
Per la prima volta, Cagol ha coinvolto un robot umanoide in una delle sue azioni artistiche nell’opera We Own the Futures
Allo scoccare della mezzanotte del 16 maggio, in occasione della Giornata Internazionale della Luce promossa dall’UNESCO, la città di Bressanone si è trasformata in un palcoscenico simbolico e visionario grazie alla performance dell’artista Stefano Cagol. Davanti al Duomo, sotto il cielo dell’Alto Adige, un cerchio di torce SOS ha illuminato la notte con un forte messaggio: riflettere sul futuro del rapporto tra esseri umani e intelligenza artificiale.
Per la prima volta, Cagol ha coinvolto un robot umanoide in una delle sue azioni artistiche. L’opera, intitolata We Own the Futures, ha evocato una cerimonia mistica in cui uomo e macchina condividono spazio, tempo e significato. “Con il robot condividerò il mio tempo e il mio spazio”, ha spiegato l’artista, “disegneremo cerchi di luce, guarderemo le stelle e il Sole: sarà un atto magico e simbolico”.
L’intervento si è svolto in un momento storico di grande accelerazione tecnologica. Proprio in questi giorni, Elon Musk ha annunciato la produzione in serie del robot umanoide Optimus, con stime che parlano di centinaia di milioni di androidi nei prossimi decenni. “Lo sviluppo della tecnologia sembra un diluvio”, afferma Cagol. “Dobbiamo riflettere su questo, trovare un equilibrio. Siamo parte dell’ecosistema e anche la tecnologia ne fa parte”.
Le torce SOS, visibili fino a 10 chilometri, hanno acceso il centro storico con una luce rossa intensa, simbolo di allerta ma anche di speranza. “È un SOS, ma è anche un messaggio di pace. La luce apre l’oscurità”, conclude l’artista.














