
© Ti-Press / Samuel Golay
L’architettura come pratica collettiva, sostenibile e profondamente radicata nei luoghi.
È questa la visione dello studio Al Borde, vincitore del BancaStato Swiss Architectural Award 2024, promosso dalla Fondazione Teatro dell’architettura in collaborazione con le principali scuole di architettura svizzere. La cerimonia di premiazione si è tenuta giovedì 8 maggio 2025 al Teatro dell’architettura di Mendrisio, seguita dall’inaugurazione della mostra dedicata all’edizione in corso, aperta al pubblico fino al 5 ottobre.
Fondato a Quito nel 2007 da David Barragán, Pascual Gangotena, Maríaluisa Borja ed Esteban Benavides, Al Borde si è distinto per un approccio progettuale concretamente sostenibile. Sebbene oggi il termine sia molto inflazionato, la loro attenzione non si limita solo alla riduzione dell’impatto ambientale. Il collettivo è innanzitutto sensibile al contesto e alle risorse locali, opera in stretto dialogo con le comunità e reinterpreta tecniche costruttive tradizionali attraverso una lente contemporanea. Il loro impegno si estende alla sostenibilità sociale e culturale, con una particolare attenzione al reperimento di materie prime da fornitori locali.
La giuria internazionale, guidata da Mario Botta e composta da Walter Angonese, Sophie Delhay, Matthias Kohler e Xu Tiantian, ha premiato all’unanimità i tre progetti emblematici dello studio: il Mirador Aula (Learning Viewpoint) nella foresta del Cerro Blanco, il Raw Threshold Pavilion a Sharjah e la Biblioteca comunitaria Yuyarina Pacha a Huaticocha (Ecuador). Nelle motivazioni della giuria si legge: “Le opere di Al Borde propongono una riflessione ampia e radicale sul concetto di sostenibilità, dove l’estetica non è mai fine a sé stessa ma riflette l’energia e l’impegno spesi nella costruzione, in un rapporto diretto con il paesaggio, i materiali e le persone.”
Giunto alla sua nona edizione, il BancaStato Swiss Architectural Award è tra i premi di architettura più rilevanti a livello internazionale per prestigio e dotazione economica (100 mila franchi svizzeri). Dalla sua istituzione nel 2007, il premio segnala architetti under 50 che contribuiscono fortemente al dibattito sull’architettura contemporanea. Non è possibile candidarsi: la selezione avviene su invito da parte di una rete di segnalatori internazionali, il che ne accresce autorevolezza e selettività.
Il premio, ideato da Mario Botta, nasce dalla volontà di valorizzare architetture essenziali, radicate nel contesto. Fin dalla prima edizione, l’America Latina si è rivelata un grande esempio: “Sono i territori più poveri a offrire le idee più ricche” ha commentato Botta. “Là dove i materiali sono scarti, residui, diventa fondamentale imparare a costruire con ciò che si ha: un principio di sostenibilità autentica, non solo dichiarata.”
In occasione della premiazione, il collettivo ha tenuto un dialogo aperto sul proprio lavoro e sulla condizione dell’architettura in America Latina, illustrando il loro metodo progettuale “in divenire”, dove ogni intervento diventa una sorta di radiografia sociale e culturale del territorio.
Durante l’incontro, David Barragán ha sottolineato come il premio, definito da molti “impossibile” perché non prevede candidature, rappresenti per lo studio un riconoscimento fondamentale: “Siamo stati nominati per tre anni, e quest’ultima volta era forse l’ultima occasione di vincere, ma non ce lo aspettavamo vista la competitività del premio. Per noi è molto importante che sia stata riconosciuta la nostra idea di sostenibilità, che è anche estetica, un’estetica che si fonde con il mondo.”
La mostra allestita al Teatro dell’architettura Mendrisio presenta i lavori dei 31 candidati di questa edizione, provenienti da 17 Paesi, e include una sezione monografica dedicata al lavoro di Al Borde. Le tavole in esposizione corrispondono a quelle visionate dalla giuria in fase di selezione, offrendo al pubblico l’opportunità di osservare i criteri su cui si basa l’assegnazione del premio. Anche i partecipanti non premiati ricevono visibilità e riconoscimento.
Oltre al contributo economico, il premio prevede che i vincitori tengano uno o più semestri di insegnamento presso l’Accademia di architettura di Mendrisio, offrendo così alle nuove generazioni l’occasione di confrontarsi con approcci progettuali innovativi e profondamente radicati nei territori. David Barragán ha espresso tutta la loro motivazione e felicità per questa nuova sfida: “Come portare il nostro approccio in un contesto geografico e sociale così differente? È la sfida più grande, ma anche forse la nostra missione: radicare un pensiero architettonico che veda ogni contesto ambientale e sociale in coesione con le costruzioni, fondendosi perfettamente con il mondo.”
Per maggiori informazioni: www.swissarchitecturalaward.com

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