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“Privé” di Giorgio Armani: vent’anni di Alta Moda per l’immortalità

Giorgio Armani Privé 2005–2025 - photocredit Delfino Sisto Legnani
Giorgio Armani
A Milano, nello spazio lunare dell’Armani Silos firmato dall’architetto giapponese Tadao Ando, nel tempio di una eleganza immortale, Giorgio Armani (Piacenza, 11 luglio 1934), accecato dai flash dei fotografi e supportato dal suo fedele staff operativo, ha inaugurato la sua mostra: vent’anni di ricerca di materiali preziosi come pietre e minerali di pianeti immaginari, incarnati da centocinquanta abiti-scultura come espressione dell’abilità sartoriale e artigianale della sua strepitosa collezione Haute Couture chiamata Privé.

Dal primo all’ultimo abito, distribuiti su tre piani dell’edificio dagli interni oscurati, al Silos tutto è arte del dettaglio: dall’elaborazione della materia prima all’applicazione del ricamo. Un inno alla sua capacità sartoriale e cromatica di abbinare colori e texture diverse, trasformando gli abiti da sera in uno spettacolo di emozionante bellezza, inclusi i tailleur da sogno rivisitati in chiave Alta Moda.

Tutti siamo stati sedotti dall’allure di una moderna classicità di Re Giorgio, con i suoi abiti della collezione Privé proposta nel 2005 a Parigi, capitale dell’Haute Couture. Una linea privatissima, destinata a poche elette dell’alta società che possono permettersi tanta grazia e bellezza: attrici, pop star, regnanti e altre vip del nostro tempo. Armani, senza ombra di dubbio, può competere con il lusso francese, puntando sull’essenza della moda italiana: manualità sartoriale, cura del dettaglio, linee portabili da donne di peso e statura diverse, ricerca dei materiali innovativi di fattura sartoriale tradizionale, che dimostrano la creatività del brand allo stato puro, grazie alla sua capacità di rielaborare abiti e tessuti diversi.

Re Giorgio è sempre stato attratto dalla cultura asiatica: dalla Cina, dal Giappone, dagli obi, fusciacca o cintura tipica giapponese indossati con il kimono, dai keikogi, sia da uomini che donne, da abiti tradizionali di culture differenti, come kimono, tuniche dal taglio impero, abiti da sera dalle linee sinuose degli anni Trenta. Anche i morbidi pantaloni e casacche fluide per donne dalla forte personalità sono eleganti e portabili anche in serate di gala.

Giorgio Armani Privé 2005–2025 – photocredit Delfino Sisto Legnani

Le sue creazioni di Alta Moda sono per le star di Hollywood, come per esempio la sua musa Cate Blanchett, attrice e produttrice cinematografica, icona dello stile Armani, ammantata da un abito di un rosso opulento. È testimonial dal 2013 di , la fragranza di Armani, come segno del suo amore per l’Italia e di amicizia con Armani. Tanta bellezza molte di noi non possono indossarla, ma ammirarla sì, all’Armani/Silos fino al 28 dicembre 2025, dove le sue creazioni fluttuanti nel buio cosmico brillano come stelle, illuminate ad arte come attori su un palcoscenico immaginario, diventando soggetti autoriali di trame preziose che raccontano le evoluzioni creative dello stilista che, metaforicamente, come Giorgio Morandi, ruota intorno agli stessi oggetti, ma li combina sempre in maniera variabile all’insegna di una eleganza senza tempo.

Tutti gli abiti sono pezzi unici, tra paillettes luccicanti, tulle avvolgenti come nuvole e ricami lussuosi. Qualsiasi donna, guardandoli, sogna di essere una star almeno per una notte, e forse alcuni uomini vorrebbero essere donne solamente per indossarne uno. Armani, in questa carrellata di “forme uniche nella continuità dello spazio e oltre il tempo”, dalle linee inconfondibili, attraverso abiti ammantati di paillettes e realizzati con tessuti luccicanti, dimostra che l’abito si crea nel taglio, seguito da una lavorazione sartoriale impeccabile, con ricami-gioiello, dalle linee essenziali che possono trasformarsi in suggestioni visive.

Giorgio Armani Privé 2005–2025 – photocredit Delfino Sisto Legnani

Lo spettacolo si manifesta entrando nello spazio dell’Armani/Silos, trasfigurato in un eden olfattivo, grazie a una fragranza diffusa Bois D’Encens, simbolo distintivo della collezione Armani/Privé Haute Couture Fragrances, in cui la luce diventa metafora dell’atto creativo, dell’intuizione prima che diventi fatto concreto. L’esposizione è stata concepita seguendo i codici dell’arte ambientale contemporanea, come un’esperienza immersiva avvalorata da un’installazione sonora ipnotica e onirica, creata per la teatralizzazione della mostra di abiti da sogno dal collettivo L’Antidote. Nel Armani/Silos, tutto è luce eterea e perlata, proprio come i tessuti sfavillanti di abiti lunari che narrano le evoluzioni creative di Re Giorgio, costante nell’eleganza, variabile negli accostamenti di tessuti e colori, sempre fedele al principio dell’Alta Moda, all’insegna di una strategia aziendale che vede nella moda un sistema necessario per esportare la qualità italiana nel mondo globalizzato.

Questa sfilata sui generis, in assenza di modelle, di capolavori che comunicano lo stile di un brand di Haute Couture, è follemente concreta, passando dall’abito agli accessori davvero straordinari esposti all’ultimo piano dello spazio Armani. Il percorso espositivo di abiti ricamati ad arte ci invita al viaggio dalla Cina a paesaggi altri, come il Giappone, India, Spagna e naturalmente Parigi. Armani ci seduce per un mix equilibrato tra austero minimalismo e ricerca dei materiali brillanti, dall’effetto traslucido senza opulenza, all’insegna di eleganza, grazia e fantasia.

In due decenni del marchio di abiti dalla silhouette inconfondibile, capiamo che il segreto sta nella manifattura, lusso, glamour senza eccessi dello stile Armani che si avvale di sarti-artigiani, un capitale umano da salvaguardare come valore aggiunto del Made in Italy di ieri e di oggi. Donne e uomini che lavorano dietro le quinte da anni per ore, giorni e mesi, fedeli compagni di viaggio di un mondo prezioso, con l’obiettivo di raggiungere la perfezione richiesta da Armani in abiti senza tempo all’insegna di un’alta sartoria irriproducibile dall’Intelligenza Artificiale.

Giorgio Armani Privé 2005–2025 – photocredit Delfino Sisto Legnani

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