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Banksy riappare a Marsiglia: “Voglio essere ciò che hai visto in me”

Bansky, "I want to be what you saw in me", Marsiglia, Francia, 2025
Banksy, “I want to be what you saw in me”, Marsiglia, Francia, 2025
È riemerso dalle pieghe dell’anonimato il genio provocatore della street art: Banksy ha lasciato un nuovo segno indelebile a Marsiglia.

Un’opera tanto semplice quanto potentemente ambigua è comparsa su un muro di Rue Félix Fregier. Il soggetto? Un dissuasore che, grazie a un gioco d’ombre pittorico, si trasforma in un faro. A coronare l’immagine, una frase dal tono profondamente emotivo: “Voglio essere ciò che hai visto in me”.

Il post su Instagram, come da tradizione, è arrivato senza spiegazioni. Eppure ha già conquistato oltre 800.000 cuori digitali e acceso il dibattito tra fan e critici. Questa volta, però, il tono è diverso. Meno cinismo, più malinconia. L’ironia tagliente di Banksy cede il passo a una vulnerabilità rara, quasi struggente. Il faro – simbolo di guida, ma anche di avvertimento – accompagna un messaggio che suona come una confessione privata. È un’aspirazione o una delusione? Un grido d’identità o un’eco di rimpianto?

Alcuni osservatori fanno notare una possibile connessione con la canzone Softly dei Lonestar, che contiene un verso sorprendentemente simile. Banksy romantico? Difficile dirlo, ma il dubbio resta – e affascina. L’ambiguità, del resto, è il suo marchio di fabbrica. Non è la prima volta che l’artista gioca con simboli e contrasti. Lo scorso anno, a Londra, apparvero animali misteriosi – capre, scimmie, lupi – accompagnati da un commento sibillino sull’importanza del gioco creativo, in opposizione alla distruzione.

Una delle ultime opere dell’artista è una Madonna che allatta un bimbo angosciato

Non tutti, però, applaudono. Diversi follower, nei commenti, chiedono all’artista di tornare a temi più urgenti: Gaza, il genocidio, la sofferenza palestinese. “Non ignorare il dolore della Palestina”, scrive qualcuno, mentre altri lo accusano di restare in silenzio su questioni fondamentali. Banksy, come sempre, non risponde. Nessuna dichiarazione dal Pest Control Office, l’organizzazione che tutela il suo lavoro.

L’ultimo post prima di questo? Risaliva a dicembre: un’immagine disturbante della Vergine Maria che allatta un bambino con un tubo arrugginito al posto del seno – forse una denuncia sulla violenza domestica, o qualcosa di ancora più oscuro.

Nel frattempo, il mondo osserva. E, soprattutto, si interroga.

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