa, determinato a tal punto da non lasciare via di scampo. È tutto il contrario. Egli, infatti, apprende da ciò che fa. Con intransigenza, lievemente, con sicurezza e interrogativi, seguendo le criticità poste da un lavoro che è sempre in essere. Andrea Barzaghi è “semplicemente” pittore. Di cosa è il quadro a suggerirlo.
Il corpus di dipinti ora presentato da Societé Interludio a cura di Stefania Margiacchi sembra ripeterlo continuamente. Con impeccabile serietà e mai abbastanza; almeno tanti quanti possono essere i dipinti che nell’arco di una vita si succedono. A volte difficili, ma sicuramente non estranei alla duplice armonia che ogni volta, vedendo le sue opere, si lascia scovare nell’interno del quadro, oppure nel rapporto di figliolanza tra l’uno e l’altro. E le domande si alternano, poiché se di primo acchito si è indotti a soffermarsi davanti a un’opera in particolare, aprendo lo sguardo, di là da ogni sorta di analisi, si è portati a vedere l’insieme. Cos’è, dunque, questo “demone” che non lascia tranquilli?

La Storia del cammino dell’ermafrodita (2025) contiene in sé tutte le vie percorse e quelle ancora da percorrere. Un quadro forse complesso, che nondimeno amplifica il metodo. Lo esalta per mezzo di multiformi punti di vista, tecniche anche, scelte di soggetti trattati. Una storia che potremmo impropriamente chiamare uno storico. Un quadro che come nel mito è insieme l’uno e l’altro; Ermes e, a un tempo, Afrodite, e molto altro ancora. Ciò che è in essere è ciò che gli è più caro: la lotta e la foresta, il corpo sempre duplice e plurimo (Lottatori, 2024; Il Bacio, 2025; Catwalk, 2024). Amante deciso, nel gioco a due dovuto a un’urgenza non richiesta, innata nell’esperienza di chi la vive.
Non vi è, quindi, una pittura a partire da un’idea, ma il rovello quanto mai assillante del daimon che è domanda, continuità, apertura; che induce a incontrare l’uno nel molteplice, o il nuovo nel già visto. Quei riferimenti per sé cari che si tramutano nella finestra-soglia tra interno ed esterno di ciò che l’artista ha appreso e di ciò che scopre avere dimenticato. Tutto si gioca nel limite che l’opera è. Lo ricordavamo per la cornice espansa, con la tela sorretta da impalcature lignee e a volte colorate. Ebbene, la struttura oggi ha un sapore classico, fatta di riprese, rimandi tra il voluto e il ritrovato. La cornice degli Amanti (2023) da esterna entra nella quinta di Ancora senza titolo (2022) e svolta la traiettoria: le figure da statiche e contemplative diventano così mutevoli, in piena tensione. Sempre essenziali, eppure diverse, che non desiderano altro che sprigionarsi da dove sono. È una questione pittorica vista nel suo divenire.
Differenti espressioni di una medesima esperienza che passa dalla sintesi coloristica dell’Incontro (2025) – in cui la natura segue di pari passo la versatilità delle stesure – fino alle trame fitte de Il demone sulle spalle (2025). Per arrivare, mai come una fine, alla distensione del Pellegrinaggio (2025): un paesaggio dai toni bruni e la folla ordinata e folta che ne richiama il riverbero luministico. “L’importante, secondo me, è l’Haltung (atteggiamento) del pittore”, aveva detto in una conversazione con Sofia Silva. Una postura fuorviante per ogni sorta di interpretazione, a volte incerta, ultimamente mai tranquilla nel tentativo di rendere visibile quel tratto di strada o momento pittorico che nasce e insorge: che suggerisce una sua propria via. Anche la cornice, pertanto, ha il suo ruolo. Non delimitante, poiché, come scritto dalla curatrice: “Il confine non è sul bordo, ma dentro il quadro”. In un’opera evolutiva, aperta, variabile, ora e da sempre, come la storia di chi la intraprende.
















