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Cosa presentano gli italiani ad Art Basel 2025

John Giorno da Thomas Brambilla
John Giorno da Thomas Brambilla
Il contingente di gallerie italiane che quest’anno ha raggiunto Art Basel è particolarmente nutrito. Sono ben 20 gli espositori che hanno risalito la Penisola e valicato il confine Svizzero per prendere parte all’evento fieristico più importante del mondo. Un dato che se non rassicura inevitabilmente sullo stato di salute dell’arte italiana, almeno certifica la bontà del lavoro dei suoi mercanti, capace di mettere insieme una proposta “nazionale” superata solo da Stati Uniti (70 gallerie) e Germania (40 gallerie). Ecco allora di seguito le immagini e un piccolo commento su ognuno dei “nostri” stand.
Cardy Gallery apre la sua presentazione con un’imponente pietra che Giovanni Anselmo ha applicato su tela, manifesto poverista che riecheggia nei ferro, carte e pastelli a olio di Jannis Kounellis che la avvolgono, con le frasi di Agnetti e i manichini di De Chirico ad alleggerire l’atmosfera

Mappe (di Boetti) che illustrano mondi, Tagli (di Fontana) che li aprono, permettendo a ai visitatori di Tornabuoni di ammirare eccellenze italiane come anche Burri e Paolo Scheggi

Da Galleria dello Scudo troviamo una rara composizione futurista di Gino Severini del 1915, le nature morte di Giorgio Morandi, l’informale di Leoncillo e Afro e soprattutto un gigantesco tondo di Emilio Vedova, tumulto di gesti e cromie vorticose

Vesuvius di Andy Warhol è il perno centrale dello stand di Magazzino, che riecheggia in Joseph Beuys e il suo Vestito Terremoto, in un dialogo che si estende poi al presente con artisti come Elisabetta Benassi, Mircea Cantor, Antonio Biasiucci e Namsal Siedlecki, le cui opere risuonano con la carica simbolica, spirituale

Taglio internazionale per MASSIMODECARLO, che presenta una selezione ampia che muove da McArthur Binion ad Jennifer Guidi, da Elmgreen & Dragset a Jamian Juliano-Villani e Ludovic Nkoth. Tra gli italiani Maurizio Cattelan, Boetti e Gnoli

Opere di qualità museale di Grazia Varisco e Nanda Vigo compongono Light Years Ahead, progetto con cui M77 esplora l’attività pioneristica di due artisti poliedriche che ancora oggi dettano le linee dell’avanguardia italiana.

Lorcan O’Neill dedica una parete alle figure distese di Tracey Emin, con due dipinti e una grande opera su carta, opere recenti di Giorgio Griffa, tre nuovi dipinti di Matvey Levenstein e un text work e un’opera con fango dell’Avon River di Richard Long
Tracey Emin
Lo stand di Galleria Continua si specchia nel Double Return di Anish Kapoor, che si riflette a sua volta in un Pistoletto tagliato di blu.

Colorato ed equilibrato lo stand di Giò Marconi, con l’eccentricità di Valerio Adami ad accendere il rigore ammaliante di Louise Nevelson

Le 131 expirations dans le verre di Michel François galleggiano nell’aria dell’Alfonso Artiaco, assorbendo e riflettendo nella loro superficie nera Beard Fear di Gilbert & George e una serie di opere che spaziano dal minimalismo di Sol LeWitt all’avanguardia di Ann Veronica Jannssens

Da Massimo Minini, Peter Halley e Alessandro Mendini ripropongono la loro iconica collaborazione, ideata per la prima volta per la galleria nel 2008, con gli interventi murali di Mendini che ridefiniscono l’architettura dello stand e creeranno un dialogo con quattro nuovi dipinti di Halley

La scultura multiforma di Roni Horn, smembrabile in 16 cubi in alluminio e plastica, dialoga da Raffaella Cortese con la gouache Untitled di Silvia Bächli che esplora il flusso, il ritmo e l’elemento acquatico, attivando di riflesso le parole impresse su allluminio di Monica Bonvicini (Hysteria)

Fanta-MLN presenta un progetto inedito del duo Michèle Graf & Selina Grüter, con un nuovo corpo di sculture realizzate smontando macchine come orologi, macchine fotografiche o calcolatrici, riprogettandone i meccanismi interni in sculture cinetiche

Punta forte su Francesco Vezzoli Franco Noero, di cui presenta un ricamo e una scultura, insieme a un’opera museale di  Pier Paolo Calzolari e due sculture in marmo di Anna Boghiguian

Mazzoleni celebra i grandi maestri italiani del XX secolo, con Giorgio de Chirico, Lucio Fontana, Alberto Burri, Piero Manzoni, Fausto Melotti, Agostino Bonalumi e Salvo che trasformano in una scenografia immersiva, lo stand
Alberto Burri, Rosso Plastica, 1968
Thomas Brambilla presenta un solo show di John Giorno, con sei rarissimi Vinyl Paintings»del 1989. Ogni opera unisce frammenti poetici e pittura vinilica su tela, trasformando la parola in immagine. Tra i pezzi forti, con scritte rare e poco viste sin ora: When the going gets rough the tough get gorgeous e I don’t need it I don’t want it and you cheated me out of it

ZERO… pone un’ampia opera di Enzo Cucchi come una sorta di garza che fa velo a una serie di disegni pendenti dello stesso autore. Leggerezza che raggiunge il suo apice con Marta Naturale e Chiara Enzo

Due volti rossi di Tony Cragg accolgono i visitatori da Tucci Russo, che allestisce lo stand in modo dinamico ma armonico, con opere di Daniel Buren, Giuseppe Penone, Giulio Paolini e non solo

Un salottino poverista di Gian Maria Tosatti introduce allo stand di Lia Rumma, che si sviluppa in un dialogo tra la mitologia favolistica Wael Shaky e il crudo realismo di Shirin Neshat

 

Da kaufmann repetto artisti protagonisti di importanti mostre istituzionali in corso e future, come Thea Djordjadze, Simone Fattal, Anthea Hamilton e Adrian Paci, dialogano con artisti “di casa” come Bice Lazzari, Nina Canell, Diana Molzan, Pae White e Corydon Cowansage, nonché una «new entry», la francese Gaëlle Choisne
Thea Djordjadze, Untitled, 2020 (particolare)

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